Arriva la punizione esemplare della WADA nei confronti della Russia: le ripetute violazioni al protocollo antidoping e il “doping di Stato” costano al paese la squalifica da tutte le competizioni sportive per quattro anni.

Russia squalifica

LA STANGATA DELLA WADA: RUSSIA BANDITA PER QUATTRO ANNI

La stangata era nell’aria, ed è puntualmente arrivata nella tarda mattinata odierna. Troppe e troppo reiterate le violazioni russe al protocollo antidoping, per passare inosservate ed essere ulteriormente tollerate dalla WADA. Dopo lo scandalo delle Olimpiadi invernali di Sochi 2014, rivelato dal pentito Grigory Rodchenkov, il rapporto-McLaren e le ulteriori squalifiche, ecco arrivare il polverone riguardante la manomissione di numerosi dati di laboratorio che comprovavano l’assunzione di sostanze dopanti da parte di alcuni big russi: una manomissione operata dal laboratorio di Mosca, sotto l’ordine governativo. La collusione tra governo e sistema-doping è proprio ciò che ha portato alla durissima decisione ratificata quest’oggi dalla WADA: dopo settimane di discussione, la Russia è stata bandita da ogni grande torneo sportivo internazionale posto sotto l’egida dell’organismo antidoping, per i prossimi quattro anni. Il CIO ha fatto intendere che la punizione, che di fatto rischia di “azzerare” un’intera generazione di atleti russi, verrà sostanzialmente ratificata in automatico dalle singole federazioni degli sport olimpici e non. I rapporti diplomatici tra Bach e Putin potrebbero far aprire un dialogo per avere ugualmente una delegazione di atleti russi sotto bandiera neutrale nei principali eventi, ma la decisione verrà lasciata alle singole federazioni e alcune, su tutte la IAAF, sembrano decise a non accettare questa ipotesi: il laboratorio di Mosca e la Russia hanno alterato i campioni biologici degli atleti e attuato doping consapevole per anni, e meritano una severa punizione. La Russia avrà 21 giorni per presentare un ricorso al TAS e dare una risposta “formale” alla squalifica: al 99% il ricorso verrà respinto, perchè le prove sono schiaccianti (parola dello stesso governo russo), ma la mossa dovrebbe portare a una sospensiva che consentirà agli atleti russi di gareggiare per qualche altro mese. La situazione sembra comunque irreversibile per la Russia, che sarà bandita dai maggiori eventi sportivi internazionali per quattro anni.

GLI EFFETTI DELLA SQUALIFICA: RUSSIA OUT DA TOKYO 2020 E NON SOLO

La squalifica rappresenta una punizione esemplare per la Russia. La nazione verrà esclusa dalle Olimpiadi di Tokyo 2020, dalle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 (con annesse Paralimpiadi), dai Mondiali, dagli Europei e da ogni competizione sotto l’egida-WADA da qui al 2023. Certo, potrebbero esserci dei casi in cui verranno accettati atleti russi sotto bandiera “neutrale”, quindi senza inno o riferimenti alla propria nazione, ma di fatto la Russia sparirà (con merito) dal panorama internazionale per aver falsificato dati e analisi. Inoltre, la Russia non potrà ospitare o concorrere all’assegnazione di importanti tornei sportivi internazionali: tutti i dossier riguardanti le candidature russe verranno dunque bloccati, le assegnazioni già stabilite ridiscusse, con un conseguente danno economico e d’immagine per lo sport locale. La squalifica, essendo stata comminata dalla WADA, verrà ratificata in automatico non solo dal CIO, ma anche dalla FIFA: la Russia non potrà partecipare con la sua bandiera (al 99,9%, salvo sorprese) alle qualificazioni per i Mondiali di Qatar 2022. Potrebbe partecipare una “nazionale neutrale di atleti russi” perchè le qualificazioni sono sotto l’egida dell’UEFA, che non rientra tra i “grandi organizzatori di eventi” nella casistica ufficiale (per questo la Russia sarà ad Euro2020, con tanto di gare ospitate a San Pietroburgo, che sarà sede della finale della Champions 2020-21), oppure si potrebbe optare anche qui per il bando definitivo. D’altronde i sospetti-doping avevano colpito anche il calcio, investendo sia la Nazionale semifinalista ad Euro2008 (nessuno dei 23 elementi ha poi reso nello stesso modo), che quella che realizzò un inatteso exploit nel Mondiale casalingo del 2018: saranno salve invece le squadre di club. Per tutto il resto dello sport scatterà il bando, che priverà gli atleti e la bandiera russa del grande sport per quattro anni. Oltre alla squalifica della nazionale, ecco il bando anche ai dirigenti: i funzionari statali russi, i funzionari del Comitato Olimpico Russo (ROC) e del Comitato Paralimpico Russo (RPC) sono stati banditi dal partecipare a ogni torneo sportivo internazionale, sempre per quattro anni. Finalmente doparsi non paga e viene fatta giustizia, anche con misure impopolari.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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