“Azzurri di Gloria” è stato accreditato a Como per l’arrivo del Giro di Lombardia. Qui abbiamo realizzato diverse interviste, tra le quali c’è anche una piacevole chiacchierata con Cadel Evans, leggenda del ciclismo.

Cadel Evans intervistato dal nostro Federico Mariani

CADEL EVANS SI RACCONTA AD AZZURRI DI GLORIA

È il campione dei due mondi. Un po’ per il suo trasferimento dalla nativa Australia all’Europa, un po’ per il passaggio dalla Mountain Bike alla bicicletta stradale. E tutto questo con il sogno di diventare un top rider, un campione. Cadel Evans ce l’ha fatta. Ha riscritto la storia del ciclismo, diventando il primo corridore australiano a conquistare il Campionato del mondo a Mendrisio nel 2009 ed il Tour de France due anni più tardi. Ha infranto tabù ed aperto la via all’Oceania, solitamente priva di grandi interpreti di questa disciplina. E ha fatto tutto ciò con il suo stile particolare, più simile ad un biker che ad un ciclista su strada, dal punto di vista prettamente estetico. Ma per comprendere il successo ed i tanti tifosi che Cadel ha avuto nel corso della sua carriera, bisogna prendere in considerazione la sua ferrea determinazione nel non arrendersi mai, la sua ostinata resistenza in ogni momento ed in ogni situazione. Una forza di volontà divenuta il suo mantra: <<Se parto, voglio sempre arrivare. Meglio primo, ma piuttosto ultimo>>. Ora Evans vive in Italia, paese che tanto gli ha dato sotto l’aspetto affettivo ed in ambito ciclistico. Dopo il ritiro dall’attività agonistica ad inizio 2015 sulle strade di casa, attualmente è ambasciatore svizzero di BMC e Friend of the Brand TAG Heuer. Azzurri di Gloria ha avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere con l’ex corridore a Como, arrivo del Giro di Lombardia e di una gara particolare, organizzata proprio dal marchio elvetico di orologi ed RCS Sport, che lo ha visto pedalare lungo le rive del lago comasco in compagnia di altri cento ciclisti amatoriali, indossanti la divisa della formazione svizzero-statunitense. Con la consueta gentilezza e disponibilità, la leggenda australiana si è concessa ai nostri microfoni.

Ciao Cadel, come si sta sulle strade del Giro di Lombardia?

<<Sono strade di casa. Abito a 20 chilometri dal traguardo di Como>>.

Diciamo che le conosci molto bene. Che effetto ti ha fatto essere accolto da un bagno di folla? Premetto che ti trovo in forma, alla faccia di quello che si è ritirato, del pensionato…

<<(ride ndr.) Ho sempre pedalato quando potevo, lo faccio ancora con gli amici. Oggi l’ho fatto per alcuni ospiti della nostra iniziativa, lo farò anche domani per una Gran Fondo sempre sul lago di Como. Oggi vedrò la corsa. Sono contento di essere qui ad assistere alla corsa, dopo 20 anni di carriera ad alto livello, stando vicino agli amici, mentre soffrono in bici>>.

Ti manca qualcosa del mondo delle corse?

<<No, solo i massaggi>>.

Ti sei ritirato al termine del Tour Down Under sulle strade di casa ad inizio 2015. È cambiato molto il ciclismo in questi due anni? Che effetto ti fa guardare le corse dalla TV?

<<Il ciclismo sta diventando sempre più specializzato a livello di squadra. Si curano in maniera più meticolosa i dettagli per raggiungere determinati risultati ed ogni successo è diventato sempre più importante. C’è chi si impegna già a gennaio su una gara particolare, non per forza World Tour, con l’obiettivo di vincere subito all’inizio della stagione. È una tendenza avviata negli ultimi dieci anni. Prima si programmava con due o tre corridori per squadra; ora lo possono fare tutti i componenti del team. Ci sono tanti sacrifici dietro questo lavoro per raggiungere il massimo risultato>>.

Ultimissima domanda: non c’è un altro Cadel Evans, uno che infiammi i cuori degli appassionati con la grinta che avevi tu?

<<(ride ndr.) Una volta, un compagno mi disse che avevo la capacità di soffrire più di tutti gli altri. Ho stretto i denti più di una volta, quasi ogni giorno in cui ho corso tra i professionisti. Ho sempre cercato di dare il massimo in ogni gara a cui partecipavo. È anche per questo che, quando ho concluso la mia carriera, dopo 20 anni di agonismo, non ho avuto alcun rimpianto>>.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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