TRENTO, dai nostri inviati Marco Corradi e Federico Sanzovo

I nostri Marco Corradi e Federico Sanzovo sono al ”Festival dello Sport”, che si sta tenendo a Trento: abbiamo assistito al confronto tra Francesco Moser e Bradley Wiggins, autori del record dell’ora in due epoche diverse, intervistando il campione trentino. 

Francesco Moser

Bradley Wiggins e Francesco Moser al Festival dello Sport

MOSER E WIGGINS: IL RECORD DELL’ORA MONOPOLIZZA IL FESTIVAL DELLO SPORT

Il Festival dello Sport è senza dubbio il grande evento di fine anno, un unicum che è nato sotto la spinta della Gazzetta dello Sport ed è patrocinato dal Trentino: il meglio dello sport italiano ed estero, coi migliori campioni e le migliori penne, si raccoglie a Trento dall’11 al 14 ottobre, con una serie infinita di eventi che possono soddisfare ogni palato e ogni tifoso. Il tema ricorrente è il ”record”, e l’evento che è più significativo in questo senso è senza dubbio quello che mette di fronte Bradley Wiggins (che ha già detto addio alla sua folle idea per Tokyo 2020: voleva gareggiare nel canottaggio) e Francesco Moser. Da un lato il Baronetto inglese (ma non chiamatelo Sir Wiggo, è un nickname troppo altezzoso per i suoi gusti) che ha riscritto i limiti umani arrivando a 54.526km in un’ora nel velodromo di Londra, dall’altro il primo uomo capace di sfondare quota 50km in un’ora col record stabilito a Città del Messico nel 1984 e reso eterno dal vino ”51,151” prodotto dallo stesso Moser. Da un lato la ipertecnologica Pinarello e la posizione aerodinamica studiata in galleria del vento, dall’altro la prima bici con ruote lenticolari e la prima preparazione ”scientifica” per questo tipo di esplorazione del limite umano.

Francesco Moser, anche se l’UCI qualche anno fa ha cancellato il suo record e tutti quelli ottenuti dal 1972 al 2000, ha riscritto la storia del ciclismo. Il suo attacco al record dell’ora è stato studiato e preparato nel minimo dettaglio: dopo le gare consuete del calendario internazionale, Moser si è fermato per prepararsi, allenandosi per un paio di settimane a Città del Messico e in quel velodromo situato a 2.200m che aveva già ospitato il precedente record di Merckx, ed era il teatro perfetto dell’assalto al grande primato. Il 19 gennaio 1984 Moser effettuò l’antipasto del vero attacco al primato, come racconta lui stesso: ”Col mio preparatore decidemmo di fare 20km a ritmo sostenuto come prova generale del vero assalto al record (lo dimostra il fatto che avesse la calzamaglia, ndr), ma io mi sentivo molto bene e tirai avanti, anche perchè vedevo il netto vantaggio su Merckx”. Un vantaggio sublimato con un grande risultato finale: 50,808km. Il vero primato, però, arrivò il 23 gennaio: ”Famiglia e parenti avevano già prenotato per venirmi a vedere la domenica, e con loro tanti tifosi e amici trentini: non potevo deluderli, così feci un altro tentativo e riuscii a migliorarmi”. Nacque così quel 51,151km in un’ora che venne battuto solo con mezzi estremi e posizioni fuori da ogni logica (poi bandite col cambio di regolamento). Diversa invece la storia di Wiggins, cresciuto col mito di Moser (è uno dei suoi idoli sportivi) e capace di riscrivere il record dell’ora a 35 anni e nel 2015: il suo 54,526km verrà battuto solo tra molti anni, ma non lo soddisfa appieno perchè ”avevamo progettato di fare 1km in più, ma poi siamo stati costretti a rivedere i piani perchè all’interno del velodromo di Londra, con tutta la gente accorsa, c’erano quasi 36°: il finale è stato tremendo”. Ma la costante tra Wiggins e Moser è proprio il record (e anche le grandi vittorie: Wiggins ha fatto suo il Tour e cinque medaglie olimpiche, Moser vinse tre Roubaix e, dopo il record dell’ora, Sanremo e Giro) e, dopo aver assistito al racconto di questi due grandi campioni, siamo riusciti a intervistare Francesco Moser. Ecco le sue parole ai nostri microfoni.

DAL LOMBARDIA AL RECORD DELL’ORA: LA NOSTRA INTERVISTA A FRANCESCO MOSER

Ciao Francesco, cosa ne pensi del Festival dello Sport?

”Per il Trentino, e non solo per i trentini, visto che ci sono tanti tifosi e giornalisti che vengono ”da fuori”, è un appuntamento imperdibile. Consente di avvicinare i grandi campioni di ogni disciplina al pubblico, avevamo bisogno di un evento simile”.

Veniamo alle corse, e al Giro di Lombardia che si correrà sabato: chi è il tuo favorito?

”Il Lombardia è l’ultima corsa della stagione, e mai ha avuto al via tutti i big del ciclismo. A fine stagione tanti sono già stanchi o smettono di correre, e chi è in condizione invece partecipa: chi ha vinto tanto cerca di sublimare il proprio anno, chi ha vinto poco cerca il rilancio. Chi lo vincerà? Vedo Valverde favorito, è in grande condizione dopo il Mondiale, mentre Nibali vorrà dare il colpo di coda dopo l’infortunio. Valverde iridato a 38 anni? Quando correvo io, ho visto un campione del mondo di 39 anni: succedono anche queste cose. Zoetemelk l’aveva vinto di fortuna, perchè Argentin e Lemond si stavano studiando e lui era partito a sorpresa all’ultimo km. Valverde invece ha dominato totalmente la corsa, gestendola fino allo sprint e dominando la volata”.

Il miglior azzurro ai Mondiali di Innsbruck è stato Gianni Moscon, come vedi il suo futuro? Può vincere un grande giro o dovrà dedicarsi alle classiche?

”Non si è ancora capito bene. Per i grandi giri deve sicuramente migliorare in salita, mentre nelle classiche ha già dimostrato: credo comunque che avremo la risposta definitiva tra un paio d’anni. Andare via da Sky? In una squadra come quella non hai tanta libertà, io non ce l’avrei fatta a correre lì”.

Veniamo all’argomento di questo incontro con Bradley Wiggins, il record dell’ora: che differenze hai notato tra i tuoi tentativi e quelli attuali?

”L’importante innanzitutto è farli i record. Non sono mai stato geloso del mio limite, l’importante è averlo fatto: ognuno ha la sua carriera e il suo percorso da affrontare, e poi sono anche cambiate le regole negli anni. Il record dell’ora rappresenta una sfida particolare: qui devi prepararti solo e specificatamente per quello, sospendendo il resto della tua carriera o comunque dedicando moltissimo tempo a questo attacco alla storia. Non è come correre una maratona o fare 5mila metri, è qualcosa di totalizzante”.

Quale corridore potrebbe attaccare il record dell’ora di Wiggo, in futuro?

”Dico assolutamente Tom Dumoulin. Ha le capacità per farlo, se si prepara può senza dubbio arrivarci. Come ha detto Bradley Wiggins, ora che si può tentare anche al coperto, servono l’atmosfera e le condizioni giuste: i fattori esterni (temperatura dell’impianto, pubblico ecc) possono condizionare la prestazione in tantissimi modi.”.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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