Il Direttore Sportivo e Team manager dell’Androni Giocattoli si gode gli ottimi risultati e coccola i suoi baby talenti: “Attenzione a Masnada e Vendrame”

Gianni Savio intervistato dal nostro Federico Mariani

L’INTERVISTA A GIANNI SAVIO

Due Ciclismo Cup in altrettante stagioni. Dal 2017 ad oggi l’Androni Giocattoli Sidermec è la miglior formazione del panorama italiano. Un riconoscimento arrivato a suon di acuti e piazzamenti nelle gare nazionali, senza tralasciare gli ottimi risultati in tutto il mondo. Un premio che rende merito alla tenacia di Gianni Savio. Team manager e Direttore Sportivo, è l’anima di una squadra che anno dopo anno non smette di stupire, pur rinnovandosi continuamente. La Milano-Sanremo è stata un grande banco di prova per l’Androni. Un test superato sotto gli occhi vispi e vigili del “Principe”.

Gianni, anche l’anno scorso l’Androni Giocattoli Sidermec è stata protagonista assoluta. Qual è il Suo bilancio del 2018?

“Il bilancio è indubbiamente positivo. Addirittura oserei dire che la scorsa stagione è stata quasi irripetibile specialmente per la nostra categoria. Ricordiamoci che il divario tra formazioni World Tour e Professional è enorme. Le prime hanno a disposizione dai 15 ai 40 milioni per allestire un organico di primissimo livello. Per squadre come la nostra il budget non supera i 2,5 milioni… Insomma il gap è enorme”.

Effettivamente, alla luce anche della crisi internazionale, sono tempi duri per le Professional.

“Diciamo che mancano certezze. Oserei dire che con il sistema attuale le Professional sono “emarginate”. E con la nuova riforma dell’UCI, che prevede la presenza di altre due World Tour, verrebbero addirittura boicottate. Si dovrebbe cercare di dare importanza al lavoro di queste formazioni. È ciò che personalmente ho chiesto quando sono stato interpellato nei vari meeting. Secondo me si dovrebbero rivedere alcuni aspetti”.

Come si può ridurre questa forbice tra World Tour e Professional, evitando soprattutto che queste ultime soffrano eccessivamente lo squilibrio?

“Intendiamoci: non sono un fautore dei piccoli team ad ogni costo. Dal mio punto di vista non basterebbe fondare una squadra italiana per pretendere di partecipare automaticamente al Giro d’Italia. Ma andrebbero tutelate quelle formazioni che hanno una storia ed hanno dato un contributo significativo al ciclismo internazionale. Credo che l’Androni Giocattoli Sidermec abbia assolto al suo compito in questo senso. Negli anni scorsi abbiamo lanciato tantissimi corridori, uno su tutti Egan Bernal che ha da poco vinto la Parigi-Nizza con il team Sky. E non dimentichiamoci di Ivan Sosa e Davide Ballerini che l’anno scorso sono stati protagonisti. Quest’anno mi aspetto risultati importanti da parte di Fausto Masnada e Andrea Vendrame. Dovendo fare un paragone siamo come l’Atalanta in Serie A”.

A proposito di giovani rampanti, sono tutti pazzi per Fausto Masnada. Lei se lo sarebbe aspettato?

“Mi aspettavo un’annata da protagonista. Avevo già intuito potesse fare bene, ma lui ha ribadito di avere grandi qualità. Ha un buon motore per le corse a tappe. Ed ha sfiorato una vittoria clamorosa al Giro d’Italia con la frazione che si concludeva sul Gran Sasso”.

Non ha rimpianti per come è andata quella tappa?

“Assolutamente no. Fausto ha fatto tutto nel miglior modo possibile. Io ero in ammiraglia quel giorno e ricordo tutto molto bene. Masnada è scattato nel momento giusto. La nostra sfortuna è stata la decisione dell’Astana che ha iniziato a tirare per far vincere la tappa a Miguel Angel Lopez. Una scelta lecita. Ricordo che Beppe Martinelli, a fine gara, mi si è avvicinato quasi scusandosi per il forcing della sua squadra. Ma sono stato il primo ad assolvere l’Astana: ognuno deve fare la sua corsa ed anch’io, forse, avrei agito allo stesso modo”.

E quest’anno che Androni Giocattoli Sidermec dobbiamo aspettarci? Sarà un’altra stagione sulla scia del trionfale 2018?

“Si possono valutare le cose in due modi: teorico e pratico. Io sono una persona pratica, che va al sodo. Teoricamente cercheremo di eguagliare i risultati della scorsa stagione. Ma sappiamo che sarà difficile perché dovremo fare a meno di Ballerini e Sosa. Queste partenze non sono semplici da superare ogni anno. Insomma, non sarà semplice, ma ci proveremo sicuramente”.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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