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Giovanni Galbieri pronto per scattare verso Rio 2016!

Corre forte, Giovanni Galbieri.

Un grande talento della velocità italiana, specialista nei 100 metri e campione europeo under 23 nel 2015. L’atleta veronese, classe ’93, sta lottando come un leone per ottenere la convocazione per le Olimpiadi di Rio nella squadra azzurra della staffetta.

Amico del campione del mondo di salto in alto Gianmarco Tamberi, Giovanni è un grande appassionato di musica ed è iscritto all’Università.

Conosciamolo meglio nella nostra intervista. Ne vale davvero la pena! 

  • Come ti senti? Quali sono le tue sensazioni in vista della stagione?
  • La preparazione invernale è stata molto completa, forse la migliore che abbia fatto. Penso di essere ancora un pochino imballato per il grande carico di lavoro ma pian piano vediamo i frutti di questo grande lavoro. Ho grandi aspettative per la stagione. Ho saltato i mondiali indoor proprio per prepararmi al meglio per le competizioni all’aperto. Mi sto allenando con gli altri staffettisti che vanno tutti forte ed è sempre uno stimolo continuo stare insieme a loro.
  • Rio si avvicina sempre di più. Ci stai pensando ogni giorno o la vivi con tranquillità?
  • La vivo con distacco perché raggiungere il tempo minimo individuale sarà durissima. Sto invece lavorando in prospettiva staffetta. Siamo in 9 ad allenarci ma a Rio andremo solo in 6. Siamo tutti agguerriti e quindi non do nulla per scontato. È facile vanificare mesi e mesi di lavoro anche solo con un minimo errore. Vietato distrarsi! Bisogna sempre lottare come se si stesse inseguendo qualcuno.
  • L’anno scorso hai vinto l’europeo under 23 nei 100 metri. È stata la più grande soddisfazione della carriera finora?
  • Sicuramente è stata la medaglia più bella, anche se la abbino al bronzo mondiale “allievi” ottenuto nel 2009. Il successo del 2015 è stato comunque molto più costruito.
  • Se ti dico “Olimpiadi” qual è la prima cosa che ti viene in mente?
  • L’altetica e i miei idoli dell’atletica. Penso alle eterne sfide tra Carl Lewis e Ben Johnson. Penso a Derek Redmond. Poi ovviamente Usain Bolt, anche se forse è quasi banale da dire. Se devo scegliere un solo atleta non ho dubbi: Carl Lewis.
  • Cosa hai pensato quando era scoppiato il presunto “caso doping” e come ti senti ora che si è capito che era tutto infondato?
  • È stato un enorme smacco per noi, dovuto a errori non nostri. È stato tutto un equivoco per il quale hanno pagato solo gli atleti. I giornali parlavano già di doping di stato. Poi però quando sono stati tutti assolti hanno dedicato solo qualche trafiletto alla cosa… Io non ero implicato nella vicenda ma mi sono immedesimato perché sarebbe potuto capitare anche a me. Tutti sapevano che il sistema “Whereabout” fosse problematico, ma da lì a parlare di doping ce ne passa.
  • Quante ore ti alleni al giorni?
  • Durante l’inverno facciamo 2 allenamenti al giorno fino ad arrivare a 9 in tutto a settimane. Nel periodo delle gare diventano 6 a settimana, con un’ora e mezza o due al giorno. Diciamo che non mi sfondo di lavoro come quantità, ma moltissimo come qualità, con allenamenti molto specifici.
  • Chi è Giovanni Galbieri fuori dalla pista d’atletica?
  • Sono uno studente di Scienze della Comunicazione, anche se un po’ a rilento. Ho una passione totale per la musica fin da quando ero bambino. Canto e suono la chitarra acustico in un gruppo: suoniamo i Pearl Jam, Mumford & Sons, qualche pezzo italiano e anche canzoni nostre. È importante differenziare l’atletica dalla vita privata. Anche perché poi, quando smetti di correre, devi pur fare qualcosa!
  • Se non sbaglio conosci bene Gianmarco Tamberi…
  • Sì, io e Gimbo siamo amici! Lui è un grande atleta ed è esattamente così come lo si vede: un pazzo! L’atletica italiana aveva proprio bisogno di un volto come il suo.
  • Come mai usi sempre #galbiolove sui social network?
  • Lo ha inventato il mio amico Daniele Cavazzani, atleta del salto triplo. Mi ha sempre chiamato così e allora ho deciso di usarlo. Suona bene!

 

Luca Lovelli
Giornalista e conduttore televisivo. Fondatore e direttore responsabile di Azzurri di Gloria. Amo viaggiare, con la mente e con il corpo.

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