Il corridore basco della Movistar è partito accumulando un grave ritardo nella prima tappa, ma si candida come uno dei grandi protagonisti della corsa rosa. Queste le sue parole ai nostri microfoni.

Mikel Landa (fonte Marca.com)

Secondo la scrittrice Cecelia Ahern, gli occhi sono lo specchio dell’anima. Indubbiamente gli sguardi di Mikel Landa raccontano molto, se non tutto, dei suoi pensieri. Dopo le prime tappe, descrivono una certa delusione per quell’1’07” nella casella del distacco dal leader Primoz Roglic. In parte c’è persino un pizzico di preoccupazione per gli imprevisti che fanno continuamente capolino e gli tarpano le ali, siano essi semplici giornate no o gravi infortuni come quello capitatogli a gennaio durante la Challenge di Maiorca. Ma dietro la timidezza iniziale, il corridore della Movistar ha lo spirito di un vero guerriero. Una volontà che può essere un’arma importante nella difficile rincorsa a quella maglia rosa accarezzata e sicuramente meritata nel 2015.

Mikel, cosa è successo in questo avvio così complicato?

“Non voglio prendermi delle scuse, ma non sono stato particolarmente bene in questi giorni. Alla base di tutto c’è un’allergia all’ulivo che in questo momento è in fiore. Il risultato non è quello desiderato, né quello immaginato, ma devo accettarlo. Voglio pensare che questo sia la ragione per cui ho faticato ad esprimermi al massimo. È stato strano perché nella cronometro, appena ho iniziato la salita di San Luca, ho raggiunto il massimo sforzo e sono crollato”.

Sei preoccupato per questo imprevisto?

“È un problema che ho riscontrato altre volte. Tuttavia, non ho paura. Nel Tour 2017 ho iniziato perdendo 1’08” a cronometro e ho concluso ad un secondo dal podio. Dunque ho motivo di pensare che la situazione sia reversibile”.

Hai cambiato qualcosa nel tuo avvicinamento al Giro d’Italia?

“No, onestamente no. Ho cercato di ripetere il percorso svolto negli altri anni anche perché mi è sempre sembrato il più adatto per prepararmi al meglio ad un appuntamento così importante”.

Sei reduce da un anno piuttosto complicato a causa degli infortuni tra la caduta alla Clasica di San Sebastian e la frattura della clavicola alla prima prova della Challange di Maiorca. Come ti senti ora?

“Ora mi sento meglio, finalmente sto bene e sono a posto fisicamente. È un aspetto positivo di questo momento”.

Quanto ti hanno segnato quegli infortuni?

“Mi hanno fatto molto male, anche moralmente. Ma sono convinto che si impari da qualsiasi esperienza. Anche gli infortuni possono insegnare qualcosa ed è il mio caso. Ho imparato molto da questi mesi difficili”.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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