Giovedì la FISI ha celebrato i suoi campioni e i medagliati mondiali durante il suo consueto Media day alla Terrazza Martini di Milano: abbiamo realizzato svariate interviste, ecco quella a Lisa Vittozzi!

Lisa Vittozzi

FISI MEDIA DAY, L’INTERVISTA A LISA VITTOZZI

Lisa Vittozzi ha vissuto un sogno nella stagione 2018-19, giocandosi la Coppa del Mondo generale di biathlon con Dorothea Wierer dopo un’annata davvero fantastica, vissuta sempre ad alto livello: al 2° posto nella CdM, si è aggiunto poi l’argento nella gara individuale al femminile, con una grande prestazione a Ostersunds. Lisa, 24 anni, è il presente e il futuro del nostro biathlon, e si è raccontata ai nostri microfoni durante il FISI Media day. Le sue parole.

Ciao Lisa, commentiamo la tua stagione: argento mondiale, in lotta fino alla fine per la CdM di biathlon. Raccontaci le emozioni che hai vissuto in un 2018-19 da sogno.

”Indubbiamente è stato l’anno migliore della mia carriera. Ho creduto molto in questa stagione sin dall’inizio. Avevo molte aspettative: ho conquistato la prima vittoria, la mia prima Coppa di specialità e ho lottato per la Coppa del Mondo generale, oltre all’argento mondiale. Sono soddisfatta, ma posso fare ancora meglio: qualcosa mi è sfuggito, ma non posso avere grandi rammarichi”.

Su cosa ha lavorato, in particolare, l’Italia durante la preparazione estiva? C’è stata una grande crescita mentale, e un miglioramento nella continuità delle prestazioni.

”Personalmente ho lavorato molto sulla costanza, sui miei punti deboli e sono riuscita ad essere sempre forte e veloce. Questa per me è stata la più grande soddisfazione: cercherò di migliorare nuovamente, e mantenermi ad altissimo livello anche nella prossima stagione”.

Hai lottato per l’intera stagione con Dorothea Wierer: è diverso lottare con una compagna di squadra, che conosce tutti i tuoi punti di forza e i punti deboli, rispetto ad un’altra atleta? E come avete vissuto questa rivalità interna?

Diciamo che è la prima volta che ci capita di lottare contro un’italiana: era una cosa nuova per entrambe e non sapevamo come affrontarla, penso di averla affrontata al meglio. Probabilmente contro un’atleta straniera sarebbe stato più facile, ma è andata così e sono contenta che la Coppa sia comunque in Italia”.

Quanto brucia perdere per così pochi punti dopo un’annata così lunga? C’è un momento in cui hai detto, ripensandoci, ”Io ho perso qui la CdM”?

Dopo la sprint. Ero molto delusa, non riuscivo neanche a gioire per la Coppa che mi hanno consegnato e sono stati tre giorni molto difficili. Però, mi hanno fatto crescere e pensare a tante cose: per il prossimo anno sono molto più carica e consapevole di quello che posso e devo fare”.

Tra qualche anno, qual è la gara che ricorderai con maggior emozione? Quella alla quale ti ritieni maggiormente legata.

”Sicuramente l’inseguimento di Oberhof: è stata una sorpresa, una grande emozione”.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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