Lorenzo Dallari, intervista al giornalista Sky Sport: “Le ragazze devono puntare al podio europeo. Sulla vicenda Zaytsev hanno perso tutti, ma sono convinto lo rivedremo ai mondiali”.

Lorenzo Dallari, intervista al giornalista di Sky Sport

Foto: profilo FB di Lorenzo Dallari

LORENZO DALLARI, INTERVISTA AL GIORNALISTA DI SKY SPORT

Dalla vecchia Tele + a Sky Sport, di cui è stato direttore dal 2003 al 2015, con la mai sopita passione per la pallavolo. “Lo sport più bello del mondo”, come gli piace ricordare. Lorenzo Dallari si è concesso ai microfoni della nostra redazione in occasione della scorsa puntata di Minuti di Gloria, il programma radiofonico in onda ogni venerdì dalle 18 alle 19 sulle frequenze di Radio Ticino Pavia.

Tanti gli argomenti affrontati, a cominciare dagli Europei femminili di volley e quelli maschili da poco conclusi. Si è parlato inoltre dello shoes gate con protagonista Ivan Zaytsev e del caso doping che ha coinvolto Miriam Sylla.

LE PAROLE DI LORENZO DALLARI AI NOSTRI MICROFONI

Come valuti l’approccio della nazionale a questo Europeo e quali obiettivi si deve porre la squadra? Il podio sembra possibile…

“Un buon inizio, soprattutto perché approcciare una manifestazione come questa non è mai facile indipendentemente dagli avversari che ci si trova di fronte. L’Italia è partita con due handicap importanti, ovvero le assenza della palleggiatrice Ofelia Malinov per infortunio e di Miriam Sylla momentaneamente squalificata per doping. L’obiettivo dell’Europeo è il podio, anche se la concorrenza è agguerrita. Sulla carta sembrano esserci due favorite, ovvero Serbia e Russia. Si può arrivare a una medaglia. Ho visto di recente coach Mazzanti molto tranquillo e la sua speranza era che la difficoltà potesse motivare ulteriormente il gruppo. Il podio sarebbe importante per dimenticare un’Olimpiade terribile. E non dimentichiamo che due anni fa siamo arrivati settimi all’Europeo…”

Il caso Sylla ha scosso la squadra pochi giorni prima della partenza. Non è l’unico caso di doping con quelle modalità, perché è capitato anche alla serba Antonijevic. Secondo te le motivazioni offerte dalla nostra Federazione, che parla di contaminazione alimentare, potrebbero effettivamente essere valide?

“La posizione della Federazione è ben delineata e atta a scagionare in toto Miriam. Sono ormai troppo vecchio per sapere che nello sport qualcosa del genere sia capitato, ma lo sono anche per dire che nella pallavolo non ci sono mai stati casi particolarmente eclatanti. Qualche giocatore in passato ha fumato un po’ di marijuana e qualcun altro aveva esagerato con gli anabolizzanti in passato, oppure qualche ragazza aveva ecceduto con qualche farmaco. La pallavolo è uno sport particolare ed è difficile misurare quanto effettivamente possa dare in più il doping. Io personalmente non sarei eccessivamente preoccupato. Le motivazioni offerte da Sylla mi sembrano abbastanza convincenti”.

Torniamo invece indietro e parliamo del brutto Europeo degli uomini, che si aggiunge anche a una pessima World League. Che succede?

“Quello che succede è abbastanza evidente. World League pessima, con un penultimo posto che è da terzo mondo pallavolistico. Europeo tutt’altro che esaltante, anche se dobbiamo fare i complimenti al Belgio per come ha giocato i quarti di finale. Il limite dell’Italia era dato dai laterali. Lanza non è un giocatore da palla alta, ma non è uno che ti può fare la differenza. Stessa cosa per Antonov. Mancavano Juantorena, Zaytsev e Kovar, ovvero gli uomini che ti mettono in terra i palloni decisivi. Speriamo che per il prossimo mondiale tornino tutti e tre e io sono convinto che li rivedremo in nazionale per l’occasione. Ci divertiremo!”

Qual è la tua opinione sull’assurdo caso Zaytsev? E quanto influirà sui mondiali italiani del prossimo anno?

“Io sono convinto che tornerà il prossimo anno. Sul caso che lo ha coinvolto ci hanno perso tutti. Ivan è un giocatore che era diventato super popolare grazie a quello che ha fatto all’ultima Olimpiade e ora all’Europeo i 10 milioni di italiani che hanno seguito le partite della nazionale non hanno potuto vederlo giocare. È stato un handicap per lui non giocare questo torneo e lo è stato anche per la nazionale perché non ha potuto disporre del suo giocatore più forte e rappresentativo perciò hanno perso tutti. Bisogna mettersi a un tavolo per ricucire uno strappo che indubbiamente c’è stato, forse pure con qualche giocatore. Ivan stesso ha dichiarato di essere stato chiamato da un solo giocatore dopo che è esploso il caso. Facciamoci delle domande e diamoci delle risposte…”

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Luca Lovelli
Giornalista e conduttore televisivo. Fondatore e direttore responsabile di Azzurri di Gloria. Amo viaggiare, con la mente e con il corpo.

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