Durante la scorsa puntata di ”Minuti di Gloria”, il nostro programma radiofonico in onda ogni venerdì dalle 18 alle 19 su Radio Ticino Pavia, abbiamo intervistato Riccardo Crivelli, amico di Azzurri di Gloria e giornalista della Gazzetta dello Sport: ecco le sue valutazioni sui Mondiali di canottaggio, e non solo!

Un’istantanea da una delle nostre interviste a Riccardo Crivelli

RICCARDO CRIVELLI INTERVIENE AI MICROFONI DI ”MINUTI DI GLORIA”

Un autentico tuttologo, uno dei giornalisti più eclettici nel settore degli altri sport: Riccardo Crivelli, giornalista della Gazzetta dello Sport, è ormai un amico della redazione di Azzurri di Gloria, e chiacchierare con lui di sport è sempre un piacere. Diversamente dallo scorso intervento di Riccardo durante ”Minuti di Gloria” (il nostro programma radiofonico in onda ogni venerdì dalle 18 alle 19 sulle frequenze di Radio Ticino Pavia, FM 91.8 e 100.5), che si era focalizzato sul nuoto e sul tennis, quest’oggi le nostre domande si sono focalizzate sui Mondiali di canottaggio che si sono conclusi settimana scorsa e sul medagliere vinto dagli azzurri, che hanno disputato una grandissima rassegna iridata: con Riccardo abbiamo parlato di questo e non solo, ed ecco le parole del giornalista della Rosea ai nostri microfoni!

LODO, VICINO E GLI ALTRI AZZURRI: IL GIUDIZIO DI RICCARDO CRIVELLI SUI MONDIALI DI CANOTTAGGIO

Ciao Riccardo, parliamo di questi Mondiali di canottaggio: 9 medaglie per gli azzurri, medagliere vinto e tante soddisfazioni. Possiamo dire che quella vista in Florida è stata una delle migliori Italie di sempre?

”Sì, bisogna risalire a metà degli anni ’90 per trovare un bilancio del genere, e allora eravamo una super-potenza assoluta del canottaggio mondiale. Questo è stato un Mondiale superiore alle attese: al netto di alcune medaglie in specialità non olimpiche, siamo stati superlativi in quelle olimpiche, e abbiamo portato a casa un bottino che può lasciare il segno per tutto il quadriennio, e ci fa ben sperare verso Tokyo 2020. Certo, la strada è lunga, ma possiamo essere ottimisti”.

Ti aspettavi questa crescita impressionante rispetto a Rio? Tante medaglie in più e tante vittorie nonostante alcune barche siano state modificate, col passaggio ad esempio di Lodo e Vicino al due senza…

”A Rio 2016 eravamo stati comunque positivi, con due bronzi e un 4° posto che, considerato il livello olimpico, sono ottimi risultati, ma era mancato l’oro, qui siamo cresciuti, anche se va ricordato che l’anno post-olimpico spesso porta dei rinnovamenti nelle barche oppure vede atleti prendersi un anno sabbatico dopo le fatiche della rassegna a cinque cerchi. Questo, però, vale per tutti e non può togliere valore ai nostri successi. Venendo a Lodo e Vicino, sono due atleti straordinari che avevamo già ”inquadrato” dopo la conquista della medaglia d’oro nel quattro senza due anni fa: nel due senza, potenzialmente, considerando che Murray e Bond (neozelandesi) si sono ritirati, potrebbero diventare il punto di riferimento della disciplina in questo quadriennio e arrivare a Tokyo 2020 da favoriti e leader della specialità, una specialità nella quale non abbiamo mai ottenuto grandi risultati. Già adesso sono il due senza più forte, continueranno a progredire e li vedo benissimo in ottica-2020. Il quattro senza? Si tratta di una barca stabilizzata ad altissimo livello, ma è quella con la maggior concorrenza e diventerà molto complicato replicare questo oro: è stato importante, però, mandare a medaglia due senza, quattro senza (doppio oro) e otto (bronzo) a medaglia, è un segno della bontà del movimento”.

L’ORO AL FEMMINILE E LE GARE MISTE: LA VISIONE DI RICCARDO CRIVELLI

Come valuti l’oro al femminile del quattro senza pl, sempre in vista delle Olimpiadi?

”Purtroppo scontiamo un distacco pluridecennale dalle nazioni straniere per quanto riguarda il canottaggio al femminile: abbiamo avuto degli exploit con le medaglie della Sancassani e il suo oro mondiale nel 2013, ma siamo in ritardo e dobbiamo correre, perchè a Tokyo ci sarà il 50% di medaglie nel settore femminile, seguendo una tendenza confermata in tutti gli sport e sostenuta dal CIO. Per Tokyo faremo fatica a costruire un gruppo che possa andare costantemente a medaglia, ma sicuramente c’è un gruppo di atlete da monitorare e valorizzare, sulle quali vale la pena lavorare, anche se abbiamo tanta strada da fare rispetto alle superpotenze del remo nel canottaggio delle ragazze. Anche per una questione culturale”.

Hai parlato di tendenze, e allora io ti chiedo: vedremo anche nel canottaggio quelle gare miste che ormai si vedono in ogni sport? L’Italia ha conquistato una medaglia paralimpica proprio in una gara mista…

”Nelle Paralimpiadi, da sempre, non c’è differenza tra uomini e donne, e ci sono equipaggi misti per consentire a tutti di avere uguale accesso alle gare: credo che tutto ciò non sia fattibile a livello assoluto, perchè c’è troppo divario di potenza e vogata tra canottaggio maschile e femminile nei normodotati. Non se ne sta parlando, mentre credo che la tendenza nel canottaggio, e a quanto so se ne sta già parlando, sia quella di abolire i pesi leggeri e riportare tutto ai soli seniores: questo dovrebbe accadere a Parigi 2024, con un ritorno alle origini e i pesi leggeri che verranno relegati solo ai Mondiali/Europei come succedeva fino al 1996”.

UN SALTO NEL TENNIS: DA FOGNINI AL RITORNO DI SARA ERRANI

Ora passiamo al tennis: che giudizio dai al 2017 di Fabio Fognini, e qual è la tua idea sul rientro di Sara Errani dopo il doping? Fabio ha fatto una buonissima stagione, però c’è la macchia grave della squalifica agli US Open… 

”Per quanto riguarda Fognini, dobbiamo come sempre scindere due aspetti: dal punto di vista tecnico per lui è stata un’annata positiva, ha ottenuto ottimi risultati vincendo a Umago e andando in finale a San Pietroburgo sul veloce, dimostrando un’adattabilità che gli va riconosciuta, anche se gli è mancato il grande acuto in uno slam. È un giocatore costantemente da top-30 e i risultati parlano per lui, certo, poi c’è quella macchia dello US Open che aleggia sulla sua carriera recente, anche se si è scusato contrito: spiace vedere un ragazzo che fuori dal campo è tranquillissimo, che poi in campo si trasforma in peggio. Dal punto di vista dei risultati ci aspettiamo di più negli Slam, d’altra parte ci aspettiamo che non ricada più in certi atteggiamenti che ledono la sua immagine, e che potrebbero fargli saltare gli Australian Open come punizione. Per ciò che riguarda la Errani, ha il vantaggio di rientrare in un periodo nel quale ogni risultato per lei sarà oro colato e la farà andare avanti nella classifica, d’altro canto però dovremo capire se avrà ancora voglia di combattere per vincere e risalire: non c’è più la dominatrice nel tennis, ma il fatto che ci siano tante giocatrici di livello mediocre o medio-alto potrebbe anche mettere a rischio la sua rincorsa alla top-50 o top-100. Secondo me Sarita si darà qualche mese per vedere com’è il suo rientro, e qualora non dovesse andare come sperato potrebbe anche raggiungere Schiavone e Vinci, ritirandosi dal tennis e chiudendo una generazione che ci ha dato risultati irripetibili”.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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