La maglia rosa si gode il vantaggio conquistato, ma non smette di sognare in grande. A sostenerlo una condizione fisica superlativa ed una squadra mai così solida.

Il mondo di Richard Carapaz si è improvvisamente capovolto. C’è una piacevole sensazione di spaesamento nei suoi occhioni di fronte alle grandissime attenzioni derivanti dalla maglia rosa che indossa dopo la vittoria a Courmayeur. Nonostante la ventata di notorietà e le conseguenti pressioni, il venticinquenne ecuadoriano della Movistar non ha smarrito la sua naturale timidezza. Addirittura sembra entrare in punta di piedi, silenzioso e discreto, quasi a non voler dare nell’occhio, per non disturbare la conferenza stampa di Dario Cataldo, fresco vincitore a Como. Ma l’aria timida e stupita per l’improvvisa notorietà non deve ingannare. Carapaz fa sul serio. Crede fortemente di poter vincere questo Giro. Lo si intuisce dalla prontezza con cui Richard risponde alle domande. Dritto al punto, un po’ come ama fare in corsa: “Sono abbastanza soddisfatto della tappa odierna, perché sono riuscito a guadagnare ancora. Sono in ottima condizione e sto correndo bene, anche perché ho più esperienza rispetto ad un anno fa. Ho più fiducia nei miei mezzi e anche nella crono mi sentivo bene. Sicuramente sono in un’ottima posizione”.

FASCINO

Carapaz è seguito da tantissimi appassionati ecuadoriani che sognano di assistere al trionfo della nuova stella del ciclismo sudamericano. Tuttavia, Richard piace anche per il suo modo di correre sempre all’attacco. Una decisione che sta pagando sia in classifica generale che nel gradimento tra gli appassionati. Il corridore della Movistar traccia un bilancio delle prime due settimane: “Ammetto di aver perso tempo nelle prime frazioni, ma alla fine ho trovato il modo per recuperare. Alla fine è il bello del ciclismo: oggi può perdere terreno un corridore e domani la stessa sorte può toccare a qualcun altro. E’ per questo motivo se il ciclismo continua ad affascinare: tutto può accadere”.

FAVORITI

Il Giro è una corsa ad eliminazione. Ogni giorno è un passo in più verso la vittoria, ma qualsiasi tappa può segnare la fine del sogno rosa. Carapaz tiene bene in mente questa massima della corsa italiana e non si sbilancia quando si parla di favoriti. Gli ultimi sette giorni promettono scintille: “Ieri avevo buone gambe e sono riuscito a prendermi questa straordinaria maglia. Ma credo che si vedrà nell’ultima settimana chi riuscirà veramente a vincere il Giro. Ci sono tanti chilometri e molti corridori possono vincere. Ci sono io, ma anche Roglic, Nibali e tanti altri”.

QUI MOVISTAR

Ovviamente, c’è anche tanta curiosità su come si muoverà la sua squadra, la Movistar. Il team spagnolo aveva puntato principalmente su Mikel Landa, come ammesso in precedenza dallo stesso Carapaz. Ma ora la situazione si è clamorosamente invertita e gli equilibri precedenti scricchiolano. Richard non si nasconde: “La squadra ha due carte da giocare. Io sono una delle due, anche se Mikel resta la prima scelta. Landa è un campione straordinario, ha una carriera grandiosa. Lo ammiro molto personalmente. Anche perché siamo più di semplici compagni di squadra, siamo amici. Adesso dobbiamo difendere la maglia rosa come squadra. Poi, lungo la strada, valuteremo quali scelte fare per esprimerci al meglio”. Insomma, il sogno rosa resta vivo e vegeto. E Carapaz non vuole porsi limiti. In fondo, certe occasioni non vanno lasciate a metà, ma vanno colte ad ogni costo. Lo sosteneva Marco Pantani, guarda caso l’idolo di gioventù di Richard.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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