La Gas Sales Piacenza si sta rivelando una delle sorprese della Superlega di volley. Il tecnico dei biancorossi Andrea Gardini racconta il momento della sua squadra ai nostri microfoni.

Andrea Gardini, allenatore della Gas Sales Piacenza (fonte piacenzasera.it)

Se una squadra rispecchia il carattere del proprio allenatore, la Gas Sales Piacenza sembra davvero una creatura fatta a immagine e somiglianza di Andrea Gardini. L’ex centrale della Generazione dei Fenomeni ha plasmato con calma e dedizione una formazione neopromossa dalla A2, rendendola passo dopo passo un gruppo assai interessante. La voglia di lottare su ogni pallone dei biancorossi segue di pari passo gli incitamenti e le sbracciate da bordocampo del proprio allenatore. Un tecnico esigente, ma capace di lasciare un’impronta importante. Dopo un girone d’andata fatto di alti e bassi, con cinque successi tutti al tie break, Piacenza ha ingranato un’altra marcia. Due successi netti contro Verona e Callipo, gli uomini di Gardini si sono allontanati dalla zona retrocessione e sognano un posto nei playoff. E nemmeno il k.o. contro l’Itas Trentino sembra togliere ottimismo e buonumore tra gli emiliani.

L’INTERVISTA AD ANDREA GARDINI

Gardini, in questo 2020 Piacenza sembra una squadra completamente trasformata rispetto all’anno scorso. Come si spiega questa metamorfosi?

“Innanzitutto ci sono motivazioni tecniche: abbiamo cambiato il ruolo di ricevitore e talvolta invertito anche i centrali. Comunque la squadra è cresciuta molto come collettivo. Alcune volte ci incastriamo un po’, ma iniziamo a capire che le partite le vincono o le perdono le squadre e non i singoli giocatori. Questo è un problema che all’inizio ci ha un pochino condizionato. Tante individualità, ma poca squadra. Adesso, invece, il lavoro sta pagando. I ragazzi stanno iniziando a comprendere questa cosa. Questo ci ha consentito di racimolare punti pesanti e di crescere effettivamente come gruppo”.

Lei è un perfezionista. In cosa può ancora crescere questa squadra?

“Tutto. Fino all’ultimo giorno in cui giocheremo questo campionato, lavoreremo per migliorare tutto quanto. Qualcosa, giocoforza, non migliorerà. Qualcos’altro, magari, migliorerà. Non avere nulla da migliorare non va bene. Non è il nostro mestiere”.

Parliamo della sfida contro Trento. Nel secondo set, una chiamata out contestata è sembrata condizionarvi. È davvero stato così? Come valuta questo match?

“Io non parlo mai di arbitri in un senso o nell’altro. Non ne ho mai parlato e non inizierò certamente adesso. Io credo che in alcune cose siamo stati abbastanza bravi. In altre cose Trento, da un certo momento, ha fatto pesare la qualità dei propri martelli in posto 4. Questo alla fine ha fatto la differenza. Sicuramente qualcosa da migliorare ci sarà sempre. Ma questo non ci spaventa”.

Alla stampa aveva parlato di differenze di calendario tra formazioni di vertice, coinvolte da mille impegni, e squadre di medio-bassa classifica, decisamente più libere. Avrebbe un suggerimento sulla distribuzione dei match?

“Non scherziamo: ci sono fior di dirigenti, che gestiscono i calendari. Noi pensiamo alla squadra. Non è un mio lavoro”.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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