Silvia Salis: l’intervista alla martellista azzurra ora entrata nel consiglio nazionale del Coni. L’atleta ligure ci parla della sua carriera e delle sue idee in vista del futuro per il rilancio dell’atletica leggera nostrana.

Silvia Salis, intervista alla martellista azzurra

Foto: pagina FB ufficiale di Silvia Salis

SILVIA SALIS: L’INTERVISTA FIRMATA AZZURRI DI GLORIA

  • Due Olimpiadi, 3 mondiali e 3 europei e 2 medaglie ai giochi del Mediterraneo. Come giudichi la tua carriera?

È nella natura degli atleti pensare sempre in grande e magari non essere soddisfatti pienamente, ma se analizzo onestamente le mie possibilità ho solo il rammarico di non aver partecipato ad una finale olimpica, per il resto sono stati 15 anni soddisfacenti e intensi.

  • Cosa ti ha spinto a praticare questa disciplina?

Ho iniziato grazie al mio allenatore Valter Superina, che ha visto in me delle caratteristiche interessanti e così ho iniziato a 14 anni a lanciare. Mi è riuscito bene fin dal principio è questo mi ha dato la spinta per andare sempre avanti.

  • Da poco sei entrate nel consiglio nazionale del Coni. Qual è stato l’impatto con questa nuova avventura?

È stato interessante dal principio: prendi contatto con una visione dello sport a 360 gradi e questo oltre a essere un privilegio è anche molto istruttivo perché impari a vedere come ogni sport, ogni Federazione, affronta le sfide che lo riguardano e si proietta verso il futuro e gestisce le proprie criticità.

  • Come si può rilanciare l’atletica in Italia? Ci sono progetti in corso di realizzazione che possono davvero rilanciare questo movimento?

Abbiamo una nuova classe di giovani davvero prodigiosa ed è su di loro che dobbiamo puntare, credo che la chiave per i giovani sia mettersi in contatto già in “tenera” età con realtà diverse dalla nostra per poi sentirsi a casa sui palcoscenici internazionali. Il modello tecnico che è stato creato per questo quadriennio va in questa direzione: alimentare i talenti di oggi ma tutelare anche la crescita dei big del futuro. Un mito come Stefano Baldini, il CT dei nostri giovani, deve essere la loro stella cometa.

  • Facciamo un passo indietro: Rio 2016. Una spedizione sicuramente negativa per gli azzurri condizionata purtroppo dall’infortunio a Tamberi che ci ha privati di una medaglia quasi sicura…

Nello sport spesso si abusa dei concetti di fortuna e sfortuna, ma devo essere sincera, prima di Rio è successo di tutto e di più in chiave negativa. È stata sicuramente una spedizione deludente ma sono fiduciosa che a Tokyo 2020 non sarà così.

  • Tu che conosci Tamberi, come sta affrontando questo lento e lungo recupero? Secondo te esiste la possibilità di vederlo ai mondiali di Londra?

Il recupero di Gimbo è pressoché terminato, e vederlo a Londra credo dipenda dal livello di competitività che riuscirà a raggiungere. È un combattente, non ha perso il sorriso e l’energia positiva che ha conquistato l’Italia, ma è prima di tutto un grande campione e, se si presenterà a Londra, sarà per ribadirlo al mondo.

  • Nel lancio del martello ci sono giovani italiani di belle speranze che potrebbero dire la loro a livello internazionale in futuro?
Quest’anno ho visto con felicità i progressi incredibili di Sara Fantini, giovane figlia d’arte di talento, ma attendo anche il recupero di condizione di Lucia Prinetti. Tra gli uomini Giacomo Proserpio può fare bene agli Europei U23. Giorgio Olivieri, vicino al record italiano allievi, è un altro giovane promettente. Per i lanci giovanili è in generale davvero un bel momento, vorrei tifare per almeno qualcuno di loro già a Tokyo!

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Luca Lovelli
Giornalista e conduttore televisivo. Fondatore e direttore responsabile di Azzurri di Gloria. Amo viaggiare, con la mente e con il corpo.

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