Giovanni Tocci, tuffatore dell’Esercito Italiano e della Nazionale si racconta ad Azzurri di Gloria..

Giovanni Tocci durante l’esecuzione di un tuffo agli Europei di Edimburgo di questa estate dove ha conquistato un argento.
Credit: pagina fb ufficiale di Giovanni Tocci

L’INTERVISTA A GIOVANNI TOCCI

Giovanni Tocci è un tuffatore dell’Esercito Italiano e della nazionale. Nasce a Cosenza il 31 agosto del 1994 e proprio nella sua città natale muove i primi passi col nuoto salvo poi passare ai tuffi all’età di sette anni. 

Nel 2009 conquista l’oro agli europei juniores nella specialità del trampolino da 1m. Nel 2016 conquista l’argento agli Europei di Londra e partecipa alle Olimpiadi a Rio de Janeiro conquistando un sesto posto alla prima esperienza olimpica. Nel 2017, invece, conquista il bronzo ai Mondiali di Budapest e nel 2018 ancora agli Europei questa volta a Edimburgo si conferma medaglia d’argento

Noi di Azzurri di Gloria abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarlo.

Come nasce questa Sua passione per i tuffi?

“Ho iniziato col nuoto a quattro anni grazie ai miei genitori che volevano scongiurare pericoli al mare e volevano che imparassi a nuotare. Fino a sei anni ho nuotato, solo che essendo un bambino iperattivo mi annoiavo un po’ e alla fine di ogni vasca mi fermavo a vedere i ragazzi che si tuffavano e mi ha sempre affascinato e attirato questa cosa, così chiesi ai miei genitori di poter provare anch’io, loro hanno parlato con l’istruttore, che ai tempi era Gaetano Aceti, e dopo un provino all’età di sette anni sono passato a fare i tuffi.”

Ha iniziato nel Cosenza Nuoto grazie alla collaborazione dei suoi genitori, è grazie a loro se ha iniziato a tuffarsi? 

“Assolutamente, devo ringraziarli, e mi ritengo molto fortunato perché la struttura del Cosenza Nuoto è l’unica attiva nel meridione, mi sono trovato nella piscina giusta al momento giusto, è stata una bella fortuna.”

Come si allena un tuffatore? 

“Noi ci alleniamo sei volte a settimana per due volte al giorno, facciamo circa due ore e mezza al mattino e tre ore al pomeriggio. Il nostro allenamento è diviso in parte ginnica, quindi ginnastica a corpo libero per riscaldamento e potenziamento etc, poi subito dopo si va in acqua per circa un’ora, un’ora e mezza, e si provano i tuffi da gara, si costruisce piano piano la base e poi dalla base si fanno i tuffi un po’ più difficili per poi arrivare al tuffo gara.”

Durante l’allenamento c’è qualcuno che vi riprende quando vi tuffate, anche per migliorarvi, oppure seguite solo i consigli del vostro allenatore?

“Molto spesso seguiamo i consigli dell’allenatore ma la tecnologia serve per un riscontro personale insieme ovviamente all’allenatore perché si possono rivedere i particolari da correggere quali elevazione, rotazione, velocità di rotazione, essendo uno sport di precisone ogni angolo è importante e vanno ricercati col baricentro, con la testa e con le braccia, ovviamente ad occhio nudo magari questi particolari sfuggono mentre con la tecnologia riesci a capire meglio ciò che hai fatto.”

Che cosa pensa prima di tuffarsi? C’è la concentrazione del momento nel pensare ai vari movimenti oppure si pensa ai movimenti successivi? 

“Ovviamente prima di saltare ci si concentra sul tuffo in generale, poi appena salgo sul trampolino mi focalizzo su quei particolari che ritengo possano farmi fare il tuffo al meglio, sono attimi in cui il nostro cervello riesce a captare in maniera veloce, poi devi adattarti al movimento del trampolino, insomma varianti che possono accadere durante il tuffo. Poi ovviamente c’è quella tensione e quella adrenalina che potrebbero allontanarti da quelli che sono i pensieri che devi mantenere, lì devi essere bravo a gestire le emozioni.”

C’è differenza anche a livello di preparazione mentale tra il trampolino da 1 m e quello da 3 m? Ci vuole un allenamento differente o cambia solo l’esecuzione del tuffo?

“Come tecnica è molto simile, ti trovi su un piano instabile, ovviamente l’altezza influisce. Essendo più alto dai 3 metri ti dà quella sensazione di vuoto maggiore, non sono gli stessi tuffi perché qui si aggiunge un salto mortale che richiede più concentrazione più slancio e più velocità, sembra che fluttuiamo nell’aria ma la forza di gravità ci spinge velocemente verso il basso. Dal metro, invece, deve essere un gesto più rapido e sembra più difficile proprio per la mancanza di spazio, ma dai tre metri è la componente mentale che la rende più difficile.”

Nonostante sei allenamenti a settimana è riuscito a laurearsi in Lingue e Culture Moderne con un ottimo voto (108, ndr), come ha conciliato lo sport con lo studio?

“È stato un percorso difficile con tutti gli impegni sportivi anche fuori dall’Italia. Però sono dell’idea che il tempo lo si trovi, se una persona vuole trovare del tempo per fare altro lo trova, senza problemi. Ci sono dietro tanti sacrifici, è più una questione di volontà. Studiavo durante i viaggi e mi è capitato di preparare esami tra una gara e l’altra, certo non è il massimo, ma se è l’unico sistema bisogna saper ottimizzare i tempi. Dando la priorità allo sport ci ho messo un anno in più, quindi sono andato fuori corso, anche perché preparando i mondiali gli europei e poi nel 2016 l’olimpiade mi ero allontanato dallo studio per poi riprenderlo senza problemi. Dietro ci sono sacrifici sia dal punto di vista sportivo che universitario, ma l’ho fatto per una mia cosa personale ed è stato bello arrivare fino alla fine.”

È stato più emozionante laurearsi oppure conquistare un argento agli Europei o partecipare ad una Olimpiade? 

“Avendo dato la priorità allo sport, l’emozione di conquistare una medaglia agli Europei o ai Mondiali, o partecipare all’Olimpiade è una cosa impagabile e diversa dal laurearsi. L’impegno che ho messo in piscina per arrivare a partecipare all’Olimpiade è diversa da quella che ho messo nello studio, però la laurea è stato per me un traguardo importate, mi sono posto degli obiettivi ci sono arrivato e mi sono sentito soddisfatto del mio percorso.”

Ci spiega come mai gareggia per l’Esercito Italiano? Lei ne fa parte o è solamente a livello di organizzazione delle strutture? 

“Faccio parte del Gruppo Sportivo dell’Esercito da ormai sette anni ed è la mia società insieme al Cosenza Nuoto. Qui in Italia abbiamo la fortuna di essere aiutati e assistiti dai gruppi sportivi militari sotto molti punti di vista ed io sono orgoglioso di aver scelto l’Esercito poiché mi dà anche la possibilità di allenarmi nella piscina della mia città insieme alla mia allenatrice Lyubov Barsukova.”

Oltre ad allenarsi, quindi, ha dei compiti all’interno dell’Esercito? 

“Sì, abbiamo dei gradi, spesso abbiamo il rientro in caserma, però il nostro è un lavoro da sportivi.”

La pesca è un suo hobby, riesce a praticarla spesso o fa fatica considerando i suoi impegni sportivi? 

“In realtà faccio un po’ fatica, ma quando arriva il periodo primaverile-estivo e ci sono le belle domeniche di sole se riesco, metto la muta e mi rilasso, è un hobby in cui essendoci l’acqua, che è sempre presente (ride, ndr), mi rilassa tantissimo, e mi piace proprio perché essendoci l’acqua, riesco ad isolarmi da quelli che sono i pensieri del mondo quotidiano perché bisogna rimanere sempre concentrati e ti allontana un po’ da quella che è la solita vita.”

Che rapporto c’è con gli altri tuffatori Italiani? 

“Abbiamo un ottimo rapporto, siamo una squadra unita, adesso ci sono dei ragazzi più giovani che stanno crescendo bene quindi è una bella nazionale, si sta creando un bel grippo, sia a livello maschile che femminile siamo uniti e mi piace stare all’interno di questo gruppo.” 

A livello mentale, di preparazione tra un Mondiale, un Europeo e una Olimpiade, ci sono delle differenze o si preparano allo stesso modo e poi l’emozione del momento sul trampolino fa da padrona? 

“Adrenalina ed emozione fanno tanto, poi dipende dagli obiettivi stagionali e dalla gara più importante della stagione stessa. Ovviamente durante l’anno delle Olimpiadi non ci sono i Mondiali e si lavora tanto proprio in vista di questo grande appuntamento, mentre l’anno successivo ci sono i campionati mondiali, ma si lavora allo stesso modo in cui si sono preparate le Olimpiadi. Poi dipende dalla priorità della gara, ma se si vuole arrivare in forma ad una gara che noi definiamo importante anche i passaggi precedenti sono importanti.”

Ha qualche rito scaramantico prima di tuffarsi negli eventi importanti? 

“Mah, dico la verità, mi piace mettere le ciabatte sempre allo stesso posto in maniera ordinata e precisa, di altro non ho riti particolari, giusto questo delle ciabatte mi piace farlo prima di ogni tuffo, però è una mia cosa di tranquillità.”

Ringraziamo Giovanni Tocci per la disponibilità e la simpatia e gli auguriamo il meglio per i prossimi impegni sportivi. Ringraziamo anche l’Esercito Italiano per averci concesso la possibilità di intervistare Giovanni.

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