MILANO, dai nostri inviati Marco Corradi e Federico Mariani

”Azzurri di Gloria” ha ottenuto l’accredito per il Giro d’Italia del centenario e, dopo la due giorni tra Tortona e Castellania, eravamo presenti all’arrivo a Milano, dove abbiamo realizzato svariati contributi e interviste: ecco a voi le parole di Paolo Tiralongo.

Paolo Tiralongo

Foto ADG

PAOLO TIRALONGO INTERVIENE AI MICROFONI DI ”AZZURRI DI GLORIA”

40 anni da compiere, nell’anno che concluderà una carriera da ottimo gregario: Paolo Tiralongo è una delle figure che hanno attraversato in lungo e in largo il ciclismo degli anni Duemila, vivendo da capitano la sola Vuelta 2009, in quella che era la sua ultima stagione nelle fila della Lampre (8° posto). Dopo quell’ottimo risultato, il corridore italiano si è dedicato ad aiutare gli altri, schierandosi come gregario al fianco di Alberto Contador, Fabio Aru, Vincenzo Nibali e tutti i capitani dell‘Astana: è stata una carriera ricca di soddisfazioni ”da aiutante” la sua, ma scandita anche da tre successi di tappa al Giro d’Italia. Tiralongo ha vinto infatti la Bergamo-Macugnaga nel 2011 (aiutato da Contador), la Recanati-Rocca di Cambio nel 2012 e la Benevento-San Giorgio del Sannio nel 2015: successi importanti, ottenuti anche in età avanzata, quando solitamente si finisce col calare. Paolo Tiralongo non ha avuto questo calo fisiologico, ma ha vissuto qualche difficoltà nel Giro 2017, come lui stesso ha raccontato ai nostri microfoni: ecco dunque le sue parole.

UNA COSTOLA ROTTA E IL RICORDO DI MICHELE SCARPONI: IL GIRO DI PAOLO TIRALONGO

Ciao Paolo, il Giro si è concluso: come valuti il tuo cammino?

”Per me non è stato facile, arrivare a Milano con una costola rotta non è affatto semplice. A tratti non riuscivo neanche a respirare, poi grazie al sostegno dei miei chiropratici e osteopati sono riuscito a dilatare il mio respiro. Non è stato facile, ma sono felice di essere arrivato a Milano: è il mio ultimo Giro, e volevo assolutamente concluderlo”.

Rispetto agli scorsi Giri, questo è speciale perchè è il Giro d’Italia del centenario: quali sono le tue sensazioni?

”È il Giro del centenario, ma per noi è stato un Giro non bello sin dall’inizio, per quello che è successo a Scarponi: abbiamo cercato di onorare la corsa nel miglior modo possibile, e siamo qui a raccontare 21 tappe di fatica, dolore e anche qualche piccola gioia”.

È un Giro, come dicevi, nel segno di Michele Scarponi…

”Mi ha fatto piacere vedere l’affetto della gente, che nelle strade ricordava costantemente Michele, ed è stato bello vederlo ricordare da ogni atleta che era stato con lui in squadra: ho apprezzato che Landa e Scarponi l’abbiano ricordato dopo i rispettivi successi di tappa, è stato emozionante”.

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