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Alex Schwazer dopo la vittoria della 50km a Roma che gli aveva garantito il pass olimpico

La notizia della presunta positività di Alex Schwazer ha scioccato l’atletica italiana. Il marciatore altoatesino era tornato dopo una prima squalifica per l’uso di Eritropoietina nel 2012 e si era messo in mostra per gli ottimi risultati conseguiti con la collaborazione di Sandro Donati. Risultati che gli erano valsi l’accesso ai Giochi Olimpici di Rio 2016. Molto probabilmente, Alex vedrà le Olimpiadi da casa anche stavolta.

Non voglio stabilire se questo atleta sia colpevole o meno. Manca ancora la conferma ufficiale alla notizia-shock riportata dalla Gazzetta dello Sport. Ci saranno organi di giudizio deputati a risolvere questo caso spinoso. Tuttavia, la vicenda è piuttosto torbida, con lati oscuri che lasciano spazio a diversi interrogativi e a varie interpretazioni. C’è la tesi inquietante di un possibile complotto, ribadita ieri dallo staff del marciatore. Ci sono alcune domande che sorgono spontanee: possibile che un ragazzo apparso pentito 4 anni fa sia ripiombato nuovamente negli stessi vizi con questa facilità? Non è servito a nulla il lavoro svolto con Donati, da sempre considerato un fautore della lotta al doping? E ancora: è credibile un sistema in cui si ricontrolla un campione a 5 mesi dalla prima analisi negativa, stravolgendone l’esito? Tutto sbagliato nei mesi precedenti o si tratta di una controanalisi errata? Che bisogno c’era di ritoccare una provetta già studiata tempo addietro?

Sono soprattutto queste ultime domande a far più male. Al di là della colpevolezza del singolo, la federazione atletica italiana, la FIDAL, e la IAAF sono i veri sconfitti di giornata. Un movimento che permette ad un quotidiano, seppur autorevole, come la Gazzetta dello Sport, di lanciare accuse, senza puntualizzare o replicare, tutelando in qualche modo un proprio tesserato, è deludente, poco autorevole, addirittura debole. E poi, com’è possibile che il sistema antidoping presenti falle o ritardi così elevati ed evidenti? Se anche Schwazer fosse colpevole, perché non ci si è accorti della sua positività subito, considerati i valori anormali? La puntualità e la credibilità dei controllori sono elementi imprescindibili per garantire serietà ad un intero movimento. Quanto è accaduto in queste ultime ore è un autogol clamoroso per l’atletica italiana, che stava cercando di ricostruirsi dopo lo scandalo doping scoppiato durante l’inverno. Le Olimpiadi dovevano essere l’occasione per ben figurare. A prescindere dall’esclusione o meno di Schwazer, l’atletica italiana esce con le ossa rotte ancora prima di iniziare a fare sul serio. Il giorno della presentazione degli azzurri che parteciperanno ai prossimi Giochi Olimpici al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non poteva coincidere con un momento così nero.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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