Un salto, una medaglia. Agli Europei di atletica indoor Fabrizio Donato ottiene la misura per il podio del salto triplo già al secondo tentativo, poi si siede e aspetta che la storia faccia il suo corso. Un gladiatore della pedana, che ha emozionato l’arena di Belgrado, salvando con il suo argento un’Italia sempre più comparsa nell’atletica internazionale.

Fonte: etnapress.it

IL MAESTRO DONATO SALE IN CATTEDRA ED E’ ARGENTO

Ieri Fabrizio Donato ha fatto sognare la Kombank Arena di Belgrado conquistando la sua quinta finale europea nel salto triplo, oggi ha regalato a questo sport e all’atletica azzurra un altro bellissimo capitolo da raccontare. Donato ha giocato d’astuzia e con i nervi degli avversari, consapevole che a 40anni passati e con un tendine in allarme, non poteva permettersi inutili sprechi di energia. L’atleta di Latina piazza subito la misura giusta al secondo salto, un 17.13 che lo porta sul podio subito dietro il portoghese Evora, poi si siede e resta in attesa per tre salti. Gli avversari ci provano, ma nessuno riesce a spodestare Donato dal suo gradino, che si alza solo quando l’argento è ormai certo. L’azzurro torna in pedana per godersi il suo momento e un ultimo salto che sembra più un red carpet, con l’applauso del pubblico che lo accompagna. La misura di 16,43 conta poco. Donato è medaglia d’argento e ancora una volta solleva con la sua volontà la spedizione azzurra, proprio come aveva fatto alle olimpiadi di Londra 2012 vincendo il bronzo. Viene da chiedersi a chi ci rivolgeremo una volta che Donato lascerà le competizioni.

BUONI PROPOSITI, MA NESSUNA MEDAGLIA

Non arrivano altre medaglie per l’atletica agli europei indoor di Belgrado. Nella staffetta 4×400 femminile le azzurre pagano una partenza troppo sottotono con l’esordiente Lucia Pasquale che con la sua frazione mette in difficoltà le compagne. Maria Enrica Spacca è costretta a forzare la sua corsa, Mariabenedicta Chigbolu prova il recupero conquistando posizioni e si spera quasi nell’impresa quando il testimone passa ad Ayomide Folorunso. Il suo giro di pista è incredibile, peccato che ormai sia troppo tardi. Vince la Polonia, segue la Gran Bretagna e l’Ucraina a pochi centesimi di distanza 3.32.10 contro i 3.32.87 delle azzurre. Nel salto in alto Silvano Chesani chiude sesto e vede il bronzo al collo del bielorusso Selivertsau nonostante la misura saltata, 2.27 sia la stessa, ma il percorso dell’azzurro ha troppi errori e quando gli si presenta l’occasione di salire a 2.30 e prendersi il podio non riesce a centrare il salto. Nel mezzofondo settimo posto e personal best per Giulia Viola nei 3000m, mentre nella gara maschile Razine e Crippa chiudono sesto e settimo.

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Giulia Cannarella
Giornalista pubblicista, collaboratrice per Runner's World Italia. In precedenza redattrice per Agr-agenzia giornalistica radiotelevisiva e collaboratrice per la Gazzetta dello Sport inserto Milano-Lombardia

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