Debole e vulnerabile ai Mondiali di Londra, capace di far strage di medaglie a livello giovanile: sono i due volti dell’atletica italiana. Ma quali sono le speranze di crescita? Scopritelo nella nostra inchiesta.

atletica

POCHISSIME CERTEZZE E UNA SOLA MEDAGLIA: LA CRISI DELL’ATLETICA PROSEGUE A LONDRA 2017

Un infortunio pre-Mondiale a tagliarci le gambe, un vecchio problema fisico (vecchissimo, parliamo del pre-Rio) a toglierci la maggior speranza di medaglia, e un movimento in crisi: si può leggere così il Mondiale di Londra per l’atletica italiana, che ha ottenuto solo il bronzo di Antonella Palmisano e pochissime finali (il 6° posto di Meucci nella maratona rappresenta l’altro risultato di rilievo), proseguendo nel suo lento e inesorabile declino. Da un lato la sfortuna, col ko di Fabrizio Donato poco dopo l’argento europeo indoor e la perdita di un ”vecchietto” (41 anni!) da medaglia, dall’altro il lento recupero di Gianmarco Tamberi, che dopo il calvario post-infortunio è riuscito solo ad arrivare a 2.29 ed è mestamente uscito nelle qualificazioni. Per Gianmarco era importante esserci e dimostrare a tutti la propria ripresa, per il resto dell’atletica azzurra, eccezion fatta per quel Filippo Tortu che è la nostra grande promessa e a 19 anni ha già raggiunto la semifinale iridata nei 200m (e non era al 100%!), Londra 2017 è stata una tremenda delusione: il movimento azzurro ha confermato l’atavica crisi degli ultimi anni, trovando nuove delusioni da coloro che pure si erano comportati bene a Rio 2016: la 4×400 femminile, con una Libania Grenot ai minimi termini, ha mancato la finale, e Alessia Trost (con Tamberi sr come tecnico) si è nuovamente fermata nella sua crescita. A livello giovanile sembrava destinata a diventare la nuova stella del salto in alto, ora invece è entrata nella ”consueta” (per noi, almeno) spirale di lento passaggio alla ”normalità” e ai risultati di scarso rilievo: come l’acciaccato Tamberi, anche Alessia è uscita nelle qualificazioni, deludendo le attese. E così, i tifosi azzurri, al netto del favoloso bronzo di Antonella Palmisano (atleta potenzialmente da oro), hanno avuto ben poco per gioire: qualche finale e pochi piazzamenti, su tutti quello di Marco Lingua che è approdato all’atto conclusivo a 39 anni. Ma quali sono le prospettive della nostra atletica, che continua a produrre talenti a livello giovanile e bruciarli al momento del passaggio tra i grandi?

FILOTTO DI MEDAGLIE TRA EUROPEI, UNIVERSIADI E NON SOLO: È UN’ATLETICA PER GIOVANI?

Al disastro dell’atletica dei ”grandi”, fanno da contraltare le grandi prestazioni dei nostri atleti a livello giovanile: segnale che il movimento, foraggiato dai consigli di quello Stefano Baldini che è diventato responsabile tecnico degli U25, ha parecchi talenti in erba (da sempre), ma poi fatica a portarli alla definitiva consacrazione. Il movimento italiano non è a ciclo continuo come quello degli USA, ma produce costantemente atleti che ottengono buoni risultati tra i pari età, per poi perdersi nel passaggio ai pro’: le recenti rassegne giovanili l’hanno confermato, con l’Italia che è stata protagonista a livello continentale e non solo. La lunga estate medagliata dell’atletica italiana è iniziata con gli Europei U23, nei quali l’Italia ha ottenuto risultati sorprendenti: 8 medaglie per gli azzurri, che hanno gioito per gli ori di Yeman Crippa (5000m), Yohanes Chiappinelli (3000 siepi) e Ayomide Folorunso (400hs), gli argenti di Christian Falocchi (alto), Filippo Randazzo (lungo) e Ahmed Abdelhawed (3000 siepi) e i bronzi di Sebastiano Bianchetti (peso) ed Erika Furlani (alto).

Medaglie anche negli Europei U20, con l’Italia che è stata trascinata dalla stella di Filippo Tortu, capace di vincere l’oro nei 100m (10”73) e l’argento nella 4×100 maschile: per gli azzurri 9 podi assoluti, con gli altri ori nei 400m con Aceti e nella 4×400 maschile (Aceti, Scotti, Gjetja, Sibilio), mentre Poliparenko (10000m), Sibilio (400hs), Dallavalle (salto triplo) e Visca (giavellotto F) sono arrivati all’argento, e Battocletti ha ottenuto il bronzo nei 3000m. E poi, i giovanissimi (8 medaglie allo European Festival of Youth Olympics) e gli universitari, con le 6 medaglie nell’atletica leggera alle Universiadi: a Taipei, in una manifestazione dal minor livello tecnico rispetto a Mondiali ed Europei, gli azzurri hanno conquistato due ori (Folorunso 400hs, Siragusa 200m), due argenti (Fassinotti alto, Siragusa 100m) e due bronzi (Stecchi asta, Anna Bongiorno 200m). Insomma, i talenti ci sono, anche se le tante medaglie europee andranno poi testate a livello mondiale, dove il livello s’innalza terribilmente e le difficoltà aumentano: un dato confermato dalle difficoltà di Ayomide Folorunso a Londra e dai risultati passati, ma è altrettanto vero che tutte queste medaglie a livello giovanile fanno ben sperare. Riusciranno Tortu e gli altri esponenti della generazione dei talenti a colmare i tanti vuoti dell’atletica azzurra? Lo scopriremo presto, e gli azzurri sperano di tornare a vedere la luce entro Tokyo 2020

ULTIME NOTIZIE SPORTIVE AGGIORNATE SU AZZURRI DI GLORIA

News di sport a cinque cerchi tutti i giorni sul nostro sito.
Scopri tutte le ultime notizie di atletica leggera anche sui nostri social: Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e Google +.

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

Potrebbero anche piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *