La 51enne primatista italiana nei 10 km è stata trovata nel giardino di casa sua, impiccata ad un albero. Si tratta di suicidio, le cui cause restano sconosciute.
UN SUICIDIO AVVOLTO NEL MISTERO
Una tragedia colpisce il mondo dell’atletica, portandosi via uno dei nomi più illustri della nostra storia sportiva: Maura Viceconte si è tolta la vita a 51 anni. Un dramma improvviso, che al momento non trova spiegazioni: la fondista, ritenuta da molti come la più forte italiana di tutti i tempi, è stata trovata nel giardino della sua abitazione dal compagno, impiccata ad un albero dopo essere uscita per buttare la spazzatura. Nessun biglietto d’addio, nessun indizio che possa spiegare questa sua decisione.
Le persone a lei vicine parlano di preoccupazioni sul posto di lavoro (la Savio, azienda in cui era impiegata in Val di Susa, è in forte crisi), mentre Luigi Cantore, regista del docufilm autobiografico sulla vita di Maura, riferisce di “brutti pensieri, ma legati al passato”. La stessa atleta si era mostrata serena e soddisfatta del lavoro svolto dall’amico, proiettato lo scorso novembre.
Niente insomma che possa aiutare a comprendere i motivi dietro la tragico epilogo di una straordinaria combattente: bronzo agli Europei di Budapest 1998, Azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, è tuttora primatista italiana nei 10 km.
Il tempo e le atlete avversarie non sono gli unici ostacoli che è riuscita a vincere: il peggiore, il cancro al seno, fu sconfitto nel 2010 dopo 3 anni di battaglie, facendo diventare Maura ancora di più un simbolo dello sport e della vita.
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