Atletica Roberto Fabbricini: abbiamo intervistato l’ex segretario generale del Coni la cui vita è stata dedicata allo sport in occasione della sua candidatura alla presidenza della Fidal per le elezioni 2021.

Roberto Fabbricini

ATLETICA ROBERTO FABBRICINI: “VALORIZZARE TERRITORIO E MASTER PER FAR TORNARE I GIOVANI ALL’ATLETICA E FORMARE CAMPIONI”

Le elezioni per proclamare il nuovo presidente della Fidal – Federazione Italiana Di Atletica Leggera sono alle porte. In occasione di questo importante appuntamento, abbiamo intervistato Roberto Fabbricini, uno dei candidati alla presidenza per il periodo 2021/2024.

Classe 1945, Roberto Fabbricini è stato primatista e campione italiano juniores nella staffetta 4×100 nel 1962, conquistando nello stesso anno anche il titolo italiano studentesco. Fabbricini ha più di 30 anni di esperienza dirigenziale, tra cui il ruolo quinquennale di segretario generale del Coni dal 2013 al 2018, anno in cui è stato insignito della Collana d’oro al merito sportivo.

Come da lui confermato, “la mia vita professionale è stata dedicata allo sport, con grandi soddisfazioni e emozioni. Mi ha permesso di vedere il mondo e di conoscere i più grandi atleti e allenatori. Mi sono avvicinato all’atletica durante il ginnasio, facendo parte del gruppo sportivo studentesco, diventando campione nazionale juniores nella staffetta 4×100. Mi sono laureato in Scienze Motorie Sportive e sono diventato Maestro di Sport. Lavorativamente, mi sono dedicato alla Federazione e al Coni. Ho avuto una vita molto gratificante, e la decisione di candidarmi alla presidenza Fidal è una forma di riconoscenza verso una Federazione e un mondo che mi ha dato tanto, voglio restituire il favore e cercare di risolvere i problemi presenti all’interno dell’istituzione.”

Uno dei punti focali del programma di Fabbricini sono i ‘Contributi agli associati’: “Le società sportive sono ovviamente le prime fucine di talenti, e sono in grandi difficoltà. Anche se la crisi economica tocca ogni ambito del Paese, le risorse del Governo per lo sport italiano rimangono immutate. Bisogna cercare risorse aggiuntive erogate grazie al contenimento delle spese e della macchina federale per destinarle all’attività delle società. Inoltre, è doveroso valorizzare il territorio: è lì che nascono campioni, dirigenti e tecnici. Il risparmio può arrivare dalla migliore organizzazione dell’attività istituzionali, ad esempio molti dei consigli federali possono essere svolti via web, come in questo sciagurato periodo, tagliando notevolmente i costi di viaggi, alloggi, etc. Inoltre, tra le voci di bilancio da ridurre ci sono sicuramente i grandi collaboratori, che necessitano di grosse cifre: la Federazione è composta da 120 impiegati, che possono essere coinvolti in modo più attivo e possono svolgere le stesse funzioni e mansioni di alcuni collaboratori. Si può quindi migliorare il personale, renderlo più partecipe di un progetto più costruttivo per tutti. I soldi risparmiati andrebbero in una sorta di salvadanaio per le società, ma ovviamente non si può promettere la Luna per non perdere credibilità.”

Sulla situazione legata ai giovani e alla scuola, Fabbricini afferma che “ci sono meno giovani che praticano l’atletica: bisogna averla nel sangue, essere portati, perché comporta poco divertimento e tanta fatica. I giochi di squadra sicuramente attirano di più i ragazzi, creano più unità, più svago. A livello scolastico, è necessario incrementare l’educazione fisica, promuovere l’attività sportiva dalla scuola primaria, organizzare competizioni interne, tra istituti. Come Federazione dobbiamo portare noi l’atletica nelle scuole. Fare di più per la scuola rimane la madre di tutte le battaglie: bisogna far divertire con l’atletica e deve essere un processo che procede negli anni. Dobbiamo riuscire a comunicare la bellezza e l’universalità dell’atletica, base per tutte le attività sportive: la corsa, i salti, la competizione. Un’altra via per entrare nel cuore delle famiglie sono anche i Master, i migliori promotori dello sport, esempio lampante di quanto l’atletica faccia bene e preveda poco dispendio di denaro. I nonni, i genitori che ispirano e coinvolgono i giovani possono essere la migliore risorsa.”

Per quanto riguarda la pratica mondiale dell’atletica che coinvolge i nostri migliori rappresentanti, Roberto Fabbricini sottolinea che “la competitività internazionale è elevatissima per tutte le discipline dell’atletica, l’unico sport alle Olimpiadi che vede sempre tutti i cinque continenti a medaglia. Negli ultimi anni si è visto uno strapotere degli atleti di colore che crea grandi conflittualità sul campo e rende difficile raggiungere grandi risultati per l’Italia. Per i nostri atleti, le discipline di punta rimangono la marcia, che ha una grande tradizione; i salti, che hanno visto nascere degli interpreti molto interessanti, come anche la velocità fino ai 400 metri, dove alcuni giovani si stanno esprimendo molto bene. È necessario lavorare con capillarità sul territorio e dedicare attenzione a tutte le discipline. Un campo che sicuramente mi piacerebbe rivalutare è la mentalità della polifunzionalità, le multidiscipline. La poliedricità del decathlon e dell’eptathlon è complessa ma molto attraente e divertente, anche analizzando gli ascolti televisivi dei grandi eventi. Anche negli ostacoli l’Italia può essere competitiva, bisogna in generale lavorare di più e meglio.”

Parlando della marcia e della sua grande tradizione, il pensiero va giocoforza all’imminente cancellazione della prova di marcia sui 50km alle Olimpiadi di Parigi 2024: “negli ultimi quadrienni si è seguito troppo il flusso del momento,” sostiene Fabbricini. “È importante seguire le esigenze di televisioni e giovani, ma non si può trascurare la storia, inserendo nuovi sport e gare con medaglie miste per cancellarne altri con lunga tradizione. Significa togliere dignità, cultura e storia alle Olimpiadi stesse. La marcia 50km è l’emblema della fatica dei grandi campioni, eliminando la gara si cancella parte del vero sapore dell’olimpismo, problema che tocca anche altre discipline storiche, come il pugilato.”

Per quanto riguarda il futuro imminente dell’atletica, Fabbricini spera che “a Tokyo non ci siano troppe restrizioni, l’Olimpiade deve essere vissuta in libertà soprattutto dagli atleti, i veri protagonisti dell’evento. Parlando delle nostre punte di diamante, di sicuro si possono citare nel salto in alto Gianmarco Tamberi, istrione e atleta, un personaggio che ha attirato di nuovo molta attenzione sull’atletica, essendo molto carismatico; nella velocità Filippo Tortu, per lui un’altra finale come quella Mondiale sarebbe un ottimo risultato e un’ulteriore conferma; la 4×100 e la 4×400, staffette molto competitive. La marcia rimane sempre un grande serbatoio di risultati positivi a livello internazionale. Se l’Italia dell’atletica tornasse da Tokyo con tre medaglie, sarebbe un grandissimo risultato.”

Se venisse eletto, Roberto Fabbricini si dedicherebbe prima di tutto alla “riorganizzazione della struttura federale. Gli interventi più tecnici, legati al campo, dovranno aspettare la seconda parte del 2021: l’obiettivo principe sono i Giochi olimpici di Tokyo e ormai la macchina è in dirittura di arrivo, il lavoro è già impostato e deve essere portato a termine nel migliore dei modi. La pratica dell’atletica proseguirà in questo modo fino a Tokyo, dopo bisogna trovarsi pronti per interventi strutturali per il quadriennio, incrementando e migliorando la cultura dei tecnici, il centro studi, ripristinando aspetti propedeutici.”

Ultimo argomento trattato sono stati i Campionati europei di Roma 2024: “l’assegnazione alla Capitale mi preoccupa dal punto di vista delle risorse economiche. La crisi è innegabile e servono finanziamenti ad hoc degli Enti coinvolti, interventi del Governo, tutto molto complicato di questi tempi. La municipalità di Roma ha il bilancio in rosso, quello del Coni è ristretto, e una parte del denaro va devoluto ovviamente alle varie Federazioni. Sono molto contento che l’Italia ospiterà nuovamente una competizione di tale livello, ma i miei dubbi sono legati anche all’aspetto tecnico: gli Europei si svolgeranno dopo 20/30 giorni dalle Olimpiadi di Parigi, il livello degli atleti che parteciperanno potrà essere inficiato. Così come anche la partecipazione del pubblico: è probabile che gli appassionati faranno sacrifici per recarsi a Parigi per assistere ai Giochi olimpici piuttosto che agli Europei. La situazione è deficitaria sotto molti punti di vista, soprattutto a livello economico-finanziario. Vedremo come procederanno le cose.”

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Giornalista, onnivora di cultura a 360º. Lavoro nel campo dei media, in particolare nel mondo dell'informazione e social. Lo sport è una delle mie tante passioni, coltivata sul campo, sui libri e sullo schermo.

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