Dopo alcuni mesi di tensione e la guerra dell’estate 2016, sembra finalmente giungere al termine il dualismo tra la Basketball Champions League targata-FIBA e l’Eurocup: ecco cosa cambierà per le squadre italiane, che torneranno ad avere libertà di scelta.

L’ANTEFATTO: GUERRE MEDIATICHE, MINACCE E IMPOSIZIONI. LA LUNGA ESTATE (2016) DEL BASKET EUROPEO

Un’estate di battaglie, mediatiche e non. Si possono riassumere così i mesi centrali del 2016 del basket europeo, che è stato ”trascinato” all’interno di una svolta che ha stravolto la partecipazione alle coppe europee: di punto in bianco, infatti, forse per invidia nei confronti dei ricavi ottenuti dall’Eurolega (organizzata privatamente dai club) e del buon livello dell’Eurocup, la FIBA aveva deciso di organizzare la propria competizione continentale, ribattezzata subito Basketball Champions League, e andare allo scontro coi club. Il discorso fatto dalla FIBA, che puntava ad avere i migliori club all’interno della propria coppa, era molto semplice: tanti saluti alle vecchie competizioni europee e all’ULEB, le federazioni, in quanto affiliate alla FIBA stessa, dovevano prendere posizione a favore della Champions League, anche a costo di minacciare i club che non volevano iscriversi alla nuova competizione, sicuramente meno redditizia di Eurocup ed Eurolega. Sono stati mesi di tensione, quelli che hanno preceduto le Olimpiadi di Rio 2016, dato che la FIBA minacciava di squalificare le nazionali dalle competizioni internazionali, qualora i club avessero ”disertato” la Champions League: un ”grimaldello”, questo, che ha di fatto spinto molte federazioni (tra cui la nostra FIP) ad obbligare i club all’iscrizione alla nuova competizione, pena sanzioni durissime. Anche la nostra FIP, come già vi avevamo anticipato, ha aderito ai ”crumiri”, inserendo all’interno del regolamento federale un articolo (il famigerato articolo 2) per il quale, per ottenere l’iscrizione ai campionati, le società devono prendere parte alle competizioni sotto l’egida federale: tradotto, ”se ti iscrivi all’Eurocup, saluta il campionato nazionale”. E così, a differenza della Spagna che ha appoggiato l’Eurocup fino in fondo (portando in finale Valencia), l’Italia ha scelto la FIBA e iscritto alla competizione Avellino, Varese, Sassari e Venezia, con le ultime due che hanno abbandonato il contratto triennale con Eurocup per evitare sanzioni, e ora, dopo una lunga campagna, dovranno cercare la rimonta nel ritorno dei quarti contro Monaco (si parte dal -11 dell’andata) e Pinar Karsiyaka (si parte dal -3). Questo è l’antefatto e il riassunto della lunga estate caldissima del basket, ma ora le cose sono destinate a cambiare, dopo che la FIBA ha deciso di recuperare un pizzico di buonsenso e restituire ai club la libertà ”rubata” in estate.

FIBA-EUROCUP, LA ”GUERRA” FINISCE NEL 2017-18. ECCO COSA CAMBIERÀ PER LE ITALIANE

È una decisione condivisa dall’organismo internazionale e dalle federazioni nazionali, quella che restituirà ai club la possibilità di partecipare all’Eurocup e cancellerà un embargo che non aveva il minimo senso: anche la FIP ha aderito a questa nuova svolta del basket europeo, a un ritorno al passato che aprirà nuove strade continentali ai nostri club, lasciando totale libertà di scelta sulla competizione alla quale prendere parte e mettendo una sola condizione. I club, eccezion fatta per quella Milano che ha un contratto pluriennale con Eurolega e resterà l’unica partecipante italiana nella massima competizione europea (nonostante il disastro dell’attuale stagione), avranno infatti il vincolo di non poter firmare contratti pluriennali, così da evitare partecipazioni ”di default” a una competizione e ricondurre tutto al merito stagionale: nella fattispecie, saranno due i posti disponibili in Eurocup per i club italiani, e tre quelli nella Champions League FIBA. Posti che sono tutti da assegnare dato che, contrariamente a quanto si pensava, la FIP ha scelto di non stabilire una competizione ”prioritaria” e lasciare totale libertà alle società riguardo alla partecipazione a Eurocup o Champions League (l’articolo 2 verrà presto cancellato): i 5 posti disponibili, dunque, saranno sì assegnati in base alla classifica finale e ai risultati nei playoff, ma saranno i club stessi a decidere quale competizione svolgere, seguendo criteri sportivi o economici (la FIBA vorrebbe inserire ”gettoni” molto cospicui per chi sceglierà la Champions). Di fatto, le ”eleggibili” per le coppe saranno le finaliste dei playoff, le semifinaliste sconfitte e una/due tra le partecipanti ai quarti, da scegliere attraverso il miglior piazzamento nella regular season: e diciamo una/due perchè c’è sempre il fattore-Milano, dato che l’EA7 è già iscritta ad Eurolega e non andrà ad occupare un posto nelle altre competizioni. Una nuova era, insomma, o semplicemente un saggio ritorno all’antico che ci riporta a un basket democratico e privo di assurdi ”ordini dall’alto”: i club torneranno padroni del proprio destino, e l’Eurocup potrà recuperare le società italiane. Magari partendo da quella Reggio Emilia che si era rifiutata di partecipare alla Champions FIBA per onestà intellettuale, e ora spera di riacciuffare la qualificazione alla competizione con la quale aveva firmato un contratto triennale, prima del disastro targato FIBA e FIP.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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