A Cantù si sta attraversando un periodo concitato in quanto il rapporto tra i tifosi e la dirigenza della Pallacanestro Cantù non è assolutamente tra i migliori. E con l’inizio della nuova stagione nulla pare essere cambiato: addirittura c’è stato anche un problema con i pagamenti dei primi stipendi.

Gerasimenko, patron della Pallacanestro Cantù

Gerasimenko, patron della Pallacanestro Cantù (fonte immagine: corrieredicomo.it)

DMITRY GERASIMENKO E I PAGAMENTI IN RITARDO

La stagione cestistica italiana 2017/’18 è ormai alle porte: quattro settimane circa e si scenderà sul parquet per la prima giornata di Serie A. Le squadre hanno ormai fatto gran parte del loro lavoro sul mercato in vista dell’annata che sta per cominciare. Anche a Cantù sono arrivati nuovi giocatori tra cui Randy Culpepper, play “sparatutto” ex Krasnyj Oktjabr (squadra russa fondata da Gerasimenko e scioltasi lo scorso anno), e Charles Thomas, ala grande o centro in base alle occasioni. Entrambi sono arrivati abbastanza presto a Cantù (il primo a metà giugno, il secondo a fine luglio) e con loro anche le prime polemiche. Qualche giorno fa, i due statunitensi si sono lamentati sui social di pagamenti non avvenuti. Culpepper ha scritto un tweet, poi rimosso, dicendo che è un po’ troppo presto per essere in ritardo con i soldi (a dover di cronaca, usa la parola “bread” che nello slang americano ha appunto il doppio significato di “pane” e “soldi”). Lo segue a ruota, forse incoraggiato dall’azione del suo compagno di squadra, Thomas che usa le Instagram Stories per segnalare il disagio e lo fa anche con parole molto dure.


Per Thomas, andare a Cantù è addirittura la peggior decisione della sua vita e sconsiglia poi di approdare e sognare di giocare per club europei perché non va tutto rose e fiori come sembra. Nella terza storia afferma che, qui in Europa, le squadre non si interessano a te, alla tua famiglia, alle tue bollette e a come tu possa mangiare.

GERASIMENKO E IL RAPPORTO CON I TIFOSI

Dmitry Gerasimenko, imprenditore russo, diventa proprietario, o meglio maggior azionista, della Pallacanestro Cantù nel novembre del 2015. Con il suo arrivo coincidono le partenze di vari membri storici della società, stravolgendola. Come primo passo, toglie Fabio Corbani dalla panchina chiamando Sergey Bazarevich. Spende un bel gruzzoletto per Ron Artest (in quel periodo The Panda’s Friend, ora di nuovo Metta World Peace), annunciato come innesto per raggiungere i playoff. Dopo Bazarevich si alternano il lituano Rimas Kurtinaits, l’ucraino Kirill Bolshakov e Carlo Recalcati. In vista della stagione che sta per iniziare ha pensato bene di ridare fiducia al tecnico ucraino attirando aspre critiche da parte dei tifosi. Le lamentele recapitategli riguardano sia la scelta in sé (i tifosi non sono convinti che Bolshakov sia un allenatore in grado di portare in alto Cantù) sia il fatto che, in favore del suo approdo, è andato via Recalcati. Evento che ha messo in cattiva luce il patron anche se, a dirla tutta, lo sviluppo dei fatti non pare essere stato raccontato così come le cose sono effettivamente andate. A scatenare ancor di più l’ira della tifoseria canturina sono i prezzi della campagna abbonamenti, altro capitolo bollente della questione. Addirittura toglie la possibilità di abbonarsi al secondo anello con un tifoso in particolare che gli fa notare l’errore.

GERASIMENKO SULLA CAMPAGNA ABBONAMENTI

Trovandosi in un momento, per così dire, nero, in cui la fiducia dei propri tifosi sta scemando, Gerasimenko è intervenuto a “Radio Cantù” per chiarire ogni dubbio. Ha risposto a varie domande scritte direttamente dai tifosi, analizzando e dando una sua spiegazione per ogni punto d’incongruenza tra lui e la tifoseria. Partendo proprio dall’ultima questione tirata in ballo nel paragrafo precedente, Gerasimenko sostiene che in media ci sono 3000 spettatori alle partite casalinghe della Pallacanestro Cantù. Dato ottimo se non fosse che più o meno la metà di queste persone entra in palazzetto senza pagare. Motivo? Semplici spettatori non paganti e spettatori entrati grazie agli sponsor. Da qui parte la scelta di modificare quasi in toto il piano per la campagna abbonamenti.

“I ricavi dei biglietti portano guadagni alla società ma così il meccanismo non funziona. Nella scorsa stagione per il secondo anello sono stati venduti 396 abbonamenti. Abbiamo dato a persone con poca economia la possibilità di spostarsi sul settore curva per essere più vicini ai nostri tifosi. Abbiamo inoltre aumentato l’età delle persone che hanno diritto ad uno sconto. Ora fino ai 21 anni si pagano 150 euro mentre prima erano 180. Per i settori giallo e verde, il prezzo è aumentato di 70 euro. Se consideriamo le 15 partite e dividiamo la cifra, vuol dire che chiediamo 5 euro in più a partita.”

Effettivamente non c’è un enorme differenza di prezzi. Piuttosto è un modo per aumentare gli introiti della società senza scavare esageratamente nelle tasche dei tifosi. Gerasimenko invita poi a fare l’abbonamento per essere sempre presenti al palazzetto e sostenere anche il lato economico della squadra. “La squadra senza di voi non esiste, comprate gli abbonamenti e andate a vedere le partite”.

GERASIMENKO SULLA QUESTIONE RECALCATI

A molti tifosi di Cantù non è andato giù l’addio di Recalcati e la richiamata di Bolshakov. Stando alle parole di  Gerasimenko durante l’intervista su “Radio Cantù”, è stato Recalcati stesso a chiedere di lasciare la guida della squadra (si presuppone per incogruenze nelle modalità di svolgimento del lavoro). Quindi, cambia il panorama secondo cui era stato lui a non volerlo più come coach.

“Il contratto era anche per la stagione successiva, poi è successa una cosa straordinaria che non rientra nell’etica professionale. Avete letto solo una serie di interviste che sono state fatte da Recalcati. L’iniziativa di lasciare Cantù è partita dall’avvocato di Carlo, non posso commentare i particolari per questioni legali. Ci siamo lasciati ufficialmente, la società non era interessata a cambiare ma è successo.”

Gerasimenko non è visto di buon occhio da gran parte della tifoseria proprio per questo motivo. Non che il fatto che sia stato Recalcati a voler andare via lo scagioni automaticamente da ogni colpa ma per lo meno non gli si può attribuire la volontà di cacciare l’ex coach dell’Italia. È ovvio comunque che se Recalcati, così come farebbe qualsiasi altro allenatore, ha fatto tale richiesta vuol dire che non era nelle condizioni idonee per portare avanti il suo lavoro.

GERASIMENKO SUI PAGAMENTI NON EFFETTUATI

E adesso avanti con la questione più succosa vista anche la freschezza della polemica. Nell’intervista a “Radio Cantù” dice di aver effettuato tutti i pagamenti e che non c’è stato alcun tipo di problema. Ogni possibile teoria di crollo finanziario della società può essere quindi fatto da parte. Gerasimenko ha solo leggermente ritardato a quanto pare ma i soldi non sono mai mancati. Probabilmente può aver incontrato qualche iter burocratico nel trasferimento dei soldi dalla Russia all’Italia che ha fatto slittare il tutto o semplicementi altri problemi relativi ai suoi conti. A questo punto la polemica portata avanti da Culpepper e in particolare da Thomas si può ritenere ufficialmente chiusa, almeno per il momento. C’è un solo precedente in cui Gerasimenko non ha pagato i suoi giocatori ma bisogna riprendere la squadra russa da lui fondata, il Krasnyj Oktjabr. In questo caso, fu lui stesso a non voler pagare i suoi giocatori per mancanza di impegno.

LA FIGURA DI GERASIMENKO

Le critiche che Gerasimenko si è attirato nascono anche dai risultati per nulla soddisfacenti raggiunti nei primi due anni della sua proprietà. Nella prima stagione ha speso fior fiori di soldi per portare in Brianza Metta World Peace, annunciato come grande acquisto che avrebbe trascinato la Pallacanestro Cantù ai playoff, non centrando il suo obiettivo. Al seguito dei vari cambi apportati, la squadra di Gerasimenko è arrivata solo undicesima in campionato senza quindi entrare tra i primi otto per giocarsi lo scudetto. E se magari la prima stagione poteva essere considerata di transizione, la seconda è stata praticamente un fallimento: al netto di undici vittorie, Cantù si è classificata al quattordicesimo posto rischiando seriamente la retrocessione. E mentre in campo ci sono seri problemi da risolvere, l’imprenditore russo si è sempre molto preoccupato di realizzare un palazzetto proprio da chiamare “Pala Gera” (piccole manie di protagonismo). Tra l’altro, la sua immagine agli occhi dei tifosi è peggiorata ulteriormente con un cambiamento della campagna abbonamenti a partire da quest’anno anche se è riuscito a motivare il tutto.
Forse c’è solo una cosa che potrebbe far ricredere la tifoseria canturina: i risultati. Si tratta dell’elemento primario per aver i tifosi a fianco e fino ad ora non se ne sono visti più di tanti. Che la stagione entrante possa dare finalmente una svolta alla figura di Gerasimenko? Mai dire mai, certo, ma nell’aria c’è ancora molto scetticismo nonostante le risposte a “Radio Cantù”.
*ogni virgolettato di Gerasimenko è tratto dall’intervista a “Radio Cantù” e pubblicata su giornaledicomo.it

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Sebastiano Lavecchia
Classe 1997. Studio "Comunicazione, innovazione e multimedialità" presso l'Università di Pavia. Scrivo articoli sportivi dal 2013 e sono un grande appassionato di sport, in particolare di basket.

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