#FuoriCinema: ogni due venerdì su «Azzurri di Gloria», scopri il cinema che racconta lo sport.

Benvenuti al tredicesimo appuntamento con #FuoriCinema su «Azzurri di Gloria». Oggi parliamo di Amateur, un film di Ryan Koo. La genesi del film è da manuale del 21esimo secolo: nato come progetto da finanziare tramite il crowdfunding di Kickstarter nel 2011 con il nome “Manchild”, verrà prima rinominato e poi acquistato da Netflix che dal 6 aprile 2018 lo distribuisce sulla sua piattaforma.

Terron Forte (Michael Rainey Jr) è un ragazzino di 14 anni con la passione per il basket fin da quando era piccolissimo, tanto che il pallone è praticamente presente in ogni scena divenendo di fatto un comprimario. La pellicola gira intorno ai problemi che emergono dallo sport, nonostante tutta la passione che ci si metta; allo stesso tempo cerca di presentare, attraverso lo sport, delle soluzioni alla vita di tutti i giorni. Il padre Vince ad esempio a causa del football ha rilevanti problemi di memoria, ma nel contempo il gioco di squadra è per Terron fondamentale per superare la discalculia, cioè la difficoltà nel capire i numeri, che gli rende i compiti più semplici inaffrontabili. In questa situazione, la madre funziona da ago della bilancia e tra un padre avventato e un figlio complesso, funge da cardine attorno coi la famiglia riesce a ruotare in maniera più o meno produttiva. A sua volta è parte della bilancia poiché incarna la ragione, lo studio e la testa, mente Vince, il padre, è fisicità, sport e corpo. Come dicevo, il film è da manuale del 21esimo secolo e infatti spesso la vita del ragazzino si trova catapultata sui social, soprattutto attraverso le live che gli danno fama e gliela tolgono, gettando il ragazzino nell’abisso che precede la riscossa.

Amateur parla di basket, parla di passione, parla di un ragazzino che si fa grande per la sua famiglia; ma ancora di più tenta di denunciare un mondo dello sport che gira intorno ai soldi e quindi agli sponsor, dove gli agenti sfruttano i giocatori, dove i ragazzi vengono privati dell’istruzione per seguire la promessa di una possibile ricchezza. Terron però non è come gli altri e una volta toccato il fondo, privato della sua passione, escogita, in maniera molto semplicistica a dire il vero, un modo per fregare il famigerato sistema. Prima di lasciare che il futuro diventi realtà, ha però bisogno di tornare ancora una volta dove tutto è iniziato e di giocare un’ultima partita per il solo gusto di farlo.

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