Clemente Russo è il pugile con più incontri disputati nella storia della boxe dilettantistica italiana. Definito da Don King “the White hope”, ha vinto due argenti alle Olimpiadi e tante altre medaglie ai Mondiali e in altre competizioni dilettantistiche.

Fonte foto: Wikipedia

BIOGRAFIA: DA MARCIANISE ALLE OLIMPIADI

Clemente Russo nasce a Caserta il 23 luglio 1982, ma cresce a Marcianise, una cittadina della provincia casertana che tanto ha dato e continua a dare al movimento pugilistico dilettantistico, da una famiglia operaia. Diventa pugile sin da ragazzino: a dieci anni, infatti, incontra per la prima volta il pugilato e nel 1998, a sedici anni, conquista la medaglia di bronzo agli Europei Juniores.

Nel 2004, anno in cui vince i Mondiali militari, partecipa per la prima volta ai Giochi olimpici di Atene, senza tuttavia riuscire a lasciare il segno. Ciononostante, Russo avrà modo l’anno successivo di riscattare la delusione greca, conquistando l‘oro ai Giochi del Mediterraneo ad Almeria e un altro oro a Cagliari, ai Campionati dell’Unione Europea. Nel 2007, invece, si fa conoscere anche in America, conquistando la medaglia d’oro ai Mondiali di Chicago, tanto da guadagnarsi il rispetto del leggendario promoter della boxe mondiale, Don King, l’organizzatore del più grande evento della storia della boxe, “The Rumble in the Jungle“, nonché manager di Mike Tyson. Sempre nello stesso anno, conquista un argento ai campionati UE a Dublino.

LE MEDAGLIE OLIMPICHE E IL NO AL PROFESSIONISMO

Nel 2008, a Pechino, arriva la prima medaglia olimpica: giunto in finale, il pugile casertano è costretto a cedere contro il russo Rachim Cakchiev. Al termine delle Olimpiadi cinesi, Russo vola negli Stati Uniti d’America per incontrare Don King: si parla di un suo imminente passaggio al professionismo ma, per questioni di natura economica, Russo decide di rimandare la questione. Il dopo, lo conosciamo tutti: nel 2009, a Pescara, arriva l’oro ai Giochi del Mediterraneo e, nel 2012, un altro argento alle Olimpiadi londinesi, sconfitto dall’ucraino Oleksandr Usyk, attuale campione pro WBO nei cruiser (massimi leggeri). Nel 2013 vince la medaglia d’oro ad Almaty, ai campionati UE.

Russo avrà modo di festeggiare altri grandi traguardi, sempre nei dilettanti: nel 2013 batte in finale il russo Tischenko, conquistando l’oro all’AIBA World Boxing Champs, laureandosi campione del mondo dei pesi massimi. Nel frattempo Russo, diventato ormai un personaggio oltre che un pugile, comincia ad interessarsi anche alla televisione, partecipando a vari reality, fino a diventare protagonista di una pellicola cinematografica nel 2009 dal titolo “Tatanka“, ispirato a uno scritto dello scrittore Roberto Saviano. Nel 2016 partecipa alle Olimpiadi di Rio, senza riuscire a raggiungere il podio, come il resto della spedizione pugilistica italiana.

Clemente Russo è il pugile con più incontri disputati nella storia della boxe dilettantistica italiana. Il massimo di Marcianise ha avuto, a suo tempo, la possibilità di passare ai professionisti, ma ha rifiutato l’offerta, complice la sicurezza economica e la “protezione” (tra i pro i pugili devono cavarsela da soli) del panorama dilettantistico italiano. Resta un po’ di rammarico, perché un personaggio come lui in Italia avrebbe portato interesse a uno sport straordinario; d’altro canto, però, è difficile contestare la scelta del pugile campano che, al di là di queste considerazioni, merita rispetto per quanto ha regalato all’Italia.

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Marco De Silvo
Classe 1991, malato di boxe e calcio, segue con interesse anche altri sport. Oltre a scrivere per Azzurri di Gloria, collabora con Boxe-Mania e Bandiera a Scacchi.

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