Ufficializzati dal CONI i dati relativi ai contributi governativi 2018: la Federazione Italiana Giuoco Calcio perde ancora, le altre 43 invece restano stabili o godono di un aumento.

Nell’Aula della Democrazia nel Palazzo della Città Metropolitana di Bari è stata data un’altra sforbiciata, di ben 3 milioni di euro, ai contributi governativi per la Federazione Italiana Giuoco Calcio, che nel 2018 vedrà il proprio budget asciugarsi dell’8%. Il presidente Giovanni Malagò però ci ha tenuto a ribadire che si sarebbe potuto tagliare di più. A beneficiarne saranno le altre 43 federazioni: 23 ci guadagnano, il contributo delle altre 20 resta immutato.

FIGC dal 2011 ad oggi: che calo!

La 1068ª riunione della Giunta Nazionale del CONI si è conclusa con una non-notizia per il mondo del calcio. Negli ultimi cinque anni, infatti, la FIGC aveva già visto i suoi contributi calare da 78,6 milioni (2011) a 33 (2017): nel prossimo anno solare diventeranno 30,4. Una costante dell’era di Giovanni Malagò, succeduto nel gennaio 2013 al presidente Gianni Petrucci (in carica dal gennaio 1999), sotto il quale il mondo del calcio godeva di ben altro status, come sostenette quest’ultimo a un’intervista al Messaggero rilasciata qualche anno fa: “È cambiato il sistema […] il governo allora Berlusconi poneva la condizione di concedere alla FIGC una percentuale fissa sul finanziamento”. La FIGC resta la federazione più remunerata, ma la sua percentuale sul totale dei contributi governativi stabiliti dal CONI (circa 146 milioni) ormai non supera il 20%. Un taglio che tutto sommato è stato più contenuto del previsto, perché così stabilivano i criteri di distribuzione: si è optato per una scelta meno drastica, senza infierire ulteriormente su una federazione già vessata dal flop della mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018.

Le altre federazioni: c’è chi sorride

Dei soldi tolti al calcio beneficà tutto lo sport italiano. Delle altre 43, saranno 23 a guadagnarci e 20 a restare immutate. Tra quelle principali a godere del maggiore incremento è quella ciclistica (+4,8%), che passerà dai 5,2 mln del 2017 ai 5,4 del 2018. Sostanziale anche l’incremento della scherma (+4,1%), da 4,9 mln a 5,1. La terza federazione a crescere di più è quella degli sport invernali (+2,7%) da 5,5 mln a 5,6, proprio nell’anno delle Olimpiadi di Pyeongchang. Simile l’incremento dei contributi anche per il judo (+2,1%) da 4,7 mln a 4,8. Restano immutati invece quelli di nuoto (6,9 mln), atletica (6,4 mln), pallavolo (4,9 mln), tennis (4,3 mln) e basket (4,2 mln). Una filosofia quella portata avanti dal presidente Malagò che vuole andare incontro a tutti, senza abbandonare nessuno. Obiettivo ultimo? Indebolire la monocultura del calcio nel nostro Paese, riducendo la forbice tra lo sport italiano per eccellenza e tutti gli altri nei quali, comunque, le eccellenze non mancano affatto.

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Simone Lo Giudice
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