Si sono concluse le gare di ciclismo su pista agli European Championships 2018 di Glasgow. Cinque le medaglie conquistate dall’Italia, in linea con le 6 dell’edizione di Berlino. Vediamo sorprese e delusioni.

Il quartetto di inseguimento maschile (fonte: cicloweb.it)

INSEGUIMENTI A SQUADRE AL TOP

Due ori, due argenti ed un bronzo: questo è il bottino finale conquistato dalla spedizione Azzurra di ciclismo su pista agli European Championships 2018 di Glasgow. Cinque medaglie che ci proiettano al quinto posto del medagliere dedicato e che sottolinea i miglioramenti in questo sport negli ultimi due anni: a Berlino erano stati sei i podi per l’Italia, ma con tre bronzi ed un solo argento a referto, che ci fecero chiudere al sesto posto.

Una crescita evidente soprattutto nell’inseguimento a squadre, con quattro finali su quattro nelle ultime due edizioni del torneo. Il primo oro italiano di questi European Championships infatti è stato conquistato proprio dal quartetto maschile, vice-campione a Berlino 2017: dopo aver battuto con Filippo Ganna, Liam Bertazzo, Elia Viviani e Francesco Lamon la Gran Bretagna in una finale anticipata, trionfa nell’ultimo atto contro la Svizzera, sostituendo Michele Scartezzini a Liam Bertazzo e chiudendo con un tempo di 3’55″401, a oltre 4 secondi dagli avversari.

Non riescono invece a difendere il titolo le donne del ciclismo, che sono costrette ad arrendersi in finale proprio contro la Gran Bretagna: Letizia Paternoster, Marta Cavalli, Elisa Balsamo e Silvia Valsecchi faticano a stare dietro al ritmo delle inglesi, finendo a quasi 10 secondi dal 4:16.896 fatto registrare dalle neo campionesse. Un argento, comunque, che conferma l’altissimo livello della compagine femminile e che contribuisce alla consacrazione della nuova generazione.

SORPRESE CONFALONIERI E PATERNOSTER, CONFERMA VIVIANI, DELUSIONE GANNA

Sono infatti delle 90’s le più belle sorprese di questi Europei, ovvero Maria Giulia Confalonieri e Letizia Paternoster che in coppia al momento non brillano (quinte nella madison con solo 14 punti), ma singolarmente hanno stupito tutti.
La prima, classe ’93, vince un clamoroso oro nella corsa a punti, mostrando una gran gamba per tutta la gara e trionfando nel finale: 33 i punti totali, uno sopra alla diretta concorrente bielorussa Savenka, che le permette di salire sul gradino più alto del podio.
Ancora più giovane Letizia Paternoster, che a 19 anni mostra un talento incredibile e la maturità dei grandi: una combinazione rara, che le permettono di conquistare il bronzo nell’omnium al suo esordio tra i senior: 111 punti totali, una prova ad eliminazione al limite della perfezione e tanti sorrisi al pensiero di quello che potrà essere alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Uno che ai Giochi Olimpici ha già vinto è invece Elia Viviani, grande atteso in questi Europei e che non tradisce: 113 punti e medaglia d’argento in un omnium più combattuto del previsto, con alcune difficoltà mostrate nella tempo race (solo 13°, probabilmente a causa della nuova “versione” di questa specialità), mentre è dominante nello scratch e nella gara ad eliminazione, come di consueto. Davanti a lui solo il britannico Ethan Hayter, con 133 punti.
Deludente, infine, l’altro enfant prodige della spedizione Azzurra, quel Filippo Ganna campione europeo e mondiale in carica che nell’inseguimento individuale viene eliminato direttamente alle qualificazioni: forse troppo concentrato sulla cronometro individuale su strada che disputerà mercoledì 8 agosto assieme a Moreno Moser, Filippo arriva solo sesto con il tempo di 4:17.260 al termine di una gara bruttissima e apparsa in salita fin dal primo chilometro, chiuso con il 12° parziale.

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Giornalista in erba, sono un appassionato di sport, con un occhio di riguardo per il calcio (banale!) e la boxe.

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