Sono terminati i Mondiali di ciclismo su pista ad Hong Kong: tre le medaglie azzurre, tra cui un oro che sa di storia. Vediamo i migliori risultati dei nostri atleti.

Rachele Barbieri, campionessa mondiale di scratch. È la prima medaglia iridata italiana nella storia della disciplina

ORO E STORIA: SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO…

Partono col botto i Mondiali di ciclismo su pista 2017, che si sono svolti tra il 12 e il 16 aprile ad Hong Kong. Una partenza che desta anche una certa sorpresa: sì, perché non solo Rachele Barbieri vince uno straordinario oro nello scratch, battendo tutte le favorite in corsa e regalando all’Italia una medaglia subito al primo giorno, ma scrive anche un pezzo di storia. Mai l’Italia, nella storia dello scratch iridato, era riuscita ad andare a medaglia. Una sorpresa di Pasqua anticipata, guadagnata da Rachele con una gara tatticamente impeccabile, sfruttando le migliori caratteristiche della ciclista (capacità di tenere la posizione e sprint) e cercando di compensare i suoi punti deboli (la resistenza non ancora al massimo): così, arrivata ai giri finali facendo una gara conservativa, la potenza di Rachele esplode, bruciando tutte le concorrenti e mostrando al mondo che per Tokyo 2020 lei c’è.

DUE SU DUE: IL GRANDE RITORNO DELL’INSEGUIMENTO A SQUADRA

Dopo una prima giornata così, cosa c’è di meglio di vincere una seconda medaglia la seconda giornata? Se poi è un bronzo che rompe un digiuno quasi ventenne, ancora meglio.
Erano ben 19 anni che l’inseguimento a squadre Azzurro non andava più a medaglia, da quando gli anni cominciavano con “19…”, appunto. Ma che i tempi fossero maturi era ormai evidente, e infatti la squadra composta da Simone Consonni, Liam Bertazzo, Francesco Lamon e Filippo Ganna è riuscita ad avere la meglio sul team britannico avversario con una gara, anche in questo caso, molto intelligente: controllo e preservazione di energie, per poi compiere il sorpasso decisivo nell’ultimo kilometro di gara, sfruttando le personali caratteristiche di Ganna.

Un bronzo, conquistato in 3’56”935, che purtroppo non “fa scopa” con la squadra femminile, che si è dovuta fermare ai piedi del podio, troppo stanca per poter dire la sua contro la Nuova Zelanda.

FILIPPO GANNA, GIOIA (AMARA) ANCHE INDIVIDUALE

Ma il bronzo di squadra non è l’unica medaglia vinta da Filippo Ganna: per lui c’è anche l’argento nell’inseguimento individuale, conquistato nella finale con l’australiano Jordan Kerby, che riesce a soffiargli il titolo iridato. Filippo non tiene i ritmi a cui ci ha abituato, facendo registrare un tempo (4’21”299) decisamente più alto dei suoi standard e perdendo così la vetta del podio.

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Giornalista in erba, sono un appassionato di sport, con un occhio di riguardo per il calcio (banale!) e la boxe.

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