La settimana seguente le meravigliose imprese degli azzurri di Davide Cassani si è aperta nel peggior modo possibile, con due incidenti che rischiano di ridisegnare l’imminente futuro del mondo delle due ruote.

Domenico Pozzovivo
Fonte foto: cyclingnews.com

Due incidenti nel giro di 24 ore. Uno dettato dall’invasione della corsia opposta, l’altro causato da una mancata precedenza. In entrambi i casi, i protagonisti in negativo sono stati gli automobilisti. E a pagarne le conseguenze sono stati due ciclisti, Domenico Pozzovivo ed Orlando Pitzanti. Lucano di 36 anni il primo, pronto a difendere i colori della Bahrain Merida alla prossima Vuelta di Spagna; diciannovenne sardo il secondo, aspirante campioncino del team continental D’Amico Um Tools. E d’un colpo le speranze e le ambizioni dei due corridori sono andate in frantumi. Niente ultimo Grande Giro stagionale per il “Pozzo”, costretto a letto da una serie impressionante di fratture a tibia, perone e gomito mentre il collega sardo non sembra aver subito lesioni gravi a livello osseo o cerebrale, ma dovrà osservare un periodo di riposo.

MICHELE

Entrambi gli incidenti hanno portato alla memoria la tragedia del 22 aprile 2017. Allora Michele Scarponi perse la vita travolto da un furgone che non aveva rispettato lo stop. Una tragedia spaventosa, che lasciò l’Italia ed il mondo del ciclismo attoniti. Tuttavia, a due anni di distanza da quella terribile mattinata, quanto è cambiato concretamente? Quanto è stato fatto per impedire il ripetersi di simili drammi? Ogni anno il numero di morti è in aumento. Basti pensare che si verifica un decesso di un amante dei pedali ogni 32 ore sulle strade italiane a causa di un sinistro. Un’enormità. Il tutto nonostante la campagna di sensibilizzazione portata avanti dalla Federazione Ciclistica, da eventi come il Giro d’Italia e da Fondazioni come quella che porta il nome dello sfortunato Michele. Eppure i ciclisti italiani continuano ad allenarsi nel timore, con la paura di poter morire mentre praticano la loro passione.

REGOLE

Certamente viene da pensare che, forse, sia necessario trovare altri spazi per la bicicletta, non necessariamente estranei alla vita cittadina. La costruzione di piste ciclabili diventa un’esigenza importante, di cui si avverte sempre di più il bisogno. Ma aspettando l’attuazione di un simile imponente progetto servirebbe un maggior rispetto delle regole. Automobilisti, motociclisti, ciclisti e semplici pedoni devono convivere consapevoli dell’importanza di un utilizzo corretto della strada. Niente distrazioni, massima concentrazione perché un attimo può cambiare drasticamente la vita o addirittura interromperla per sempre. Il codice stradale dev’essere rispettato sempre, in ogni situazione e senza compromessi. Anche così si possono evitare o almeno ridurre l’assurda strage delle nostre vie.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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