La 13a tappa del Giro d’Italia 2018, da Ferrara a Nervesa della battaglia, è stata conquistata da un sontuoso Elia Viviani (Quick-Step Floors), davanti a Sam Bennett (Bora Hansgrohe) e Danny Van Poppel (Lotto NL Jumbo). In Maglia Rosa c’è sempre Simon Yates (Mitchelton-Scott).

Giro d'Italia 2018

IL FILM DELLA 13a TAPPA: ANCORA VIVIANI!

Già da ieri, la Ferrara-Nervesa della battaglia sapeva tanto di rivincita. La 13a tappa del Giro d’Italia 2018 sembrava fin da subito concepita per concedere una seconda chance agli sprinter usciti sconfitti dalla bagarre dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Il secondo successo di Sam Bennett (Bora Hansgrohe) ha messo in discussione la supremazia nelle volate di Elia Viviani (Quick-Step Floors), creando i presupposti per una frazione più che mai emozionante per le ruote veloci. Prima di arrivare alla resa dei conti, ci sono ben 180 chilometri, due terzi dei quali totalmente pianeggianti. Fondamentale l’avvicinamento alla salita del Montello, lunga 2 km, posta ai meno 30 ed ideale trampolino di lancio per azioni coraggiose. Chi non ha paura di attaccare da lontano sono Andrea Vendrame (Androni-Sidermec), Alessandro Tonelli (Bardiani-Csf), Markel Irizar (Trek-Segafredo), Marco Marcato (UAE Emirates) ed Eughert Zhupa (Wilier-Selle Italia). I cinque fuggitivi evadono dal gruppo Maglia Rosa al decimo chilometro e mantengono un margine di vantaggio attorno ai 3 minuti. I big e gli sprinter tengono la corsa sotto controllo. L’occasione pare troppo ghiotta per non essere sfruttata. All’imbocco dell’unica salita di giornata due colpi di scena: inizia a piovere leggermente ed Esteban Chaves (Mitchelton-Scott) si stacca, nonostante la scarsa pendenza della salita. Nulla da fare per il colombiano: l’allergia si sta rivelando un ostacolo insormontabile. Ai meno 6 si esaurisce il tentativo dei fuggitivi, ripresi dopo un forcing forsennato di Katusha, Lotto NL Jumbo e Quick-Step Floors. I big si risparmiano in vista dello Zoncolan di domani. Gli sprinter giocano a nascondino, marcandosi reciprocamente. Inizia l’ultimo chilometro e tenta la sortita Marco Coledan. Il passista della Willier-Triestina sembra poter arrivare da solo al traguardo, ma viene ripreso agli ultimi 100 metri, diventando una scia decisiva per la volata di Elia Viviani. Il campione olimpico su pista a Rio 2016 si infila in un varco apparentemente piccolissimo, con un numero di prestigio, beffando l’acerrimo rivale Bennett e gli ottimi Danny Van Poppel (Lotto NL Jumbo) e Sacha Modolo (Team EF Education First-Drapac).

VIVIANI-BENNETT: UNA MAGLIA PER DUE

Viviani ed ancora Viviani. Bennett ed ancora Bennett. Spareggio? Certo. Ecco imporsi ancora una volta l’italiano della Quick-Step Floors, cogliendo la terza vittoria di tappa. Un tris che gli permette di rispedire a distanza di sicurezza il rivale della Bora Hansgrohe. A sorpresa, il Giro d’Italia non ha solamente un duello per la leadership della classifica generale, ma anche una splendida rivalità per la Maglia Ciclamino, il simbolo del primato in virtù dei piazzamenti. Sembrano così diversi tra di loro i protagonisti del duello più bello degli ultimi anni. L’italiano è un illusionista, riesce ad inventare traiettorie incredibili, sbucando all’improvviso dal nulla. Sa battezzare le ruote dei migliori, sfruttando il lavoro della propria squadra o finalizzando le tirate altrui. L’irlandese, invece, è più impostato. Non ama stare troppo al vento, preferisce restare sempre coperto e scatenare i muscoli negli ultimissimi metri. Non che gli difetti la fantasia, sia ben chiaro. Basti guardare l’epilogo della tappa di ieri, con l’allungo in contropiede agli ultimi 500 metri sul circuito di Imola. La sfida, ora, sembra pendere dalla parte di Elia, ma la strada da qui a Roma è ancora lunghissima. Bennett dovrà inventarsi qualche numero, magari una fuga in una frazione in altura, non proprio il suo forte. Altrimenti, tutto rimandato al gran finale di Roma. Mai darlo per finito. Gli imprevisti ed i colpi di scena possono accadere in qualsiasi momento. Viviani lo sa, ma, almeno per ora, si tiene stretto il primato, consapevole di aver fatto un ulteriore passo verso un capolavoro color ciclamino.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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