L’11a tappa del Giro d’Italia 2018, con partenza da Assisi ed arrivo ad Osimo, è stata vinta dalla Maglia Rosa Simon Yates (Mitchelton-Scott), davanti a Tom Dumoulin (Sun Web) e Davide Formolo (Bora Hansgrohe). Ora il britannico ha 47 secondi di vantaggio sull’olandese vincitore del Giro 2017.

Giro d'Italia 2018

Simon Yates sempre più padrone del Giro 2018 (fonte foto: ilcentro.it)

IL FILM DELL’11a TAPPA: ANCORA YATES

Nel segno di Michele Scarponi. La Assisi-Osimo è una grande festa in onore dell’Aquila di Filottrano. Proprio il paese marchigiano è uno dei tanti centri toccati dai 156 chilometri dell’11a tappa del Giro d’Italia 2018. È l’occasione per ricordare il sorriso di un corridore apprezzato per la sua generosità in strada e fuori. Sicuramente, il percorso della frazione odierna sarebbe piaciuto molto a Michele. Un po’ perché si corre dalle sue parti; un po’ per i tanti strappi che ricordano in qualche modo i muri del Fiandre, dopo un avvio da “mangia e bevi”. Arrivando verso Osimo, effettivamente, ci sono diversi punti in cui le pendenze si fanno arcigne, seppur per pochi chilometri. E poi c’è anche il finale atipico, con il pavé a coprire la strada negli ultimi 1500 chilometri. Chi cerca di arrivare in solitaria nella cittadina delle Marche sono i fuggitivi Fausto Masnada (Androni-Sidermec), Luis Leon Sanchez (Astana), Mirco Maestri (Bardiani-CSF), Alessandro De Marchi (BMC) e Alex Turrin (Wilier-Selle Italia). Tocca a loro animare la gara fin dall’inizio. Il gruppo comprendente la Maglia Rosa, Simon Yates (Mitchelton-Scott), lascia fare, tenendo comunque sempre sotto controllo gli attaccanti. Effettivamente, il distacco non assume dimensioni importanti, ma il ricongiungimento tarda ad arrivare. Merito dei fuggitivi, bravi a gestirsi con intelligenza alla luce delle caratteristiche del percorso; demerito delle formazioni dei favoriti, incapaci di trovare un accordo di massima per guidare l’inseguimento. Nemmeno la selezione in testa alla corsa, con l’allungo del terzetto costituito da Sanchez, Masnada e De Marchi, altera l’equilibrio. Il gap dei leader inizia a calare seriamente dai meno 10, fino al ricongiungimento avvenuto a 5000 metri dal traguardo. Appena un chilometro dopo, ecco due colpi di scena: sul penultimo strappo provano a fare il vuoto Zdenek Stybar (Quick-Step Floors) e Tim Wellens (Lotto Fix ALL), mentre Esteban Chaves (Mitchelton-Scott) si stacca dalle ruote dei migliori. Il gruppo si fraziona a causa dell’elevata velocità. Sul muro finale, il tandem di attaccanti viene ripreso ed attacca in contropiede Simon Yates, seguito a distanza da Tom Dumoulin (Sun Web). Il testa a testa tra i primo ed il secondo in classifica generale prosegue fino al traguardo. Nessun aggancio, nessun ricongiungimento. Il britannico della Mitchelton-Scott sfrutta al meglio le sue doti da scattista e vince, precedendo l’olandese di 2 secondi. Ottimo terzo di giornata Davide Formolo(Bora Hansgrohe).

IL BORSINO DEI BIG

Non ce n’è per nessuno. In questo momento, Simon Yates è il padrone del Giro d’Italia. Troppo convincenti le sue prestazioni nei primi arrivi in salita per poter essere considerate come episodi sporadici. La gamba del britannico è straordinaria, forse la migliore vista nella sua carriera. Per di più, il ragazzo della Mitchelton-Scott sembra aver acquisito un carisma ed un’autostima veramente solidi ed invidiabili. È convinto e convincente. Gli riesce tutto con grande semplicità. Per gli avversari, le preoccupazioni iniziano a diventare sempre più concreta. Sicuramente, però, anche Yates, per quanto padrone del Giro, non può dormire sonni tranquilli. Alle sue spalle incombe la sagoma di Tom Dumoulin. Certo, l’olandese appare ancora privo dello smalto della forma ideale. Eppure, il capitano della Sun Web è sempre lì, distante poco meno di un minuto in generale e consapevole di poter sfruttare al meglio il bonus delle due cronometro di Trento e Roma. Il duello per la Maglia Rosa sembra ormai ristretto tra di loro. Difficile per gli altri inserirsi. Sicuramente, chi potrebbe essere il terzo incomodo è Thibaut Pinot (FDJ), oggi apparso comunque non perfettamente a suo agio su un arrivo per corridori esplosivi. Il francese dista poco più di un minuto. Un gap non impossibile da colmare, ma serviranno gambe più brillanti. Calano le quotazioni di Domenico Pozzovivo nell’ottica della vittoria finale: il lucano della Bahrain Merida non è riuscito a stare con Yates su uno strappo che pareva abbinarsi bene alle sue caratteristiche di scalatore esplosivo. Il podio, comunque, è sempre lì, a portata. Chi sembra ormai definitivamente fuori dai giochi sono tre protagonisti mancati. Chris Froome perde ancora terreno, cedendo 41 secondi. Il distacco generale supera i 3 minuti. Data la forma ostentata sinora e l’incapacità di contenere lo strapotere degli altri big, le chance di vedere il britannico del team Sky in rosa a Roma sono ridotte al lumicino, se non addirittura ridotte al lumicino. Discorso simile per Fabio Aru (UAE Emirates), nuovamente incappato in una giornata difficile. Solo una ventina i secondi persi, ma il quadro complessivo è sconfortante. Anche per lui, il Giro 2018 sembra ormai già compromesso. Delude pure Miguel Angel Lopez (Astana). Lo scalatore colombiano ha una formazione straordinaria, ma proprio non riesce a lasciare il segno. Ed il distacco da Yates fa paura. Forse, il ragazzo avrà più chance sulle Alpi, l’ultima grande chiamata per riscattare una corsa altamente deludente. Chi deve rammaricarsi è Davide Formolo. Con una gamba simile, la lotta per il primato non sarebbe utopistica. Peccato per la caduta ai piedi dell’Etna, tappa che ha incoronato lo straordinario Esteban Chaves. Anche per lui tutto finito per colpa di un’allergia. È proprio vero: il Giro non perdona.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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