L’8a tappa del Giro d’Italia, da Praia a Mare a Montevergine di Mercogliano, ha visto la vittoria di Richard Carapaz (Movistar), davanti a Davide Formolo (Bora Hansgrohe) e Thibaut Pinot (FDJ). La Maglia Rosa resta sulle spalle di Simon Yates (Mitchelton-Scott).

Richard Carapaz (fonte profilo Twitter del corridore)

IL FILM DELL’8a TAPPA: VINCE CARAPAZ, BIG INSIEME

Rieccoci a Montevergine di Mercogliano. L’ascesa, lunga 17 chilometri, con pendenza media al 6% e punte al 10%, è divenuta celebre al panorama ciclistico per le comparse precedenti al Giro d’Italia. Stavolta, il santuario dedicato alla Vergine Maria diventa lo sfondo del secondo arrivo in salita, nonché conclusione dell’8a tappa della corsa rosa 2018. Una frazione che si snoda dalla partenza di Praia a Mare e prosegue per 209 chilometri, attraversando il salernitano e l’Irpinia, luogo funestato dal terribile terremoto del 1980. Nel 2004, il traguardo campano era entrato nella storia per il primo scontro tra Damiano Cunego e Gilberto Simoni, compagni di squadra alla Saeco. Un precedente tenuto a mente dalla Mitchelton-Scott, squadra della Maglia Rosa, Simon Yates, scortato anche da Esteban Chaves, terzo nella generale e vincitore della 6a tappa. Il controllo della corsa da parte della formazione australiana non impedisce a sette corridori di andare in fuga. Matteo Montaguti (AG2R La Mondiale), Rodolfo Torres (Androni – Sidermec), Davide Villella (Astana), Matej Mohoric (Bahrain – Merida), Tosh Van der Sande (Lotto FixAll), Koen Bouwman (Lotto NL – Jumbo) e Jan Polanc (UAE-Team Emirates) scattano nei chilometri iniziali. Gli attaccanti di giornata guadagnano un discreto margine che si attesta attorno ai 5 minuti. Non mancano i colpi di scena: Tim Wellens (Lotto Fix ALL), uno dei favoriti di giornata, cade ed è costretto a rimontare. Ai meno 30, inizia a piovere e l’asfalto diventa infido. Il margine dei fuggitivi crolla drasticamente, riaprendo la lotta per la vittoria di giornata. Non appena inizia la salita decisiva, cominciano gli scatti. Il gruppo di testa si assottiglia. Ai meno 5 un altro colpo di scena: Chris Froome rimane coinvolto in una caduta ed il team Sky deve mobilitarsi per riportare il proprio capitano nel gruppo Maglia Rosa. Davanti, restano in quattro a giocarsi il successo: Montaguti, Mohoric, Polanc e Bouwman. Quest’ultimo si lancia all’attacco a 3000 metri dal traguardo. Alle sue spalle il vero pericolo è rappresentato dal plotone che si avvicina minacciosamente. Dal gruppo Maglia Rosa si muove Richard Carapaz (Movistar), che riprende all’ultimo chilometro. Il leader della classifica dei giovani passa a velocità doppia il corridore della Lotto NL Jumbo e si invola verso il successo, il primo di un ecuadoregno al Giro d’Italia. Ed i big? C’è spazio anche per loro nel finale. Thibaut Pinot è il primo a rompere gli indugi, seguito da un brillante Davide Formolo. Lo sprint per la piazza d’onore arride al veronese, che batte il francese, un ottimo Enrico Battaglin ed un brillante Simon Yates.

IL BORSINO DEI BIG

Lingua in fuori, sguardo smarrito. Chris Froome arriva sfinito al traguardo. Il bilancio di giornata non è negativo, non ci sono state perdite di tempo rispetto agli altri big. Tuttavia, preoccupa la seconda caduta nel giro di 8 giorni di gara. Dopo il botto di Gerusalemme, ecco la scivolata in salita a Montevergine. Un brutto segnale, se non per il fisico, sicuramente per il morale. L’ultima volta in cui il britannico del team Sky era incappato in così tanti crash era stato il Tour de France 2014, concluso con una debacle di “Froomey”. Dunque, massima attenzione nelle prossime tappe. Rimane tanta amarezza in casa Bora Hansgrohe per la situazione di Davide Formolo: il veronese ha una buonissima condizione, forse in grado di giocarsi posizioni importanti in classifica generale. Peccato solamente per i 5 minuti rimediati nella tappa con arrivo sull’Etna, forse figli della caduta alle pendici del vulcano: un autentico macigno per le ambizioni del talento classe 1992. Se Simon Yates consolida la propria leadership, impressiona la forma di Thibaut Pinot. Il francese dell’FDJ è in grande smalto, come testimoniato dai continui scatti nel finale. Resta da capire se questo stato perdurerà a lungo o se presto svanirà con il trascorrere dei giorni.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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