Dopo la caotica frazione di ieri, il Giro d’Italia vive una tappa breve e intensa: 140km da Frascati a Terracina, con un insidioso circuito finale e la pioggia battente a rendere tutto più difficile. Il film della 5a tappa della corsa rosa.

GIRO D’ITALIA 2019, 5A TAPPA: ACKERMANN FA IL BIS A TERRACINA

Ieri il Giro d’Italia ha vissuto una frazione caotica: una caduta di gruppo ha lasciato davanti un gruppetto di 10-12 corridori, che si è giocato la vittoria di tappa andata a Carapaz, e Roglic ha guadagnato su tutti. Nibali e Yates hanno perso 19”, col britannico duramente attaccato da Mikel Landa, che avrebbe fatto cadere con un’entrata ”aggressiva” in una rotonda (Landa gli ha dato del ”ritardato”, salvo poi scusarsi). Ma chi ha fatto maggiormente le spese della caduta è Tom Dumoulin: le immagini del suo ginocchio sanguinante hanno fatto il Giro del mondo, eppure l’olandese ha deciso di provare a partire per la frazione odierna, dopo aver perso 4′ ieri. 140km da Frascati a Terracina, con una prima parte condita da un paio di salite (Rocca Priora e Rocca di Papa) e una seconda metà pianeggiante: il circuito verso Terracina sarà però insidioso e ricco di curve complicate, anche perchè la corsa viene colpita da una pioggia fortissima e incessante e da temperature sotto i 10°, decisamente autunnali. Dumoulin parte, pedala per un paio di km e si arrende: troppo forte il dolore per proseguire, Tom alza bandiera bianca e si ritira. Farà il Tour de France, per vincerlo. Con lui non partono Koren, Vanendert e Dani Navarro, che nella caduta di ieri ha riportato la frattura di tre costole e la perforazione di un polmone: impossibile proseguire.

Dopo aver fatto la conta dei ”superstiti”, la frazione vede partire subito una fuga: scattano subito Orsini e Barbin (Bardiani-CSF), Santaromita (Nippo-Vini Fantini), Ciccone (Trek), Florez (Androni) e Vervaeke (Sunweb): Ciccone si rialza quando vede che non ci sono GPM al km 88.5, gli altri cinque proseguono con un vantaggio massimo di 2’30”. Il gruppo, tirato da Jumbo-Visma e Bora, accorcia fino a 1’30” e tiene lì i fuggitivi, senza perdere o guadagnare. La pioggia intanto aumenta d’intensità e causa svariate cadute: va a terra l’eritreo Andemeskel (Israel Cycling), ma cade anche la moto-ripresa Rai di Marco Saligari. Le condizioni sono davvero complicate, coi corridori che soffrono per freddo e pioggia, e i big della generale chiedono e ottengono che la corsa venga neutralizzata nell’ultimo giro del circuito di Terracina: potranno così rilassarsi negli ultimi 9km, mentre gli sprinter si daranno battaglia. La corsa prosegue senza particolari sussulti, e sul GPM di Sezze si muove Vervaeke: il corridore della Sunweb prende i 3 punti, ma soprattutto decide di proseguire da solo e resiste al rientro del gruppo. Ai -30, ha ancora 1’15”, e il gruppo accelera per arrivare alla volata: in 5km si passa a 30”, ai -23 Vervaeke viene ripreso. Procede tutto regolarmente, e si arriva allo sprint: Viviani sembra in buona posizione, ma poi cambia tutto quando la FDJ perde il ”tempo” per lanciare Demare.

Vittoria per Pascal Ackermann, che rimonta Fernando Gaviria e ottiene il secondo successo di tappa con uno sprint potente e autorevole: terzo Demare davanti a Ewan e Moschetti, deludente Viviani che non è neppure nei dieci ed è rimasto piantato ai 250m. I big, che si sono rialzati ”sfruttando” la neutralizzazione, arrivano staccati, e non cambia nulla in classifica, con Roglic maglia rosa davanti a Yates, Nibali e Lopez. Domani la corsa affronta la tappa più lunga: 238km da Cassino a San Giovanni Rotondo, con la salita di Coppa Casarinelle (15km al 4.4%) che terminerà ai -15km. Il finale sarà mosso, possibile un arrivo allo sprint con un gruppetto di corridori, tra i quali magari ci sarà qualche velocista superstite.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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