Dopo l’arrivo in salita di Anterselva, nella casa del biathlon, il Giro d’Italia riparte dall’ultima chance per i velocisti a Santa Maria di Sala: era atteso il grande duello tra Ackermann e Demare, ma abbiamo assistito a un risultato a sorpresa!

GIRO D’ITALIA 2019, 18A TAPPA: DAMIANO CIMA BEFFA GLI SPRINTER, ALTRA FUGA IN PORTO

Dopo il trittico in salita e l’arrivo della fuga ad Anterselva, il Giro d’Italia riparte da quella che è l’ultima chance reale per gli sprinter. 222km da Valdaora a Santa Maria di Sala, che teoricamente dovevano essere il terreno perfetto per l’ultimo e probabilmente decisivo duello tra Pascal Ackermann e Arnaud Demare, i due sprinter che si stanno giocando la maglia ciclamino di miglior velocista a suon di traguardi volanti e volate vincenti. Non è successo nulla di tutto ciò, perchè l’ennesima gestione errata del gruppo maglia rosa ha dato vita a un epilogo impronosticabile. L’attenzione di tanti corridori a questa tappa ha dato vita a una prima parte della corsa frenetica: tantissimi scatti annullati e l’ottima reazione del gruppo, che non faceva partire nessuno. Impossibile tenere così fino al termine, e così al km 55 parte la fuga: all’attacco tre habitué, ovvero Damiano Cima (Nippo-Vini Fantini), Mirco Maestri (Bardiani-CSF) e Nico Denz (Ag2r), che hanno preso un vantaggio massimo intorno ai 5′. 

Il gruppo, forse troppo stanco o semplicemente ”decimato” di quei velocisti (con relative squadre) che avevano impedito la partenza di ogni fuga a inizio Giro, perde però il controllo della corsa: Cima, Maestri e Denz si gestiscono, e mantengono un vantaggio intorno di 4’30” fino ai -50. Quando il gruppo accelera sulla spinta di Bora e Dimension Data (inefficace la Israel), sembra ormai troppo tardi: ai -20km il vantaggio è di 2’40”, difficile da colmare in un lasso di tempo così breve, ma il gruppo si avvicina costantemente e rosicchia il vantaggio. All’ultimo km il gruppo ha ormai i fuggitivi nel mirino, e qui succede il miracolo sportivo: Damiano Cima lancia lo sprint con estremo anticipo ai -300m, e l’azzardo funziona, perchè vanifica il rientro di Ackermann e degli sprinter. Il tedesco, che riprende la maglia ciclamino, esplode in un gesto di stizza tirando un pugno sul manubrio ed è secondo alle spalle dell’eroe di giornata: vittoria a Cima davanti al corridore della Bora e a Consonni, che precede Senechal, Gibbons, Belletti, Cimolai, Demare, Sean Bennett e l’altro superstite della fuga Maestri.

Non cambia nulla nella generale, con Carapaz in testa con un margine di 1’54” su Nibali e 2’16” su Roglic. Domani si riparte coi 151km da Treviso a San Martino di Castrozza: i corridori affronteranno le salite di Passo San Boldo e Lamon prima del GPM conclusivo verso San Martino di Castrozza, 13.6km al 5.6% di pendenza media con un tratto centrale intorno al 7% e altri tratti agevoli sul 2-3%. Una salita pedalabile dunque, che difficilmente farà scattare i big: prevediamo l’arrivo di una fuga, com’è accaduto oggi: sono già 8 gli arrivi delle fughe in 18 tappe disputate, tra cui ci sono due cronometro. Un mezzo record per il Giro d’Italia 2019, e un disastro per un gruppo troppo lassista e disinteressato alle vittorie di tappa. 

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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