Non trova fine l’astinenza da vittoria degli italiani nel Giro d’Italia del Centenario: Peschici incorona Gorka Izaguirre, che beffa Visconti e i compagni di fuga con uno scatto perentorio. Jungels ancora in rosa, e domani il Blockhaus darà i primi segnali sui big della corsa rosa. 

Giro d'Italia

Fonte foto: quotidiano.net

GIRO D’ITALIA: IZAGUIRRE SBANCA PESCHICI, JUNGELS ANCORA IN ROSA. IL FILM DELL’8a TAPPA

189km da Molfetta a Peschici, e solo chi non aveva studiato attentamente il percorso poteva pensare alla classica volatona finale: la città pugliese, che aveva già ospitato l’arrivo del Giro d’Italia nel 2008, vanta infatti una conformazione assai particolare, che porta i corridori a salire per tutto l’ultimo km ed affrontare una durissima rampa finale, sulla quale si sono piantati molti atleti in passato. Se a questo aggiungiamo il percorso della tappa, che prevedeva molti saliscendi, strada scivolosa e curve costanti (oltre ai due GPM di Monte Sant’Angelo, 9.8km al 6.9% di pendenza media, e Coppa Santa Tecla, 7km all’8%), capiamo come la volata andasse esclusa in partenza: è una tappa da fuga, quella che si sviluppa interamente in Puglia, e vede i corridori gareggiare per molti km sul suggestivo scenario del lungomare pugliese, con un paesaggio bellissimo e altamente caratteristico.

La tappa, inizialmente controllata dal gruppo, si accende sul primo GPM di giornata, quando Luis Leon Sanchez (Astana) si muove in solitaria: dietro di lui si forma un gruppone abbastanza variegato, che vede corridori arrivare e rialzarsi per qualche km, anche perchè il gruppo non sembra voler agevolare la fuga. Il punto di svolta arriva ai -95, quando finalmente la fuga assume la sua fisionomia grazie a un’azione azzurro-centrica: Luis Leon Sanchez viene affiancato da Laurent Didier (Trek), Valerio Conti (UAE Team Emirates), Giovanni Visconti (Bahrain-Merida), Kristian Sbaragli (Dimension Data), Davide Villella (Cannondale-Drapac), Gregor Mühlberger e Lukas Pöstlberger (Bora-Hansgrohe), Branislau Samoilau (CCC Sprandi Polkowice), Gorka Izaguirre Insausti (Movistar), Ivan Rovny (Gazprom-RusVelo), Julen Amezqueta Moreno (Wilier Triestina-Selle Italia) e Clement Chevrier (Ag2r-La Mondiale): 13 corridori, che diventano 15 quando al plotoncino si aggiungono Nicola Boem ed Enrico Barbin della Bardiani-CSF. Tanti italiani in fuga dunque, col gruppo (autore di una tappa estremamente bipolare) che si decide finalmente a lasciar fare e toglie il piede dall’acceleratore: in pochissimo tempo, infatti, il vantaggio dei fuggitivi passa da 40” a 4’40”, grazie anche al lavoro instancabile di Visconti e Conti, i due corridori più attivi e scatenati nella tappa odierna. Ma è proprio la presenza di Conti a mettere a rischio la fuga: improvvisamente la Quickstep di Jungels (maglia rosa) si rende conto che l’azzurro, che dista 2’10” dal leader nella generale del Giro 100, rischia di portarsi a casa il simbolo del primato, e inizia a tirare allo stremo delle forze. Sembra impossibile, ma in neppure 10km il vantaggio è intorno a 1’40”, e la fuga è a rischio: ecco allora che proprio Conti, autore di una tappa magistrale, lancia l’attacco nel gruppetto dei battistrada, portandosi dietro Visconti, Pöstlberger, Izaguirre e Sanchez. È la mossa decisiva per la sopravvivenza dei fuggitivi, che approfittano del momento d’impasse dietro per raggiungere nuovamente i tre minuti di vantaggio: è un continuo elastico quello tra i cinque davanti e il gruppo, col resto della fuga iniziale che fa solo da spettatore al duello, nel giorno del 108° anniversario della prima tappa assoluta del Giro d’Italia.

Il gruppo ricomincia a tirare grazie a Katusha e Quickstep, ma ai -11 ecco la mossa di Visconti, che conosce il finale di questa tappa come le sue tasche, avendo conquistato proprio qui la maglia rosa nel 2008 (vinse Priamo): è una sparata difficile da annullare quella del siciliano, ma Valerio Conti non ci sta a mollare e va subito a chiudere il buco, tirandosi dietro i due spagnoli. I quattro attaccanti continuano a massacrarsi a suon di scatti e controscatti, con Conti che sembra il più in palla insieme a Visconti e i tifosi italiani che sperano di vedere la prima vittoria azzurra in questo Giro d’Italia: non accadrà niente di tutto questo, dato che il traguardo finale vedrà l’arrivo esultante di Gorka Izaguirre. Lo spagnolo è bravo a resistere alle azioni degli italiani e di Luis Leon Sanchez, e lanciare l’attacco nel momento decisivo, quando Conti cade nella curva più insidiosa dell’intera tappa (dove la strada è più scivolosa, e anche Flecha stava cadendo durante la ricognizione per Eurosport) e butta via la grande chance di vincere a Peschici: Giovanni Visconti soffre lo scatto inizialmente, ma arriva vicinissimo all’iberico nel prosieguo dello strappo finale e sembra anche in grado di riprenderlo. Il ”dente” di Peschici, però, ha una pendenza altissima, e ”taglia” le gambe al corridore della Bahrain-Merida proprio sul più bello: vittoria a Izaguirre, che precede Visconti di 5” e Luis Leon Sanchez di 10”. Il gruppo maglia rosa, totalmente compatto, arriva a 12” e viene regolato dall’azzurro Battaglin: per qualche istante il gruppo, tirato a perdifiato dalla Fdj di Pinot, sembrava anche in grado di azzerare la fuga, ma alla fine hanno vinto i fuggitivi.

GIRO D’ITALIA: AZZURRI ANCORA A SECCO, LANDA TENTA IL COLPO DI MANO TRA I BIG

8 tappe senza vittoria, come mai era successo prima d’ora: l’Italia del ciclismo resta ancora a secco nel Giro del Centenario, proseguendo un digiuno inatteso, che fa male al nostro movimento: un digiuno che è spiegabile con l’assenza di alcuni corridori azzurri (gli italiani al via sono solo 43, il 22% del totale), che hanno altri programmi (alcuni faranno il Tour, altri si sono concentrati sulle classiche), ma è anche da ascrivere alla sfortuna e alla scarsa condizione di un velocista ottimo com’è Nizzolo, che fino a stamattina sembrava sul punto di ritirarsi. Non si può spiegare altrimenti il mancato successo in una frazione che vedeva 6 italiani nei 15 fuggitivi, e Conti-Visconti tra gli animatori assoluti dell’intera tappa: il primo è caduto, il secondo invece non è riuscito a prendere quell’Izaguirre che si era limitato a rispondere agli attacchi altrui, agendo in maniera intelligente e conservando le energie per il finale. Riusciranno gli azzurri a vincere sul Blockhaus, magari con quel Nibali che punta alla vittoria finale, ed evitare di ritoccare ulteriormente questo record negativo? Lo speriamo tutti, ma intanto ci troviamo a commentare un Giro d’Italia sempre più esterofilo, anche nelle azioni d’attacco interne al gruppo dei big: l’unico dei corridori di classifica a tentare il colpo di mano, infatti, è stato Mikel Landa (Sky), che si è mosso ai -9 dall’arrivo nel tentativo di partire in rosa nella tappa di domani. Lo spagnolo, ex Astana, aveva attaccato con grande convinzione, guadagnando circa 15”, prima di venire ripreso dal gruppo tirato da FdJ e Movistar, con Quintana e Pinot che non volevano perdere secondi da un diretto concorrente per il successo finale e il podio: una mossa inutile dunque, che ha però messo in mostra la grande condizione dello spagnolo. Domani dunque, nella tappa che parte da Montenero di Bisaccia e arriva sul Blockhaus dopo 149 km e un’ascesa finale (13,65km) dall’8% di pendenza media e punte al 14% (1141m il dislivello), ci sarà da divertirsi, e vedremo chi vestirà il rosa al termine della 9a tappa.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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