La ventunesima ed ultima tappa della corsa rosa va al corridore della Sunweb. Battuti Campenaerts e De Gendt (Lotto Soudal). L’ecuadoriano vince la classifica generale.

Sono le 17.09. il Giro d’Italia è ufficialmente concluso. Due corridori piangono a dirotto, visibilmente commossi. Il primo è Chad Haga, corridore della Sunweb vincitore della ventunesima tappa del Giro d’Italia 2019. Un ragazzo statunitense di 30 anni che ha rischiato di non poter continuare a correre dopo essere stato travolto in allenamento da una macchina nel gennaio 2016. È stato ad un passo dal perdere tutto, addirittura la vita. A distanza di 40 mesi dal terribile incidente è tornato a sorridere, dando a tutti una lezione di tenacia e caparbietà. Il secondo protagonista è Richard Carapaz. La maglia rosa si difende egregiamente nei 17 chilometri conclusivi della corsa ed entra trionfalmente in un’Arena di Verona gremita. Non appena comprende la portata della sua impresa, si lascia andare all’emozione e mentre è ancora in sella abbraccia la sua bicicletta, degna compagna di avventura. È la commozione che precede la grande festa con genitori, moglie e figli arrivati direttamente dall’Ecuador.

CONTRO IL TEMPO

Non è stata una passerella come avviene tradizionalmente al termine di tre lunghe settimane. I 17 chilometri finali presentano un’asperità e richiedono dimestichezza e precisione nella guida con la bicicletta da cronometro. Tutti si aspettano la pennellata di Victor Campenaerts, ma il detentore del record dell’ora non è in giornata di grazia. O meglio va più forte di lui Haga. Il corridore della Sunweb emerge nella seconda parte della gara, dalla discesa fino al traguardo. Per 4 secondi beffa il belga della Lotto Soudal, mentre Thomas De Gendt (Lotto) è terzo, distante 6 secondi.

PODIO

La lotta per la maglia rosa è archiviata da ieri. Carapaz corre sciolto, consapevole di non dover commettere errori. E la sua attenzione maniacale nel mantenere una posizione aerodinamica la dice lunga sulla meticolosità impiegata durante la gara. L’ennesimo tassello di un mosaico divenuto via via perfetto. Vincenzo Nibali non lascia nulla al caso. Lotta e disputa una crono sontuosa. Il capitano della Bahrain Merida rosicchia 49” a Carapaz, che non bastano a rovesciare il primato. Addirittura precede per 3 secondi Primoz Roglic. Lo sloveno della Jumbo Visma mostra di essere calato drasticamente nel finale, ma di avere testa e cuore da grandissimo. Con una reazione da leone ferito, riesce a scavalcare Mikel Landa in classifica generale e a prendersi il podio per soli 8”. L’ennesima beffa delle crono conclusive per il basco della Movistar: due anni fa, al Tour de France, aveva perso il terzo posto per una questione di centesimi. Quinto posto in classifica generale ad un grandioso Bauke Mollema. L’Italia può sorridere anche con Giulio Ciccone (Trek Segafredo), maglia azzurra del Giro. Pascal Ackermann succede ad Elia Viviani nella classifica a punti, mentre Miguel Angel Lopez può consolarsi per la sfortuna che lo ha colpito sulle strade con una brillante maglia bianca. Cala il sipario mentre Carapaz bacia il Trofeo senza fine e coriandoli rosa ricoprono lui ed i bambini saliti con lui sul podio tra i cori da stadio dei tifosi ecuadoriani. Un quadro perfetto. Una giornata destinata ad entrare nel cuore di Richard e nella storia di una corsa appassionante.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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