Ora è ufficiale, dopo i rumours dei giorni scorsi: saltano i Mondiali di ciclismo di Aigle-Martigny 2020. UCI al lavoro per provare a disputare comunque l’evento.

UFFICIALE: SALTANO I MONDIALI DI CICLISMO DI AIGLE-MARTIGNY

La pandemia del COVID-19 e tutte le decisioni che ne sono seguite continuano a bersagliare il mondo del ciclismo. Dopo le mille difficoltà per “riarrangiare” il calendario, con le inevitabili sovrapposizioni tra classiche e corse a tappe che finiranno col penalizzare il Giro, l’UCI deve rinunciare ai Mondiali di Aigle-Martigny 2020. La notizia, nell’aria da giorni vista l’aria che tirava in Svizzera e in generale tira nel mondo intero vista l’inarrestabile presenza del virus in America latina e negli USA, è diventata ufficiale nel pomeriggio odierno. Fatali le ulteriori limitazioni del Governo svizzero sugli eventi con più di mille persone impegnate, che vengono vietati fino alla fine del mese di settembre: una normativa che dunque mette la parola “sipario” sui tentativi di organizzare i Mondiali in Svizzera. Il circuito di Aigle-Martigny, con salite impegnative (4,5km al 10%) e un dislivello complessivo di 4400m, era molto atteso dagli atleti e dagli appassionati, pronti a incendiarsi sulle inevitabili lotte tra scalatori in quello che era un Mondiale disegnato (come capita ogni 3/4 anni) per passisti e uomini avvezzi alle grandi salite. Vincenzo Nibali e gli altri big dovranno dunque rassegnarsi, o forse no.

L’UCI, nella nota pubblicata quest’oggi, fa sapere di non avere intenzione (almeno per ora) di cancellare definitivamente i Mondiali di ciclismo 2020. Si lavora per trovare una location alternativa in Europa, che possa ospitare l’evento nelle stesse date, ovvero dal 20 al 27 settembre: sembra però una mission impossible, perchè è molto improbabile che si riesca a organizzare “dal nulla” un Mondiale. Vedremo che succederà, e intanto Mads Pedersen incrocia le dita: se i Mondiali non verranno definitivamente disputati nel 2020, potrebbe vestire la maglia iridata in due stagioni consecutive…

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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