La Tirreno-Adriatico come antipasto della Milano-Sanremo. Vincenzo Nibali ci riprova dopo l’exploit del 2018. La corsa dei due fiumi diventa l’avvicinamento ideale per il campione in carica della Classicissima di primavera. Tuttavia, resta da capire se le scorie del terribile infortunio sull’Alpe d’Huez sono state definitivamente smaltite. L’incubo della Grande Boucle non è più così vicino, ma servono risultati importanti per voltare pagina definitivamente.

PREPARAZIONE

Cinico e concreto. Lo Squalo dello Stretto non fa voli pindarici e guarda alla cruda realtà: “Andremo avanti giorno per giorno, guardando come si evolverà la mia condizione. Quest’anno la mia stagione è partita tardi. Sto sicuramente faticando, ma non perdo di vista gli obiettivi del mio lavoro. Avrò un doppio appuntamento come il Giro-Tour nel mio calendario, anche se il mio obiettivo principale resta la corsa rosa”. Dunque, le attenzioni vanno rivolte più in là, nelle calde giornate di maggio. Tuttavia, c’è anche una Tirreno-Adriatico da svolgere. Come si affronta un impegno simile? “Cercherò di interpretare al meglio la corsa, a partire dalla cronosquadre. Poi vedremo di tappa in tappa cosa succederà…”.

OBIETTIVO ROSA

Sarà dunque una stagione intensa, all’insegna dell’inseguimento alla terza affermazione al Giro. Tuttavia, Vincenzo svela un retroscena: “Onestamente, io ho deciso di correre il Giro d’Italia, mentre la squadra ha deciso di affiancare a questo evento anche il Tour de France. Il mio focus resta la maglia rosa, anche se, in fondo, il percorso della Grande Boucle permette di disputare entrambe le gare”. Sicuramente, non gli mancano gli stimoli: “Ho tanti obiettivi da raggiungere ancora, non sono sazio. Poi raggiungerli non è semplice perché non dipende solo da me. Ci sono tanti corridori competitivi e la preparazione di un evento ha un ruolo molto importante”.

RAMMARICO

Il pensiero torna anche alla terribile caduta capitatagli sull’Alpe d’Huez: “Non so ancora bene quanto mi abbia segnato e cosa mi abbia tolto di preciso. Sicuramente non ho potuto disputare la miglior seconda parte di stagione possibile… Credo sia una lezione importante, dato che non sono stato l’unico a cui è accaduto un imprevisto simile. Pensate anche a Froome al Tour 2016… Alcune tappe vanno organizzate al meglio, transennando magari gli arrivi in salita per salvaguardare i ciclisti. In fondo, è anche questione di buon senso, che vale per i tifosi come per possibili malintenzionati decisi a far scoppiare disordini in un grande evento”.  Insomma, serve uno step in più. Lo Squalo non dimentica la ferita, ma si prodiga affinché non si ripresentino altre situazioni. Basterà il buon senso unito ai suoi appelli?

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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