Il Tour de France vive forse la sua tappa più dura, con le uniche ascese oltre i 2mila metri: i corridori arriveranno ai 2.304m del Col de la Loze, che ci farà assistere all’ennesimo duello tra Roglic e Pogacar. Chi la spunterà?

TOUR DE FRANCE, 17A TAPPA: MIGUEL ANGEL LOPEZ DOMA IL COL DE LA LOZE

Ci siamo. Ecco il giorno del giudizio, quello in cui si capirà definitivamente chi può o non può vincere il Tour de France 2020, che comunque sembra destinato a risolversi definitivamente sabato con la cronometro e la Planche des Belles Filles. I corridori affrontano 170km da Grenoble al Col de la Loze, cima più alta del Tour 2020 coi suoi 2.304m: la prima parte è piatta e favorirà le fughe, poi ecco il Col de la Madeleine (17.1km all’8.4%) e l’ascesa finale, con punteggio doppio per la maglia a pois e punte al 24% in un’ascesa di 21.5km con pendenza media al 7.8%, che ha però il tratto duro negli ultimi 7km e durissimo negli ultimi 4.5km. Una tappa che non viene affrontata da Egan Bernal: dopo l’ennesimo schiaffo morale il colombiano (che soffriva per problemi alla schiena e al ginocchio) si ritira, diventando il secondo detentore ad abbandonare, dopo il Froome del 2014. Out anche Nieve, dopo pochi km, mentre davanti la corsa si accende subito: il gruppo blocca il primo tentativo di de Gendt e quello di un gruppone con 21 corridori, poi fa andare un gruppetto di cinque corridori. All’attacco Alaphilippe (Deceuninck-Quickstep), Carapaz (Ineos), Kämna (Bora), Daniel Martin (Israel) e Gorka Izagirre (Astana): il loro vantaggio massimo è di sei minuti, con Alaphilippe primo sul traguardo volante, che vede Sam Bennett portarsi a +47pti su Sagan. Il gruppo però inizia un robusto forcing sul Col de la Madeleine, col grande lavoro della Bahrain-McLaren per Mikel Landa, che col duo sloveno è il grande favorito di giornata: il vantaggio viene sbriciolato e con lui il gruppo, che si riduce a una trentina di unità con 4 Bahrain, 6 Jumbo, 4 Movistar e tutti gli altri capitani praticamente isolati. Si staccano tra gli altri Pinot, Soler, la maglia a pois Cosnefroy (che rientrerà in discesa) e Quintana: netto cedimento per Nairo, che avrà oltre 11′ di ritardo ai -30km e rischierà di farsi risucchiare nel “gruppetto” dei velocisti.

Il forcing della Bahrain, però, non riassorbe la fuga: Carapaz si prende i 20pti del GPM, precedendo Alaphilippe, e il poker di fuggitivi (si era staccato Kämna) scollina con 1’26” sul gruppo maglia gialla. Gruppo che vede Pogacar sprintare e diventare maglia gialla virtuale. In discesa si stacca Dan Martin, che viene ripreso dal plotone, che perde un minuto perchè non si prende rischi nella picchiata verso l’inizio del Col de la Loze: Izagirre, Carapaz e Alaphilippe approcciano così l’ultimo GPM con 1’50” sul gruppo di Roglic e Pogacar. Una salita che vede nuovamente tirare la Bahrain-McLaren: Poels prima e Pello Bilbao in seguito scremano ulteriormente il gruppo, composto ai -8km da una quindicina d’unità, con Roglic che perde in sequenza Gesink, Bennett e van Aert (ai -7km) restando coi soli Kuss e Dumoulin. Abbandonano la fuga Alaphilippe e Izagirre, col solo Carapaz in testa con 19”, mentre molla il gruppo Guillaume Martin che cede e saluta definitivamente i propositi di top-10, dopo un avvio di Tour da top-3. Ai -7km il cambio della guardia, con Damiano Caruso in testa: tutti si aspetterebbero la fiammata per preparare l’attacco di Landa, invece il gruppo rallenta e Carapaz (aumentando il ritmo) vola a 45” di vantaggio. Sembra evidente il cambio di prospettive della Bahrain, con Landa che ha fatto rallentare Caruso, e allora ecco che De La Cruz si porta in testa per Pogacar: si staccano Valverde, Dumoulin e Caruso, con soli dieci corridori in gruppo. Le successive folate di Pogacar fanno staccare anche Uran, Landa e Yates: solo sei corridori in testa, col duo sloveno, Kuss, Porte, Mas e Lopez. Il primo a muoversi è Miguel Angel Lopez, che fa staccare Mas e Porte: viene ripreso ai -3km Carapaz, mentre Kuss si mette a tirare e Pogacar sembra in difficoltà. Kuss riceve inizialmente il via libera per giocarsi la tappa con Lopez, poi viene richiamato quando Roglic attacca per provare a staccare il giovane rivale: Kuss aiuta il suo capitano a guadagnare qualche secondo e poi cede.

Ai -1.5km guida Lopez, con 7” su Roglic e 12” su Pogacar: il colombiano è implacabile e fa il regalo di compleanno più bello al team manager Vinokourov, vincendo la frazione più dura. Secondo a 15” Roglic, mentre Pogacar va in difficoltà sull’ultima rampa e chiude a 30′‘: quarto Kuss a 56”, poi Porte (1’01”), Mas (1’12”), Landa e Yates (1’20”), Uran (1’59”), Dumoulin (2’13”) e Carapaz (2’13”) che precede Valverde (2’48”) e Caruso (3’30”). Perde 4 minuti Guillaume Martin.

TOUR DE FRANCE: ROGLIC ALLUNGA, DOMANI ALTRE SALITE

Primoz Roglic allunga così nella generale, mettendo un primo “picchetto” sulla vittoria del Tour de France: lo sloveno non solo resta in giallo, ma ora guida con 57” su Pogacar e 1’26” su Lopez, entrambi inferiori a lui nelle cronometro. Seguono Porte (3’05”), Yates (3’14”), Uran (3’24”) e Landa (3’27”), con Mas (4’18”), Dumoulin (7’23”) e Valverde (9’31”) a completare la top-10 (12° Caruso, a 12’30”): Pogacar è la nuova maglia a pois con 66pti, +3 su Roglic e +15 su Lopez. Domani si torna subito a salire con una dura frazione nei 175km da Meribel a La-Roche-sur-Foron: i corridori affrontano Cormet de Roselend (18.5km al 6.1%), Col de la Roude des Villes (3.2km al 6.6%), Col des Saisies (14.6km al 6.4%), Col des Aravis (6.7km al 7%) e Plateau des Glieres (6km all’11.2%, finale sullo sterrato), prima dello strappetto del Col des Fleuries e dei 10km di discesa verso l’arrivo. Sarà l’ultima chance per chi vuole guadagnare qualcosa prima della cronometro di sabato, e ci aspettiamo la reazione rabbiosa di Pogacar. 

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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