L’italiano della Trek Segafredo diventa maglia gialla sulla salita che ha consacrato tanti campioni. E chi veste di giallo a La Planche des Belles Filles ha sempre vinto la Grande Boucle.

Giulio Ciccone (fonte Rai Sport)

Dalla grande amarezza alla gioia più sfrenata. Nel giro di pochi minuti, la giornata e la vita di Giulio Ciccone cambiano totalmente. Dal nero dell’umore di chi perde una tappa che già sentiva sua al giallo tipico dei romanzi ricchi di colpi di scena e di una maglia storica, ancor più se si considera il centenario della nascita del simbolo del primato. Per soli 6 secondi, il corridore della Trek Segafredo realizza l’impresa più inaspettata e si toglie una grande soddisfazione. Un traguardo che ora lo farà anche crescere. Da scalatore non molto conosciuto dal grande pubblico, uscito alla ribalta per via delle sue prodezze all’ultimo Giro d’Italia, ad uno dei protagonisti della corsa. Anzi, il vero faro della gara, il riferimento. Perché gli spostamenti e le azioni del leader della classifica generale non passano mai inosservati, nel bene e nel male. È una pressione non indifferente, che però deve temprare un ragazzo candidato a non far rimpiangere Vincenzo Nibali e Fabio Aru.

PREDESTINATI

La cabala non è aritmetica, ma può dire qualcosa di importante. E la salita di La Planche des Belles Filles, finora, ha incoronato campioni e maglie gialle di notevole spessore. Nel 2012, anno del suo debutto, trionfò Chris Froome ed il compagno di squadra Bradley Wiggins si è preso la leadership nella classifica generale. Due anni dopo, tappa e maglia per Vincenzo Nibali. Nel 2017, invece, vittoria di giornata a Fabio Aru e primato a Froome. E curiosamente chi ha vestito di giallo su questo traguardo ha poi vinto il Tour de France. Per ora si trattano di semplici coincidenze. Difficile, se non quasi impossibile per l’abruzzese tenere la maglia fino a Parigi. In ogni caso, la Grande Boucle di Ciccone è già un capolavoro di per sé perché il ragazzo sta mostrando un potenziale molto promettente e perché ha riportato alla squadra un primato che mancava da diverso tempo. Il meglio deve ancora venire. Ma almeno per ora non disturbiamo il sogno di Giulio.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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