La seconda tappa della Grande Boucle restituisce un protagonista atteso. Il veronese campione olimpico su pista riscatta un periodo difficile e sogna altre imprese.

Tour de France 2019

A Nancy si respira un’aria regale. Lo si avverte osservando l’architettura di Place Stanislas, la piazza intitolata a Stanislao Leszczyński, il sovrano polacco imparentato con Luigi XV e divenuto possessore dei ducati di Lorena e Bar. La sfarzosa ed elegante città francese è stata la cornice della prima vittoria al Tour de France di Elia Viviani. Il veronese torna a ruggire alla sua maniera, con un’accelerazione poderosa negli ultimi metri, proprio quando il traguardo si fa più vicino e gambe e fiato dividono i protagonisti dai comprimari. La linea bianca, invece, sancisce vincitore e vinti. Oggi Elia ha dimostrato una volta di più di essere un vero campione.

PARTERRE DE ROIS

Il successo di Nancy è davvero speciale per il capitano della Deceuninck-Quick-Step. Innanzitutto perché lo colloca tra i pochi eletti capaci di vincere almeno una tappa in ogni Grande Giro. Il 2018 ha rappresentato un anno magico tra la maglia ciclamino conquistata al Giro d’Italia e le imprese alla Vuelta di Spagna. Vittorie pesanti ed a raffica. Una dimostrazione di forza per smentire gli scettici che lo consideravano fortissimo solamente su pista. Ed invece Viviani era ed è l’uomo dei due mondi, un mostro di bravura capace di vincere in più discipline, come fecero prima di lui Cadel Evans, Bradley Wiggins e Geraint Thomas. Al Tour però ha un sapore speciale perché il meglio dei velocisti era presente e voleva fortemente questa tappa. In una città regale, Elia ha dominato il fiore all’occhiello delle ruote veloci, da Alexander Kristoff a Caleb Ewan, senza dimenticare Peter Sagan. Insomma, un’ulteriore prova di maturità.

RINASCITA

Forse non è nemmeno casuale se questa vittoria arriva a Nancy, la città di Re Stanislao. Per Viviani si tratta anche dell’ennesima risalita. Dopo l’oro di Rio 2016 in pochi credevano ad un suo ruolo da protagonista indiscusso anche sulla strada. Per certi aspetti, la scorsa stagione è stata una rivincita, un ritorno dall’esilio della dimenticanza generale da cui il veronese è tornato esattamente come fece il sovrano polacco nel 1714, dopo essere stato sconfitto e spodestato cinque anni prima dopo un conflitto contro l’esercito russo nelle innumerevoli guerre dell’Europa settecentesca. Un evento replicato dopo il 1734. Allora, dopo la fuga precipitosa da Danzica e diverse trattative con le potenze del Vecchio Continente, Stanislao ottenne la Lorena e Nancy in cambio del diritto di scegliere il proprio successore. Nella stessa città, 285 anni più tardi, Viviani ha ritrovato la sua felicità dopo le rovine del Giro d’Italia. Forse la quarta tappa del Tour sarà un nuovo inizio, con un occhio ad un futuro con possibile sponsor Cofidis. Nel frattempo, c’è una certezza: il leone veronese è tornato.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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