Mathieu van der Poel continua a incantare gli appassionati di ciclismo: il re del ciclocross trionfa nell’Amstel Gold Race con una grandissima volata. Beffati Alaphilippe e Fuglsang.

Mathieu van der Poel

258km da Maastricht a Valkenburg, tantissimi strappi ”secchi” (35 côtes) e alcuni passaggi storici: l’Amstel Gold Race non rientra nelle classiche-monumento, ma è una delle corse più ambite del panorama primaverile. Il suo simbolo è il Cauberg, salita iconica che viene affrontata tre volte, l’ultima a 18km dal traguardo: lì tantissimi atleti hanno costruito la loro vittoria, in una corsa che è cara al nostro Enrico Gasparotto e ha tra i possibili favoriti Bettiol e van der Poel, oltre ai frontmen Alaphilippe e Valverde. Chi non attaccherà sul Cauberg, avrà altre chances sulle ultime asperità: Geulhemmerberg e Bemelerberg spianano la strada verso il traguardo di Valkenburg e verso la vittoria dell’Amstel Gold Race. La corsa, che viene preceduta dall’edizione femminile vinta da Niewiadoma davanti a van Vleuten e Vos (Longo Borghini a lungo in fuga), viene inizialmente scandita da una fuga a undici: Schar (CCC), van der Lijke (Roompot-Charles), Simion (Bardiani-CSF), Bernard (Trek), Sprengers e Verwilst (Sport Vlaanderen), Bole (Bahrain), Janssens (Corendon), van Asbroeck (Israel), Minnard e Baugnies (Wanty) guadagnano quasi 8′. Il gruppo lascia fare, poi accorcia sulla spinta di Quickstep e Astana, che hanno due tra i maggiori favoriti, Fuglsang e Alaphilippe.

Il gruppo arriva sotto il minuto ai -45, e due km più tardi ecco la prima azione interessante: Mathieu van der Poel (vincitore della Freccia del Brabante, battendo Alaphilippe) va all’assalto in solitaria, guadagnando una decina di secondi. Viene però riassorbito dal gruppo, che vanifica il suo sforzo: una caduta di gruppo taglia fuori dalla lotta-vittoria Lutsenko, coinvolto nel tonfo, e crea le condizioni perfette per l’attacco potenzialmente decisivo. Si muovono Alaphilippe e Fuglsang, che vanno all’attacco in tandem e con ottimo accordo: dietro di loro un terzetto con Woods, Kwiatkowski e Trentin, vero e proprio fautore di questo contrattacco. I tre sono staccati di 20”, con Woods che si ferma per provare ad aiutare Bettiol, rimasto nel gruppo, che è staccato di 55”: il vincitore del Fiandre prova il contrattacco con Matthews, ma i due non riescono a guadagnare e vengono riassorbiti. Si susseguono le azioni del gruppo, con Schachmann a fare la propria mossa, mentre davanti Alaphilippe e Fuglsang restano leader: sul Cauberg si stacca Trentin, e dietro di loro resta solo Kwiatkowski, staccato di 13”. Il polacco però decide di aspettare l’italiano, così da creare un 2vs2 a distanza di 20”: più forti però i due davanti, con Alaphilippe che resiste all’attacco di Fuglsang sull’ultimo strappo e il vantaggio che sale oltre i 35”.

O almeno così sembrerebbe, perchè tra un attacco qui e una melina là, Alaphilippe e Fuglsang buttano via ogni chance di vittoria e si fanno riprendere: merito agli altri di averci creduto, demerito a loro per l’eccessivo studio. Kwiatkowski li raggiunge a 800m dall’arrivo e rilancia l’azione, ma dietro arriva il gruppetto tirato da van der Poel, che fa un numero in volata: Alaphilippe parte in anticipo, ma van der Poel svernicia tutti e va a vincere con la maglia di campione olandese, battendo allo sprint Simon Clarke. Il signore del ciclocross, colui che ”corre su strada perchè si diverte, ma preferisce il ciclocross”, va a vincere l’Amstel Gold Race 2019, riportando la vittoria in Olanda dopo 18 anni (Dekker 2001) e vincendo una corsa già conquistata dal padre Adrie nel 1990: secondo Clarke, che precede Fuglsang e Alaphilippe, mentre è 10° e miglior italiano Matteo Trentin. Tra tre giorni, tutti i protagonisti si cimenteranno con la Freccia Vallone: chi la spunterà?

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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