Vincenzo Nibali ha chiuso nel migliore dei modi la sua stagione vincendo il Giro di Lombardia 2017. Per lo Squalo è il secondo successo nella classica autunnale ed un nuovo tassello nella sua leggendaria carriera.

L’ACUTO DI UN FUORICLASSE

Vincere è difficile, roba per campioni. Vincere dando spettacolo, toccando profondamente i cuori degli appassionati è da fuoriclasse. Vincenzo Nibali appartiene indubbiamente alla seconda categoria. È un’investitura ideale che arriva dopo il successo al Giro di Lombardia. Qualcuno potrebbe far notare che la vittoria di ieri sia arrivata da pronostico, dato che lo Squalo dello Stretto era considerato il grande favorito. Verità indiscutibile, ma è altrettanto giusto ricordare come sia difficile riuscire ad imporsi da numero 1, con tutti gli occhi e le marcature puntate addosso. Era atteso dagli avversari: Rigoberto Uran, Nairo Quintana, Fabio Aru, Julien Alaphilippe, Gianni Moscon, Thibaut Pinot hanno lavorato alacremente per sfiancare la sua fibra. Nibali ha vinto usando la sua più grande qualità, la tattica. Ha scelto il momento migliore per attaccare in salita ed ha pennellato le curve in discesa come un artista. Mai una sbavatura, mai un errore. Bello e cinico al contempo. Una qualità non indifferente. Del resto, è con pregi di questo tipo che Vincenzo si è costruito una carriera straordinaria, costellata di successi. Ieri, si è rivisto lo Squalo dei momenti migliori. Il percussionista in salita ammirato ai vittoriosi Giri d’Italia 2013 e 2016, alla Vuelta 2010 ed al Tour de France 2014 si è alternato con il discesista ammirato tante volte negli ultimi anni, dal trionfo a Camaiore nel 2009 a quello centrato alla Vuelta, nella 3a tappa della gara iberica del 2017. Il meglio del suo repertorio è servito a scrivere una delle pagine più belle della storia del ciclismo. E, con queste premesse, il Mondiale 2018 a Innsbruck sembra decisamente appetibile.

L’AMORE DEL POPOLO DEL CICLISMO

Non stupisce, dunque, se Vincenzo è così amato dalla gente. Merito dei successi che ottiene, certo. Tuttavia, agli appassionati piace il modo con cui lo Squalo riesce ad imporsi. Nulla è mai banale o scontato, persino quando è superiore al resto della concorrenza. Per i tifosi, quindi, ogni corsa diventa intrigante, un giallo capace di regalare continui colpi di scena. Talvolta può accadere che le sorprese non siano piacevoli, come accaduto ad esempio a Rio 2016, con una medaglia virtualmente appesa al collo. Eppure, per ben 50 volte tra i professionisti, Vincenzo ha trovato l’invenzione giusta per sorprendere gli avversari e transitare per primo al traguardo. Questa capacità di vincere in maniera mai banale piace alla gente, ma colpisce anche il coraggio del siciliano di lanciarsi in azioni coraggiose e spericolate. Mai prive di un senno, ma rischiose. Non ha paura di saltare, di perdere. Questo lo rende un vincente ed un campione agli occhi degli appassionati.

IL “MIO” NIBALI

Ieri c’ero anch’io sul lungolago di Como. Ho vissuto un bellissimo pomeriggio in mezzo ai tifosi. Ho atteso con trepidazione il passaggio dei corridori. Sono rimasto stregato una volta di più dallo Squalo. Incredibile la sua azione e le ripercussioni che essa aveva su ciascuno dei presenti. Gli annunci dello speaker sul traguardo e le immagini del maxischermo disegnavano sorrisi sempre più compiaciuti sui volti dei “Can-Nibali” e smorfie di sofferenza e disappunto in coloro che sostenevano la causa altrui. Questa patina magica si è allentata solamente nel finale, quando lo Squalo ha terminato il secondo capolavoro comasco. E devo ammettere che quasi mi è dispiaciuto veder terminare quello spettacolo ammaliante. Vincenzo è così, riesce a sorprenderti ed a catturare la tua attenzione grazie alla sua grinta ed alla sua genuinità. Una spontaneità percepita nella fatica che fa capolino sul suo volto quando è impegnato sulla sua bici così come nel dopogara, concedendosi all’abbraccio dei tifosi. Siano essi 10 o 100, lui non si fa scrupoli e non si nega mai. Colpisce la semplicità nei suoi modi di fare: un palmares immenso non ha mai cambiato la sua essenza gentile e garbata. Rimanere ciò che si è, nonostante tutto e tutti: una bella lezione da apprendere ed attuare.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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