COMO, dai nostri inviati Marco Corradi e Federico Mariani

Al termine della tappa con arrivo a Como, il vincitore Dario Cataldo ha parlato diffusamente nella conferenza stampa: ecco le sue parole, raccolte dai nostri inviati nella città lariana.

VOCI DAL GIRO, LE PAROLE DI DARIO CATALDO DOPO IL SUCCESSO DI COMO

Dario Cataldo è stato senz’altro uno dei grandi protagonisti del Giro d’Italia 2019, nonostante un ruolo ”dietro le quinte”. Operaio della bici da svariati anni, il 34enne dell’Astana ha lavorato duramente per il suo capitano Miguel Angel Lopez, sacrificandosi in almeno due occasioni quando era in fuga per dare una mano al colombiano: quest’oggi ha indovinato l’azione giusta nella 15a tappa, che arrivava a Como, e ha battuto allo sprint un coraggioso Mattia Cattaneo, fido compagno di una fuga d’altri tempi, che ha visto due uomini soli al comando arrivare a oltre 15′ di vantaggio e vincere per pochi secondi. Al termine della tappa, Cataldo si è concesso ai microfoni dei giornalisti nella conferenza stampa, ed ecco le sue parole: ”All’inizio della fuga io e Cattaneo eravamo preoccupati riguardo alla gestione delle forze. Parlavamo molto, perchè non riuscivamo ad andare via e ci tenevano lì a 30”. Poi siamo arrivati a 1’20”, abbiamo allungato e abbiamo potuto gestire le forze: andavamo molto d’accordo, sapevamo che dovevamo arrivare al Civiglio insieme con un vantaggio congruo e poi giocarci la vittoria di tappa. Lui ha fatto il suo passo in salita e un po’ lo temevo, ma quando ho visto che riuscivo a tenere il suo ritmo mi sono rinfrancato: sapevo di avere chances in volata, lui non ha più tirato per tenersi qualcosa in vista dello sprint, sono riuscito a tenere alto il passo ed evitare il rientro dei big pur salvando qualche energia e ho vinto”.

Ma Dario Cataldo quando ha capito che la fuga sarebbe arrivata? Ce lo spiega lui stesso: ”Ci siamo gestiti tra discesa e arrivo, ed ero molto preoccupato quando abbiamo scollinato dal Civiglio, perchè i big erano a 30” e Cattaneo non mi dava più cambi. Ho tenuto un buon passo, poi mi sono girato ai -1.5km e ho visto che erano lontani: ho potuto respirare e preservate energie. Ero più veloce in volata, ho fatto lo sprint con la testa libera ed è arrivato questo successo”. La vittoria viene dedicata a Miguel Angel Lopez, capitano e amico del ciclista italiano: ”Io e Miguel abbiamo visto insieme questa tappa, eravamo andati in ricognizione qualche giorno prima del via del Giro perchè lui non aveva mai visto il finale del Lombardia e voleva essere preparato. Negli ultimi giorni sapeva che ero stato poco bene, continuava a chiedere informazioni alla dottoressa e chiedermi come stavo. Mi ha fatto piacere vedere il mio capitano preoccuparsi così per me, mi ha dato ulteriore forza: è stato felice della mia vittoria, c’è un bel rapporto tra noi”. Ora il Giro riposa, e lo fa dopo la 3a vittoria italiana: si ripartirà dal tappone infernale con Aprica e Mortirolo, un test per i big.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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