I Mondiali di Budapest si sono conclusi ieri dopo 17 intensi giorni di gare, che hanno portato 16 medaglie all’Italia sportiva e consentito agli azzurri di stabilire un record, ed è già tempo di fare dei bilanci: ecco le nostre valutazioni sulla rassegna iridata. 

Mondiali Budapest

foto Federnuoto/Andrea Masini/DBM

MONDIALI BUDAPEST 2017: ITALIA DA RECORD IN UNA RASSEGNA CHE VERRÀ RICORDATA

16 medaglie. 4 ori, 3 argenti e 9 bronzi che consegnano all’Italia un favoloso record: mai gli azzurri avevano conquistato così tante medaglie in un Mondiale di nuoto (che, lo ricordiamo, comprende anche tuffi, pallanuoto ecc), e soprattutto, mai avevano raggiunto un tale bottino senza le medaglie della ”certezza” pallanuoto. I Mondiali di Budapest verranno ricordati per gli 11 record del mondo in vasca, per le imprese dei vari Dressel (7 ori!), Ledecky, Kalisz, Efimova, Peaty (mostruoso), King e Sjöstrom (WR nei 50-100sl), ma anche e soprattutto per le prestazioni degli azzurri, quelle che più ci scaldano il cuore: oltre alle 16 medaglie, Italia da record anche per i 6 podi nel nuoto e per gli ori in vasca arrivati con tre protagonisti diversi, che hanno contribuito a portare gli azzurri al 6° posto complessivo nel medagliere vinto dai monumentali USA (46 medaglie e 21 ori: prima del nuoto avevano un oro): sono stati tanti i protagonisti del Mondiale azzurro, equamente divisi tra le varie discipline. I primi giorni della rassegna iridata hanno mostrato all’Italia l’altra faccia degli sport acquatici, soprattutto in un nuoto in acque libere che ha trasformato gli azzurri in autentici squali: il lago Balaton ha portato ai nostri ragazzi gli argenti di Matteo Furlan (25km) e Mario Sanzullo (5km), e i bronzi di Arianna Bridi (10-25km) e della staffetta mista 5km (Rachele Bruni, Giulia Gabbrielleschi, Mario Sanzullo e Federico Vanelli. Risultati di livello, che hanno consentito all’Italia del ct Giuliani di vincere la classifica a squadre (superando, grazie ai tanti piazzamenti, la superlativa Francia di Olivier e Muller). Italia super nel nuoto di fondo, ma anche le altre discipline non sono state da meno: i tuffi ci hanno portato i bronzi di Giovanni Tocci ed Elena Bertocchi nel trampolino 1m (i due sono usciti a braccetto nei 3m) e lo strepitoso 3° posto di Alessandro De Rose nelle grandi altezze, il nuoto sincronizzato invece ha confermato la strepitosa stella di Giorgio Minisini, faro di una squadra che ha fatto incetta di piazzamenti. Il 21enne con la grinta di un veterano, già doppio bronzo a Kazan nel duo misto, ha fatto la storia con l’oro nel programma tecnico, conquistato insieme a Manila Flamini, e si è ripetuto nel programma libero con l’argento, migliorandosi due volte rispetto al 2015 (allora aveva solo 19 anni). Insomma, il modo migliore per introdurre il nuoto, che ha regalato all’Italia tante gioie.

MONDIALI BUDAPEST 2017: PELLEGRINI, DETTI E PALTRINIERI DA URLO, ”ESPLODE” QUADARELLA. IL PUNTO SUL NUOTO

Tre ori e altrettanti bronzi, in una rassegna che ha fatto gioire i tifosi azzurri e ci ha restituito una Federica Pellegrini superlativa: stupenda la gara della Divina, capace di conquistare il 3° titolo mondiale nei 200sl (dopo Roma 2009 e Shanghai 2011) e spezzare il grande slam di Katie Ledecky nello stile libero. Il miglior modo per salutare la ”sua” distanza, o almeno queste sono le intenzioni di Federica dopo l’oro di Budapest, arrivato in una gara che non la vedeva come assoluta favorita, ma come possibile medagliata: brava la Pellegrini a sfruttare la situazione e centrare la gara perfetta, approfittando del debito d’ossigeno della Ledecky (sconfitta per la prima volta in carriera) e della partenza folle di McKeon, chiudendo con l’oro più bello di una carriera stupenda, che ora dovrebbe subire una svolta. Federica Pellegrini ha infatti deciso di puntare tutto sui 100sl e sulle staffette, e le perplessità non mancano: il livello nella velocità è altissimo, con tempi vicini o inferiori ai 52” (il WR della Sjöstrom è 51.71) che sono lontanissimi dal personale dell’azzurra. Va anche detto, però, che la Pellegrini non si è mai allenata solo sui 100sl, e dunque la nuova sfida sarà tutta da seguire: e, parlando di nuove sfide, eccoci all’altro grande protagonista azzurro, quel Gregorio Paltrinieri che ha conquistato il secondo titolo mondiale nei 1500sl dopo la lotta spalla a spalla con Romanchuk (e a fine mese si testerà nella 10km alle Universiadi), riscattando il bronzo degli 800m. Greg strepitoso, ma anche Detti non è da meno e corona la sua stagione fantastica (record italiano nei 400sl) con l’oro negli 800m e il bronzo nei 400m: sono i due gemelli diversi del nuoto italiano a illuminare la scena insieme a Federica Pellegrini, ma l’Italia scopre una nuova potenziale stella. Il suo nome è Simona Quadarella, ha 19 anni da compiere (classe ’98) ed è pronta a diventare la nuova ”sensazione” del mezzofondo al femminile: il suo bronzo nei 1500sl ha sorpreso tutti per la maturità dell’azzurra, che ha ceduto solo nel finale a Mireia Belmonte nella lotta per l’argento, e ora l’Italia intera aspetta di vedere lo sviluppo della romana, che potrebbe cancellare il record di Alessia Filippi. Tante gioie per l’Italia a Budapest dunque, ma non sono mancate le delusioni.

SETTEBELLO, SETTEROSA, RUFFINI-GRIMALDI E GLI ALTRI: LE DELUSIONI AZZURRE AI MONDIALI DI BUDAPEST

Nel Mondiale delle mille luci, dei talenti emergenti e delle 16 medaglie, l’Italia ha anche qualche rammarico e qualche delusione da ”scontare”: delusioni che partono (parzialmente) da un Nicolò Martinenghi frenato dall’emozione e dalle tante gare disputate nei mesi precedenti, ed eliminato come 9° sia nei 50 che nei 100 rana (ma l’azzurro sarà protagonista negli anni a venire, e ritroviamo Scozzoli: grande Fabio, 6° nei 50 rana), e vanno a concludersi con una spedizione della pallanuoto a dir poco deludente. Fino ai gironi, Settebello (nonostante il morbillo-gate) e Setterosa sembravano serissime candidate all’oro, poi invece ecco il doppio ko ai quarti e un doppio 6° posto che trasforma Budapest nel fallimento della pallanuoto italiana: i ragazzi di Campagna escono contro la Croazia con una gara deludente dal punto di vista difensivo, le ragazze di Conti invece pagano un avvio drammatico (sotto 0-4) contro la Russia e un tracollo in pochissimi minuti che consegna il successo alla Russia (9-8). Due avventure da medaglia si concludono ai quarti, e la pallanuoto è l’unica disciplina a restare a secco di medaglie, deludendo ampiamente le attese: attese che vengono deluse anche dal terzetto più atteso in un nuoto di fondo che (lo dicevamo prima) ha comunque portato a casa tante medaglie. Tutti si aspettavano i grandi successi di Rachele Bruni, Simone Ruffini e Martina Grimaldi, ma tutti e tre i ”big” del nuoto in acque libere azzurro escono a mani vuote dalle gare individuali e, eccezion fatta per una Bruni al bronzo nella staffetta, restano a secco: stupisce il ”vuoto” al maschile nella 10km, distanza olimpica, ma l’Italia del nuoto in acque libere spera in Gregorio Paltrinieri per sbancare Tokyo 2020, e sa che da ogni delusione può uscire un movimento rafforzato. I talenti non mancano all’Italia, e dunque Budapest 2017, con le sue 16 medaglie, potrebbe essere il trampolino di lancio per un quadriennio olimpico che, considerando i veterani e le promesse in arrivo, potrebbe portarci a grandi risultati in vista di Tokyo 2020…

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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