L’ex fondista ha commentato i risultati di ItaliaTeam ai Giochi di Pyeongchang 2018 nel corso della nostra trasmissione radiofonica “Minuti di Gloria”, in onda ogni venerdì su Radio Ticino Pavia.

Il tempo passa, ma lei non passa mai. Nessuno ha vinto come Stefania Belmondo nella storia delle Olimpiadi invernali: sono 10 le medaglie conquistate dall’ex fondista, due in più rispetto ad Arianna Fontana, grande protagonista dei Giochi di Pyeongchang 2018. Di questo e molto altro abbiamo parlato con l’ex fondista, intervenuta ai microfoni di “Minuti di Gloria”, la nostra trasmissione in onda ogni venerdì su Radio Ticino Pavia (91.8 e 100.5).

Stefania Belmondo, 49 anni, vincitrice di un oro e un argento nello sci di fondo a Salt Lake City 2002

PYEONGCHANG 2018: IL COMMENTO DI STEFANIA BELMONDO SULLA SPEDIZIONE AZZURRA

Stefania, che cosa ne pensi di Arianna Fontana? Con 8 medaglie insidia il tuo record di 10…
Arianna è una grande atleta. Fa piacere sapere che ci sono delle italiane così forti. In questa Olimpiade lei ha dimostrato di essere una grande sportiva: è stata competitiva su tutte le distanze.  Io e lei però abbiamo gareggiato in due discipline diverse: questo aspetto va considerato quando veniamo paragonate l’una all’altra…

La Nazionale di sci fondo non ha lasciato il segno in questi Giochi: al femminile non siamo andati bene, al maschile ci ha salvato Federico Pellegrino e nella team sprint abbiamo faticato. Come te lo spieghi? Sotto quale aspetto possiamo crescere nei prossimi quattro anni?
Alla fine del nostro periodo vincente, si sarebbe dovuto investire di più coi giovani. Gli sci club lavorano tantissimo e portano dei ragazzi fino ai comitati regionali, poi però spetta alla Nazionale trovare gli assetti migliori per loro. Lo sci di fondo è uno sport molto faticoso come il ciclismo e la maratona: non è facile trovare degli atleti e delle atlete. L’Italia ha peccato di presunzione: aveva una grande generazione tra le mani, ma non è stata brava a pianificare il futuro.

A pianificare è stata brava invece la Norvegia, meritatamente in vetta al medagliere di questi Giochi…
Ammiro molto la Norvegia: ci sono alcune discipline in cui la sua tradizione non è così forte, però in quegli sport che coltiva da tempo riesce sempre ad andare a medaglia. Lo abbiamo visto nello sci alpino, nello sci di fondo, nel salto e nella combinata. I norvegesi partono da una cultura sportiva di stampo nazionale che inizia dalle scuole. Io sono stata parecchio in Scandinavia e ho potuto notare come lo sport da loro sia veramente per tutti: dagli anziani ai bambini. Se tutti hanno la possibilità di fare sport, alla fine i campioni escono.

Passando alle staffette di sci fondo: che idea ti sei fatta? Si poteva fare di più in quella maschile?
La staffetta sprint non era quasi più una sprint, ma una staffetta per gente di lunghe distanze: era un percorso davvero selettivo, diverso dalle staffette che si fanno di solito. In quella maschile, invece, per un momento abbiamo sognato tutti la medaglia, che poi non è arrivata. Non dimentichiamoci che nella staffetta basta poco per fallire: appena uno dei quattro elementi non è in forma o se qualcuno non azzecca gli sci, tutta la strategia salta per aria. Purtroppo questa volta non è andata bene. Secondo me però i nostri uomini possono puntare a una medaglia in futuro. Più complicata la situazione delle donne: arrivare a 3 minuti dalle prime è stato molto pesante. Però bisogna
crederci, lavorare e perseverare in quello che si fa: sono convinta che i nostri atleti siano in grado di farlo.

È stata l’Olimpiade delle donne: solo 3 su 10 sono state vinte dagli uomini (Windisch, Pellegrino e Tumolero). Te lo aspettavi? Quale è la ragione dello scarso rendimento dei maschietti?
Ho sentito un’intervista dell’amico giornalista Paolo Viberti: secondo lui la concorrenza tra i maschietti è più dura
rispetto a quella che c’è tra le donne e anche io la penso così. Non mi piace fare queste distinzioni però. Le donne hanno dimostrato di essere grandissime: Sofia Goggia è riuscita a farmi versare anche qualcuna lacrima, come la mia compaesana Marta Bassino. Grandi anche la Brignone e le ragazze nel biathlon, come Carolina Kostner che a 31
anni è arrivata quinta ed è ancora lì insieme alle migliori del mondo. Gli uomini hanno fallito soprattutto la discesa libera di sci alpino.

Quale impresa sportiva di queste Olimpiadi ti ha emozionato di più? Italiana e non…
Sofia Goggia mi ha entusiasmato: ogni tanto mi sembra di essere un po’ come lei per questa grinta tremenda e per questa voglia di non mollare mai anche quando le cose vanno male. Per quanto riguarda gli stranieri, mi ha impressionato la vittoria di Ester Ledecka sia nello snowboard che nello sci alpino. Mi ha colpito anche la vicenda di Henrik Kristoffersen nello slalom speciale: aveva la vittoria in tasca, ma l’ha buttata via. In quella gara è andata male anche a Marcel Hirscher. Kristoffersen non è riuscito a vincere quando era uscito di pista il suo grande avversario: mi ha fatto effetto questa cosa. Comunque sono stata contenta per la vittoria di Andre Myhrer, un veterano dello sci alpino che ha vinto finalmente un oro olimpico: se lo meritava. È stata la sua ultima Olimpiade probabilmente.

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Simone Lo Giudice
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