La squadra emiliana, iscritta alla categoria cadetta dopo tante vicissitudini societarie, si toglie la prima grande soddisfazione, vincendo la Coppa Italia di categoria. Una vera e propria favola a tinte biancorosse.

Urla forte Piacenza. Lo fa per tre volte e solamente l’ultima è quella buona. Merito di una straordinaria gara per intensità e contenuti tecnici contro l’Olimpia Bergamo. Gli emiliani, trascinati da un sontuoso Alessandro Fei, autore di 31 punti ed MVP del match, si impongono per 3-2. Il primo set è interamente di marca biancorossa, con un allungo significativo fin dagli scambi iniziali: fuga sul 9-4, respinto il tentativo di rimonta dei lombardi e chiusura abbastanza agevole 25-20. La risposta dei bergamaschi è immediata. Si lotta punto a punto fino al 14 pari. È lì che l’Olimpia prende il largo fino ad imporsi 25-22. La musica non cambia nella terza frazione. Stavolta però Bergamo fa subito la differenza e arriva a navigare con un significativo 20-9. Qui Piacenza lentamente ritrova la sua pallavolo, pur perdendo il 25-17 la terza gara. Il quarto round è una battaglia che si protrae fino alla fine, quando gli emiliani spiccano il volo e si impongono 25-22. Al tie break, i piacentini scavano il solco sul 4-4, volando al 10-5. Ricuce parzialmente Bergamo ma non basta. Piacenza vince 15-12.

RINASCITA

Sembra passato ben più degli otto mesi intercorsi tra l’annuncio dell’addio alla massima categoria alla vittoria in Coppa Italia. Ed invece in poco tempo Piacenza è tornata a sorridere e a sognare. Un traguardo non scontato date le tante e troppe vicissitudini societarie dell’ultimo periodo. A maggio, la decisione di Roberto Pighi e Guido Molinaroli, le anime della vecchia proprietà, di non continuare l’avventura in A1 sembrava mettere la parola fine alla pallavolo piacentina. Un cammino lungo sedici stagioni ed arricchito da uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, una Top Team Cup ed una Challenge Cup. Ed invece, lentamente, la città ha ritrovato una sua rappresentanza sportiva. Merito dell’impegno preso da Gas Sales, Banca di Piacenza e Gruppo Giglio. Con Elisabetta Curti al timone della società, Hristo Zlatanov nei panni del direttore generale e Massimo Botti in panchina è stato allestito un roster competitivo nonostante il minor tempo a disposizione rispetto alle dirette concorrenti.

NEL SEGNO DI FEI

In campo, è rimasto Alessandro “Fox” Fei, affezionato alla città emiliana e trattenuto da un forte senso di appartenenza e riconoscimento verso una realtà tanto benevola nei suoi confronti. Sentimenti maturati nel periodo tra il 2011 ed il 2014, un triennio capace di rilanciare il lombardo dopo un momento poco felice. E l’opposto sta confermando la sua classe con prestazioni sontuose, l’ultima delle quali nella finale di Coppa Italia. Attorno a lui si sono aggiunti i vari tasselli di un mosaico divenuto gara dopo gara una piacevole rivelazione. Matteo Paris al palleggio ha garantito esperienza ed imprevedibilità. In banda Jan Klobucar e Igor Yudin hanno portato punti pesanti. Al centro, la giovane età non ha frenato Alessandro Tondo e Riccardo Copelli, solidi a muro ed implacabili in attacco. Ottimo in ricezione il libero Mattia Cereda. Passo dopo passo, la creatura di Botti ha spiccato il volo verso un trionfo tanto desiderato quanto meritato. Una rivincita che sa di punto di partenza verso nuovi orizzonti, con maggiore consapevolezza ed entusiasmo. Ironia della sorte, cinque anni fa, a Bologna, si chiudeva il ciclo della Piacenza di Zlatanov. Chissà se Casalecchio di Reno sarà il luogo della nascita di una nuova epoca.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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