Raccontiamo la carriera sportiva della pattinatrice altoatesina Elettra Maria Olivotto. Una straordinaria atleta dentro e fuori la pista, con un grande insegnamento di vita da condividere!

Elettra Olivotto
IN FOTO: Elettra Olivotto – FONTE: instagram/elettra.olivotto

ELETTRA OLIVOTTO: PATTINAGGIO, CHE PASSIONE!

Classe 1995, Elettra è originaria di Villabassa (Alto Adige) e nella vita ha sempre pattinato, fin da piccolissima.

Elettra, quando hai iniziato a pattinare per l’esattezza?

“Da piccola ho praticato molti sport tra cui tennis, nuoto, sci e danza; ho indossato per la prima volta i pattini quando avevo tre anni. Il pattinaggio è sempre stata la passione di mia mamma e quindi mi ha portato alla pista di Dobbiaco, vicino a casa mia, dove ho provato per la prima volta il pattinaggio e fin da subito mi ha appassionato, a tal punto da non smettere più.

Pensando a quegli anni mi ricordo che mi divertivo tanto ed una delle prime cose che ho imparato è stato cadere e rialzarmi. Rialzarsi con slancio dopo una caduta è fondamentale, è la base per fare esercizi sempre più complessi. Luciana, la mia prima allenatrice mi chiamava grillo salterino, proprio per la rapidità con la quale mi rialzavo dopo la caduta di un salto.

 Qual è stato il percorso sportivo che ti ha portato a competere ad alti livelli?

I primi dieci anni ho pattinato nella pista a cielo aperto di Dobbiaco, talvolta anche mentre nevicava. Dopo le scuole medie era giunto il momento di prendere una decisione. Mi dicevano che avevo del talento e che per continuare a fare l’atleta a buon livello avrei dovuto trasferirmi in una società più attrezzata. Mi sono quindi trasferita a Merano dove ho frequentato il liceo scientifico e mi sono diplomata. Per tre anni mi sono allenata con l’allenatrice bulgara Ludmila Mladenova, grazie a lei ho raggiunto il massimo livello nella mia carriera sportiva, entrando a far parte della Squadra Nazionale Italiana. In quel periodo mi allenavo anche cinque/sei ore al giorno, dovendo anticipare quasi tutti i giorni l’uscita da scuola. Fortunatamente il preside e gli insegnanti mi hanno supportato e con tanto sacrificio ho potuto conciliare studio e sport.

È stato un periodo ricco di vittorie e di piazzamenti rilevanti. Purtroppo, però ho iniziato ad avere problemi a un ginocchio che hanno compromesso parte della mia carriera sportiva, tanto che pensavo di smettere. All’inizio del quarto anno di liceo mi sono trasferita in Germania e dopo un anno di stop per un intervento al ginocchio, ho continuato ad allenarmi per due anni con Carolina Kostner e la guida esperta del nostro allenatore Michael Huth. A lui sono grata per il grande insegnamento che mi accompagna tutt’ora e cioè a pattinare perché è bello, perché mi piace e non perché devo vincere le gare!

Dopo altri trasferimenti tra Merano e la Germania mi sono stabilita a Milano. La mia nuova allenatrice, Cristina Mauri, mi ha aiutato a ritornare in pista ed a gareggiare con la competitività di un tempo, dopo un lungo calo fisico e psicologico.

Quali sono le competizioni che hanno particolarmente segnato la tua carriera da pattinatrice?

Le prime vittorie a livello internazionale e il bronzo ai Campionati Italiani Junior di Courmayeur sono ricordi indelebili, ma Il ricordo più bello risale senza dubbio all’anno scorso quando ho partecipato con il CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano) alle Universiadi invernali in Siberia. Ero l’unica italiana con punteggio ad essere stata selezionata per partecipare alla competizione. Mi sono esibita con il brano “Hello” di Adele nel corto e con il brano “L’uccello di fuoco” di Igor’ Fëdorovič Stravinskij nel lungo. È stata una gara indimenticabile. Ho gareggiato di fronte a sette mila spettatori che mi hanno regalato una carica incredibile, ho percepito nuovamente la sensazione di gareggiare perché mi piaceva e non per vincere.

Elettra Olivotto oggi: dentro e fuori la pista di pattinaggio…
Ho conseguito quest’anno la laureata triennale di Scienze Motorie e sto proseguendo con la magistrale. Il mio sogno è quello di fare l’allenatrice e la preparatrice atletica. Attualmente gli allenatori che sono anche preparatori atletici non sono molti e quindi avere entrambe le qualifiche è sicuramente un vantaggio anche per le società

Mi piacerebbe anche insegnare educazione fisica nelle scuole.
La richiesta di allenatori non manca e anch’io ho già avuto offerte di lavoro sia a Sesto San Giovanni (Milano) che in Alto Adige. Tuttavia, ho deciso, almeno per il momento, di rimanere in zona Milano.

Come atleta, invece, ho deciso di smettere, anche a causa di alcuni problemi fisici che mi impediscono di allenarmi con l’intensità che vorrei. L’idea di smettere aleggiava già dopo l’Universiade, ma la mia allenatrice è riuscita a convincermi a continuare per un po’. Oggi sono sicura della mia scelta e so che non tornerò più sui miei passi.
Voglio dedicare il mio tempo e il mio impegno a crescere come allenatrice. Questo mi permetterà di non abbandonare quello che più amo e di rimanere in pista!

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