Nei giorni scorsi era molto parlato della folle fusione tra Stade Français e Racing 92, le due realtà più importanti del rugby francese: dopo la protesta dei tifosi, lo sciopero dei giocatori e la campagna guidata dal nostro Sergio Parisse, è ufficiale il fallimento di questa ”cessione mascherata”. Ma quali sono i rischi per lo Stade?

Il vice-capitano dello Stade, Pascal Papé, arringa i tifosi durante le proteste contro l’assurda fusione col Racing 92 (Foto Gazzetta.it)

L’ANTEFATTO: LORENZETTI E SAVARE ANNUNCIANO LA FUSIONE TRA STADE FRANÇAIS E RACING 92, E SCATTANO LE POLEMICHE

Sembrava un tranquillo lunedì di marzo, non lo era affatto: quando i giornalisti specializzati del rugby francese si erano recati alla conferenza stampa convocata nei saloni dei Jardins de Bagatelle, non si sarebbero mai aspettati di essere lì per assistere a un momento storico e al tempo stesso drammatico della palla ovale locale. ”È difficile restare ad alti livelli come stiamo facendo entrambi da tempo, abbiamo pensato che la cosa migliore per lo Stade Français e il Racing 92 fosse quella di unire le forze. Abbiamo scelto di annunciare la fusione in questo luogo perchè a pochi metri da qui si è giocata la prima finale del campionato francese: la vinse il Racing 4-3, e non possiamo neanche lamentarci perchè arbitrò Pierre de Coubertin. Siamo la storia, il futuro. Il progetto è molto recente e abbiamo deciso di rivelarlo subito: non abbiamo ancora nè il nome, nè lo stemma, su questo lavoreranno dei tecnici. Quel che è certo è che manterremo l’equilibrio tra le due squadre, perchè vogliamo mantenere il DNA, i valori e la storia di entrambe le società. Siamo felici di annunciare questo matrimonio, perchè è la soluzione migliore per diventare un riferimento assoluto nel rugby francese e internazionale”.

Parole e musica sviolinata di Jacky Lorenzetti e Thomas Savare, presidenti di Racing e Stade Français, e fautori di questa assurda fusione tra le due realtà principe del rugby francese, che si sono alternate nella vittoria dei campionati 2015 (Stade) e 2016 (Racing) e vivono un’accesa rivalità da… sempre! Immaginatevi per un attimo una fusione tra Inter e Milan, oppure tra River Plate e Boca Juniors, oppure ancora (per ”odio” sportivo e intensità della rivalità) tra Real Madrid e Barcellona. Impensabile, vero? E allora capirete al meglio la reazione dei tifosi dei club parigini, e le proteste che hanno portato alla successiva cancellazione di un progetto già avviato. Lo Stade di Parisse, Genia e Steyn (star di Italia, Nuova Zelanda e Sudafrica), che va a comporre un dream team fondendosi con il Racing di Carter e Rocokoko. La storica maglia rosa del club vincitore di 14 titoli che va a mischiarsi (?) con il biancazzurro ”argentino” del Racing. Semplicemente impensabile, e sentir parlare di ”mantenere il DNA” quando si pensa di cancellare entrambe le realtà creandone una nuova, fa già sorridere: eppure il progetto era già avviato, coi tecnici del Racing Labit e Travers pronti ad allenare, una commistione delle due rose allo studio (creando una squadra assurda) e l’alternanza delle gare tra il Jean Bouin dello Stade Français e l’Arena del Racing 92, i due stadi del rugby parigini. Il tutto all’insaputa di giocatori, tifosi e media, ed ecco spiegata la (giustificata) reazione.

STADE FRANÇAIS-RACING: LA PROTESTA DI TIFOSI E GIOCATORI, SERGIO PARISSE SIMBOLO DELLA RIBELLIONE

”Sono il capitano della squadra, ma ho saputo della fusione solo da Twitter”: l’incredulità di Sergio Parisse, che al momento dei fatti si trovava nel ritiro della Nazionale azzurra, è la stessa di ogni giocatore e tifoso dello Stade, tutti colpiti duramente da questa mossa assurda, che di fatto andava a cancellare il club al termine della stagione 2016-17 e lo ”annetteva” all’odiato Racing. Troppo, per chi ha amato una squadra nata nel 1892 e ancora altamente competitiva nonostante la crisi economica (ne parleremo in seguito), e così ecco scattare la ribellione furibonda dei tifosi, che si erano trovati già la sera stessa per protestare davanti al Jean Bouin: una protesta abbracciata dai giocatori in toto, con Sergio Parisse a fare da ”capopopolo” e simbolo della ribellione a distanza. ”Non molleremo mai, ve lo giuro!”: un messaggio che ha ringalluzzito chi già lottava contro questa fusione insensata, ed è stato poi ulteriormente fomentato dalle parole dell’altro leader della squadra, il francese Pascal Papé. ”Se bisogna morire con le armi in pugno, è quello che faremo”: parole dette a margine di una protesta congiunta di giocatori e tifosi, spinti anche dai media a manifestare contro una fusione che è stata commentata anche a livello politico, col sindaco parigino Hidalgo che l’ha definita ”deplorevole”. Alle proteste di tifosi e giocatori, ai retweet di Parisse e alla fascia rosa indossata dal capitano azzurro durante Italia-Scozia, poi, si è aggiunta anche la solidarietà della Francia intera: bandiere rosa in ogni stadio del Top-14, soprattutto in quello di Clermont, con una delle rivali dello Stade Français che si è schierata coi ”rosa” di Parisse. Insomma, troppo per portare ancora avanti la fusione, e alla lunga libertà e buonsenso hanno trionfato.

STADE FRANÇAIS-RACING: FUSIONE UFFICIALMENTE SALTATA, ESULTANO TUTTI. MA I RISCHI SONO ALTI PER I ”ROSA”

L’annuncio ufficiale è arrivato nella giornata di ieri, e ha posto fine allo sciopero dei giocatori di Stade e Racing, che si erano rifiutati di scendere in campo finchè il discorso-fusione era nell’aria, con l’appoggio totale della Federazione locale e dell’associazione giocatori. La fusione tra Stade Français e Racing 92 non si farà perchè ”non ci sono più le condizioni”: parola del magico duo Lorenzetti-Savare, che deve così cancellare i suoi propositi dopo l’insurrezione del popolo e la ”rivoluzione” di primavera. Vincono i tifosi, vincono i media e vince capitan Sergio Parisse ma, per usare le parole dell’8 azzurro, mai come ora ”Ogni successo crea un nemico”. Esatto perchè, al netto della vittoria (di Pirro?) della libertà e di chi diceva no, ora i rischi per lo Stade Français sono altissimi: il club, che aveva rischiato grosso già nel 2011 ed era stato ceduto dall’italiano Max Guazzini per 1€, ha 8 milioni di debiti, e se non trova un acquirente è sostanzialmente destinato a sparire. Savare l’ha detto, ”non va esclusa la liquidazione dello Stade”, ma il presidente federale Laporte e il sindaco sono al lavoro per cercare un acquirente: d’altronde, come può un club vincente e potenzialmente dominante in patria (anche se è attualmente 12° nel Top-14, col Racing 9°), sparire nel nulla? Non può, soprattutto se ha uno stadio da 160mln che dovrebbe attirare gli investitori: si è tanto parlato del possibile ingresso della proprietà qatariota del PSG, ma al momento nessuno si è fatto avanti, e la squadra si allena per finire la stagione e sperare di non sparire al termine della stessa. Ma lo fa respirando il profumo di libertà, perchè, come direbbe V: ”Ricorda sempre il 20 marzo. Non vedo perchè, di questo complotto nel tempo, il ricordo andrebbe interrotto”.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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