Il Trofeo Luxardo, assegnato in occasione della tappa italiana della Coppa del mondo della sciabola, arriva alla propria sessantesima edizione: alla Kioene Arena di Padova, tuttavia, l’Italia deve accontentarsi, all’ultima stoccata, della seconda posizione.
L’Italia della sciabola in posa mentre mostra i trofei conqustati (fonte: pianetascherma.com)
TORNEO LUXARDO: ITALIA SECONDA ALL’ULTIMA STOCCATA
Chiudono secondi gli atleti azzurri della sciabola a squadre nel Trofeo Luxardo, tenutosi alla Kioene Arena di Padova, assegnato in occasione dell’unica tappa italiana di Coppa del mondo di sciabola maschile. Nell’anno del sessantesimo anniversario del torneo, l’Italia della scherma si è dovuta accontentare della seconda piazza, sconfitta in finale 44-45 dalla Corea del Sud (in un podio completato dall’Ungheria). Una vera e propria beffa: prima la rimonta coreana, infine un’ultima stoccata, all’apparenza una simultanea, che è stata giudicata come un attacco di Oh sulla preparazione di Curatoli.
È mancata, dunque, la ciliegina, su una torta che però s’è lasciata, a più riprese, gustare. Luca Curatoli, Enrico Berrè, Luigi Samele e Alberto Pellegrini (poi sostituito da Aldo Montano) sono infatti stati autori di un’ottima performance durante tutto il torneo. Una bella vittoria inaugurale 45-27 contro la Georgia, un’importante affermazione sulla Germania, 45-40, e il trionfo, in semifinale, contro l’Ungheria. Gara, anche quest’ultima, molto combattuta, con l’Italia che è riuscita a uscire vincitrice (anche) grazie alla grande prestazione di Luca Curatoli, autore di una clamorosa rimonta, dal 42-43 ungherese all’azzurro 45-43 finale.
Il rammarico per una seconda posizione, arrivata dopo una situazione parecchio controversa, che probabilmente avrebbe meritato maggiore attenzione, non deve dunque mettere in ombra quanto di positivo è emerso dal Luxardo. Se per coach Giovanni Sirovich «questa prova a squadre ha dato ancora una volta riprova del talento e della solidità del gruppo azzurro, che è ben più ampio dei quattro scelti per questa gara», per tutti gli appassionati (e non) della disciplina la prestazione azzurra in terra italica ha mostrato tutta la spettacolarità e l’imprevedibilità di questo sport.
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