Si chiude oggi la 74esima degli Internazionali di Roma. La prima edizione del torneo fu organizzata nel ventennio fascista e si giocò a Milano. Uberto De Morpungo e Lucia Valerio furono i primi italiani a conquistare un posto in finale nei rispettivi singolari.

Il campo Porro Lambertenghi al Tennis Club di Milano, teatro degli Internazionali del 1930

“Il successo dei Campionati Internazionali d’Italia, per la prima volta indetti dalla F.I.L.T. (Federazione Italiana Lawn Tennis, ndr) e organizzati dal Tennis Club Milano (28 aprile-4 maggio) balza evidente da una semplice constatazione: la partecipazione dei giocatori è stata, almeno qualitativamente, di gran lunga la migliore che in qualsiasi precedente gara tennistica italiana. Inoltre: le finali hanno dato luogo ai maggiori incassi mai registrati nel nostro Paese, per avvenimenti tennistici di ogni specie, inclusi gl’incontri di Coppa Davis”. Così il mensile Lo Sport fascista, fondato nel 1928 dal presidente del CONI Lando Ferretti, festeggiava il buon esito della prima manifestazione tennistica internazionale organizzata dal nostro Paese, più precisamente nel Tennis Club Milano, “una sede assolutamente degna”, dove la F.I.L.T. (Federazione Italiana Lawn Tennis) riuscì per la prima volta a riunire “tutti i migliori giocatori e le migliori giocatrici d’Italia”.

De Morpungo e la prima finale nel singolare

Alla prima edizione degli Internazionali prese parte il barone Uberto De Morpungo, vincitore della medaglia di bronzo ai Giochi di Parigi 1924 (tutt’oggi l’unica medaglia conquistata dal tennis alle Olimpiadi, ndr): “De Morpungo – continua Lo Sport fascista – s’è guadagnato bravamente il suo prevedibile posto in finale”, dove avrebbe sfidato lo statunitense Bill Tinden “che è per certo, il secondo miglior giocatore del mondo per il 1930”. Quella finale, giocatasi nella cornice del campo Porro Lambertenghi, si concluse con un netto 3-0 per l’americano [6-1, 6-1, 6-2] e alla stampa dell’epoca non restava che registrare “la sbalorditiva esibizione di Tilden e di constatare ancora una volta con quanto cuore De Morpungo sappia lottare fino all’ultima palla, anche nelle situazioni più disperate”. In quell’edizione il barone fu doppiamente sconfitto da Tilden: l’americano ebbe la meglio anche nella finale del doppio maschile, dove i due furono rispettivamente accompagnati da Placido Gaslini e da Wilbur Coen.

I protagonisti degli Internazionali di Milano: (da sinistra) il conte Bonacossa, presidente del Club organizzatore; gli americani Coen e Tilden; gli italiani De Morpungo e Gaslini

Lucia Valerio e la prima delle sue cinque finali

Alla prima edizione degli Internazionali è legato anche il nome della milanese Lucia Valerio, all’epoca astro nascente del movimento tennistico italiano (negli anni successivi, tra ’31 e ’33, avrebbe infatti conquistato la bellezza di tre quarti di finale nel singolare dei tornei del Grande Slam). Nella finale di Milano del 1930 fu costretta a vedersela con la spagnola Lili de Alvarez, all’epoca tristemente famosa per aver raggiunto tre finali consecutive di Wimbledon (’26, ’27, ’28) senza mai vincerne una. Alla spagnola sorrise comunque l’esito della finale dei primi Internazionali d’Italia, che si aggiudicò per 2-1 [3-5, 8-6, 6-0]: “La signorina Alvarez, che è certamente tra le prime tre o quattro giocatrici del mondo, ha riportato la gara singolare signore – continua Lo Sport fascista – Nessuna delle avversarie è riuscita a inquietarla seriamente, ad eccezione della campionessa italiana, Lucia Valerio, che […] ha dimostrato esaurientemente di avere mezzi e possibilità tali, da impegnare a fondo qualunque giocatrice europea”. Una delusione che, ironia della sorte, l’azzurra poté riscattare nella finale del doppio femminile dove, proprio insieme alla spagnola, sconfisse la coppia tutta francese formata da Claude Anet e Arlette Neufeld.

Il doppio misto del 1930: una sfida italiana

I due protagonisti di questa storia tutta italiana, veri e propri eroi locali nella prima edizione degli Internazionali, si sfidarono nell’ultima partita del torneo di doppio: Uberto De Morpungo, insieme alla spagnola Alvarez, ebbe la meglio sulla connazionale Lucia Valerio, accompagnata dal britannico Pat Hughes, per 2-1 [4-6, 6-4, 6-2].

L’ultimo italiano a conquistare gli Internazionali è stato Adriano Panatta, vincitore dell’edizione del 1976

Dagli anni Settanta ad oggi: gli Internazionali degli altri

Dal maggio 1930 ad oggi molto è cambiato: gli Internazionali non si giocano più a Milano, ma dal 1935 si spostati a Roma nella cornice del Foro italico. A bruciare è il fatto che negli ultimi trent’anni siano diventati sempre più un affare internazionale. Le notizie peggiori continuano ad arrivare dal singolare maschile, dove sono passati quasi quarant’anni dall’ultima volta di un italiano in finale (Adriano Panatta nel 1978 contro lo svedese Borg). Va un po’ meglio invece in ambito femminile: all’85 risale l’ultima vittoria (Raffaella Reggi) e al 2014 l’ultima qualificazione di un’azzurra in finale (quando Sara Errani ebbe la peggio contro Serena Williams). Che la storia di De Morpungo e della Valerio sia di buon auspicio per gli anni a venire. Perché la storia a volte necessita anche di essere riscritta e non solo raccontata.

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Simone Lo Giudice
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