Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di Sara Errani all’Hotel Melià di Milano. L’atleta romagnola ha parlato della squalifica di 2 mesi comminatale per positività a letrozolo. 

Sara Errani, 30 anni, ha parlato oggi in conferenza stampa a Milano 

Sofferente, ma decisa a non mollare. Questa mattina, Sara Errani si è presentata all’Hotel Melià di Milano con l’intento di fare chiarezza sul caso doping che la vede coinvolta. L’atleta romagnola ha replicato punto su punto alle accuse mosse dai media in questi giorni, soffermandosi sugli aspetti più umani della vicenda che ha visto protagonista lei e la sua famiglia.

La tennista ex numero 5 al mondo ha iniziato la conferenza leggendo il comunicato diffuso attraverso i suoi canali social. Di seguito la foto.

In seguito, prima di rispondere alle domande dei giornalisti, Sara ha fatto una piccola premessa:

<<Una parte di voi cronisti ha scritto cose ridicole. Non sapevate nemmeno il nome della sostanza per cui sono stata condannata. Si tratta del letrozolo. Alcuni di voi hanno scritto prima che uscissero i comunicati ed hanno scritto cose sbagliate. Si è detto che il letrozolo era uno stimolante o anabolizzante o steroide. Sono tutte falsità. Sappiate che è un inibitore, non una sostanza dopante per le donne. Il Dottore David Handelsman dell’Università di Sidney ha pubblicato a proposito un lavoro che dimostra come questa sostanza non migliori le prestazioni. L’effetto dopante lo si otterrebbe solo con uso continuativo smentito nel mio caso della sentenza e con i miei esami. Ho letto anche di accostamenti al caso dell’atleta Vanda Gomez: si tratta di una notizia falsa e sbagliata. Si è parlato di una quindicina di casi simili al mio ma si trattava di atleti trovati positivi ad un’altra sostanza. Se rileggete il punto 10 della sentenza, si dice che non vi è evidenza che il letrozolo migliori le prestazioni. Non lo dico io, lo dice il tribunale che è il mio accusatore. Domani spero che chi ha scritto cose false e sbagliate, scatenando contro di me persone che si nascondono dietro la tastiera, rovinando la mia reputazione, abbia il coraggio di chiedere scusa. Lo ripeto: il letrozolo non migliora le performance e non è sostanza dopante per le donne>>.

Si passa alle domande.

Sara, perché hai continuato a giocare pur sapendo della tua positività?

<<Ho deciso di continuare a giocare perché sapevo di non aver fatto nulla di male>>.

Hai idea di cosa sia stata la causa di questa positività?

<<Noi non sappiamo esattamente come sia successa. La contaminazione alimentare è l’unica opzione possibile. Abbiamo eliminato l’ipotesi secondo la quale ho preso una pastiglia per errore o una contaminazione per contatto. L’unica opzione è quella del cibo contaminato. C’è la rabbia della situazione in sé, unita alla disinformazione creata da televisioni, radio e giornali. Hanno esposto e dato notizie false e sbagliate, mettendo di mezzo la mia reputazione. Avete giocato con vita e sentimenti di altre persone. Questo mi crea molta rabbia. Mi fa male la cattiveria nei miei confronti>>.

Sara, hai spiegato come il letrozolo non sia una sostanza che migliora le prestazioni. Tuttavia, è una sostanza proibita dal regolamento WADA. Che cosa ne pensi?

<<Il letrozolo non è una sostanza dopante per le donne. Lo è per gli uomini perché aumenta il testosterone. Si tratta di un effetto dopante blando. Questo è il motivo principale: contrasta gli effetti collaterali di altre sostanze dopanti come gli steroidi. Spesso si usa per contrastare la crescita del seno. Cosa che non serve alle donne…>>

Quale tipo di supporto hai avuto?

<<Ho sentito vari colleghi, ringrazio la federazione. Mi ha supportato tanto in questi giorni>>.

Il test sui capelli come si inquadra all’interno di questo caso? Si potrebbe pensare che è stato fatto dopo per nascondere la positività…

<<I test sui capelli sono stati ammessi come collegamento. Dimostrano che non c’è stata un’assunzione continuativa della sostanza incriminata. Un cavillo legale mi ha impedito di poterlo usare a mio favore e questo mi ha  deluso profondamente. Chiariamo: il test non è stato ammesso non perché non valido, ma perché presentato in ritardo rispetto ai termini stabiliti. Ogni centimetro di capello copre un mese. In questo modo si può risalire al periodo in questione. E non sono presenti tracce di assunzione continuativa…>>

Come mai hai deciso di continuare a giocare nonostante la positività?

<<Quando 18 aprile è arrivata la comunicazione, c’era la possibilità di continuare a giocare o meno. La questione resta privata. All’atleta spetta la decisione ultima, se sospendersi o giocare e lasciare tutto privato fino alla sentenza>>.

Come pensi di sfruttare i due mesi di riposo forzato (fino al 2 ottobre, ndr)?

<<Spero mi dia tanta carica. Ho bisogno di recuperare dallo stress. Voi vedete la mia parte, ma non la sofferenza dei miei cari, su tutti quella di mia madre>>.

A proposito di quello che si è detto sui social, cosa ti ha maggiormente ferito? L’accostamento alla vicenda di Contador, l’accostamento del suo nome al doping…

<< Sicuramente, mi ha fatto male la divulgazione di notizie false. Voi giornalisti dovete fare il vostro dovere, senza inventarvi notizie, anche pensando al fatto che dall’altra parte c’è una persona. E in questo caso c’è anche chi sta affrontando una battaglia che non auguro a nessuno di voi…>>.

Qual è stata la dimostrazione d’affetto che più ti ha fatto piacere?

<<Il supporto della mia famiglia mi ha reso orgogliosa (si ferma commossa ndr.). Sono contenta di aver ricevuto solidarietà da colleghe. Andrò per la mia strada. Non mi aspetto niente. Non ho una linea difensiva precostituita>>.

Secondo te, come mai la gente ti ha attaccato così tanto, ignorando la bella storia che ti contraddistingue?

<<Purtroppo, credo che in parte questa reazione sia dettata dalla disinformazione. Nessuno ha spiegato alla gente quali sono i fatti. La gente parla senza sapere. Sentenza decisa dal tribunale e dai miei accusatori. Non sono opinioni e fatti reali. Non so il perché di tanta cattiveria. Insulti di cattivo gusto, sia per me sia per una donna che lotta con una cosa seria. Tema delicato”.

Sara conclude la sua conferenza con un recap generale:

<<Ho letto varie ipotesi di fantasia. Alcuni di voi hanno ipotizzato che la mia linea difensiva potesse essere l’esenzione presentata in ritardo o ricostruzioni simili. Io non ho colpe e non cerco scuse. Gli esami sono perfetti come il test del capello. L’ingestione è stata involontaria ed inferiore alla singola pillola, lo ribadisco. La linea difensiva non fa parte di me. Non sono abituata a ritirarmi nemmeno in campo>>.

Una reazione da vera guerriera.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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